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                      Barcellona vieta i “dark store” del delivery alimentare in città

                      Il comune di Barcellona vieta i “dark store” e le dark kitchen in città: il provvedimento emanato dal comune spagnolo è volto a salvaguardare i negozi di quartiere (tradizionali) e la qualità della vita dei residenti, in quanto questi magazzini d’appoggio per i rider potranno essere presenti solo nelle aree suburbane o industriali. Barcellona, con questa iniziativa, segue altre città europee, come Amsterdam e Rotterdam, che hanno annunciato restrizioni simili ancora nel 2022

                      Dalla Redazione

                      delivery

                      Basta dark store nel centro città: così il comune di Barcellona ha deciso di limitare i dark store alle zone industriali e periferiche. Infatti, la delibera scattata a fine gennaio vieta l’apertura e l’esistenza dei dark store in città, ma solo in aree esterne. Un’operazione che di fatto mira a “preservare i negozi di quartiere (tradizionali) e la qualità della vita dei residenti” come si legge in una nota del comune.

                      I dark store, che nel giro di poco tempo sono fioriti in quasi tutte le più grandi città europee anche grazie alla pandemia, altro non sono che dei magazzini (come piccoli supermercati) non aperti al pubblico ma solo d’appoggio ai rider delle aziende di delivery alimentare, che possono così in poco tempo consegnare i prodotti.

                      Il divieto interesserà vari nomi del delivery come Getir, che si è rapidamente espanso in Spagna, e il delivery spagnolo Glovo – di proprietà della tedesca Delivery Hero – che negli ultimi anni si è concentrata sul segmento dei dark store. A Barcellona, Glovo ha otto strutture di questo tipo, ha dichiarato un portavoce, che ha fatto sapere che l’azienda non commenterà il divieto finché non avrà letto a fondo il nuovo regolamento.

                      Il divieto scattato dal comune di Barcellona entrerà in vigore nei prossimi giorni, una volta pubblicato sulla gazzetta ufficiale del governo, e riguarderà in totale 21 dark store. Le strutture ad oggi adibite a dark store dovranno così essere convertite in magazzini alimentari senza consegna a domicilio o in supermercati aperti al pubblico.

                      Non solo: il comune di Barcellona ha anche approvato una misura che impone alle cosiddette dark kitchen, strutture che cucinano cibo esclusivamente per la consegna a domicilio, di essere situate unicamente all’interno di quartieri industriali o periferici.

                      Barcellona non è la prima città europea ad aver messo un freno ai dark store del delivery. Nei Paesi Bassi, sia Amsterdam che Rotterdam hanno inizialmente imposto una moratoria sull’apertura di nuovi dark store nel febbraio 2022. Di fronte alle resistenze delle amministrazioni comunali, Flink, Getir, Gorillas e Zapp hanno firmato un codice di condotta congiunto in cui si impegnavano a non aprire sedi nelle vie centrali dello shopping, nelle zone pedonali o in prossimità delle scuole, e a limitare la velocità dei loro rider a 25 chilometri all’ora, come riporta NL Times. Da allora, Zapp si è ritirata completamente dal mercato olandese, mentre Getir si è mossa per acquisire la rivale Gorillas. In Francia, invece, si propone che i dark store vengano classificati come magazzini nonostante siano molto più simili ai supermercati.

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