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                      Banane a 0,88 €/kg in Kaufland: “Il sottocosto mina la sostenibilità della filiera”

                      Als Teil des Aktionsbündnisses für nachhaltige Bananen möchte Kaufland das Angebot an Bananen langfristig sichern und die Lebensgrundlage der Produzenten und Kleinbauern erhalten. / Weiterer Text über ots und www.presseportal.de/nr/111476 / Die Verwendung dieses Bildes ist für redaktionelle Zwecke unter Beachtung ggf. genannter Nutzungsbedingungen honorarfrei. Veröffentlichung bitte mit Bildrechte-Hinweis.

                      La catena tedesca Kaufland nel volantino dal 4 al 10 aprile propone le banane provenienti da Ecuador e Colombia a un prezzo promozionale di 88 centesimi al chilo. “Queste pratiche sottocosto ignorano gli sforzi di una filiera sostenibile”, accusano le corporazioni dei produttori ed esportatori di banane del Sudamerica. “Supermercati e discount dovrebbero informare i consumatori sugli sforzi che stanno dietro a un frutto sostenibile, rispettoso degli standard di certificazione e delle rigide normative del mercato, vendendo le banane a un prezzo giusto”

                       Dalla Redazione

                      Banane Kaufland

                      Banane in un punto vendita Kaufland

                      Le corporazioni dei produttori ed esportatori di banane di Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Perù e Repubblica Dominicana hanno accertato che la catena tedesca Kaufland sta attualmente pubblicizzando un’offerta per un chilo di banane di origine latinoamericana a 0,88 euro. L’offerta, presente anche sul sito dell’insegna, è relativa al volantino dal 4 al 10 aprile: le banane provengono da Ecuador e Colombia, come si legge online.

                      “Come rappresentanti del settore delle banane dell’America Latina, rifiutiamo l’adozione di questo tipo di pratiche che non prendono in considerazione il ruolo dei supermercati e dei discount in una responsabilità condivisa – scrivono in una nota congiunta le corporazioni -. I retailer devono contribuire a informare adeguatamente i consumatori finali sugli sforzi che i produttori di banane intraprendono per portare loro un frutto sostenibile, che rispetti gli standard di certificazione e le rigide normative del mercato di destinazione, pubblicizzando banane a un prezzo giusto”.

                      Kaufland fa parte del gruppo di supermercati tedeschi del “progetto catene sostenibili” coordinato dalla Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit (GIZ), che, secondo le sue dichiarazioni, mira a promuovere pratiche sostenibili per l’approvvigionamento dei prodotti e a garantire una vita dignitosa per gli attori della filiera. “Tuttavia – continua la nota – in questo caso Kaufland contraddice queste intenzioni dimostrando la mancanza di un impegno reale, non considerando meccanismi per garantire il pagamento di un prezzo equo, promuovendo pratiche di prezzo sleali e non contribuendo a informare adeguatamente i consumatori finali”.

                      Nell’ambito della quarta conferenza globale del World Banana Forum, i rappresentanti dei produttori ed esportatori di banane hanno richiesto azioni urgenti e un impegno concreto da parte dei supermercati per raggiungere la sostenibilità del settore. “Tuttavia, purtroppo, osserviamo ancora una volta come una catena partecipi a progetti e programmi che distolgono i suoi obiettivi dal vero problema, ovvero la mancanza di responsabilità condivisa, e come nelle sue pratiche adotti meccanismi che danneggiano la sostenibilità della produzione di banane dell’America Latina”, proseguono le corporazioni dei produttori ed esportatori di banane del Sudamerica.

                      L’offerta di Kaufland si aggiunge a quella di altri supermercati e discount che offrono una banana latinoamericana per 1,19 euro, “un prezzo al consumo finale che mina gli sforzi del settore verso la sostenibilità”. “Il prezzo al dettaglio delle banane è rimasto invariato per decenni, rendendole il frutto più economico sugli scaffali dei supermercati – conclude la nota -. Questi retailer competono aggressivamente con promozioni sulla frutta a prezzi sotto costo, ignorando gli sforzi di una produzione sostenibile”.

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