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                      Bio-on, rinasce l’unicorno bolognese delle bioplastiche: Maip guiderà il rilancio

                      Il gruppo torinese Maip, storica realtà leader dei polimeri, acquisisce e rilancia le sorti di Bio-on, startup miliardaria di Castel San Pietro (Bo) pioniera delle bioplastiche da scarti agricoli e biomasse, la cui attività era in fermo da dicembre 2019, dopo che il tribunale ne aveva decretato il fallimento. Sul piatto 20 milioni e un piano quinquennale piano di rilancio in concordato. Ritorna in pista anche il fondatore Astorri, ancora sotto processo per la vicenda legata al crack dell’azienda

                      Dalla Redazione

                      Bio-on, startup pioniera delle bioplastiche, si appresta a tornare in campo dopo il fallimento decretato a dicembre 2019 dal tribunale di Bologna, epilogo di una vicenda giudiziaria – l’inchiesta cosiddetta “Plastic Bubble” – che ha visto la società emiliana indagata per “manipolazione del mercato e falso in bilancio”. Il gruppo di Settimo Torinese Maip, leader nel mercato dei polimeri da oltre 40 anni, con un investimento di 20 milioni di euro ha infatti dato il via a un’operazione di salvataggio per rilanciare le sorti dell’azienda di Castel San Pietro (BO) fondata nel 2007 da Marco Astorri e Guido Cicognani per sviluppare tecnologie nel settore delle bioplastiche da scarti vegetali, arrivata a superare il miliardo di euro di capitalizzazione, guadagnandosi così il titolo di “unicorno”, come riporta Il Sole 24 Ore. Attraverso la società Haruki Spa – controllata al 75% da Maip Compounding Srl e al 25% da Plastotecnica Srl (entrambe società appartenenti al Gruppo Maip) e appositamente costituita per l’acquisizione – il gruppo torinese garantirà l’esecuzione del piano concordatario quinquennale e il rilancio di Bio-On.

                      Ora Maip ha in mano la regia del nuovo capitolo della storia di Bio-on: l’impegno della nuova proprietà è quello di riavviare al più presto l’attività nello stabilimento di Castel San Pietro, dove venivano prodotte bioplastiche a base di poliidrossialcanoati (PHAs), ovvero polimeri ottenuti dalla fermentazione di scarti agricoli e biomasse, al 100% naturali e biodegradabili, ma difficili da industrializzare, come spiega Il Sole 24 Ore. Da qui l’interesse degli investitori internazionali che numerosi avevano scommesso sulla startup di Astorri e Cicognani, che dal 2014 era quotata in borsa e nel 2019 aveva raggiunto una capitalizzazione di quasi 1,3 miliardi.

                      L’obiettivo di questa acquisizione è quello di “produrre in Italia il PHA più puro e controllato esistente sul mercato a livello mondiale – dichiara Maip in una nota -. Il PHA è un polimero creato dalla natura, per la natura in grado di eliminare completamente il problema delle microplastiche inquinanti. La sinergia tra i centri ricerca di Maip e Bio-on permetterà di introdurre in tempi brevi nel mercato oltre 500 formulazioni a base polidrossialcanoati (PHA) tra polvere base e compounds “tailor made”, oltre a quelle già presenti negli assets sviluppati da Bio-on”.

                      Maip ha annunciato anche che si avvarrà fin da subito della collaborazione e delle competenze del fondatore di Bio-on Marco Astorri, ancora sotto processo per la vicenda legata al crack dell’azienda.

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