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                      Cachi di Romagna, volumi dimezzati. Bucchi, Valfrutta Fresco: “Ma la qualità è al top”

                      Quella in corso è una stagione “tra le più difficili di sempre” per i cachi di Romagna, con una raccolta partita in ritardo per il caldo autunnale e con una produzione fortemente deficitaria a causa delle avversità climatiche che si sono susseguite nei mesi scorsi. “Per il Loto di Romagna, nostro fiore all’occhiello, registriamo un calo produttivo di 2 mila tonnellate, vale a dire -50% rispetto al nostro potenziale – racconta Enrico Bucchi, direttore commerciale Italia di Alegra e Valfrutta Fresco -. E anche i volumi del Rojo Brillante risultano tendenzialmente dimezzati, con 1.500-1.800 tonnellate in meno”. Ma la qualità dei frutti è ottima, continua, e i riscontri commerciali sono positivi

                      di Carlotta Benini

                      Cachi, un prodotto di pregio dell’agricoltura in Romagna, dove la coltivazione di questo frutto tipicamente autunnale ha radici lontane. Oggi nel territorio che va dall’imolese al cesenate si concentra circa la metà della produzione italiana di cachi e il Gruppo Alegra-Agrintesa è un principale player del comparto, rappresentando circa il 14% dei volumi complessivi nazionali. Due sono le varietà con cui la cooperativa faentina è presente sul mercato: il Loto di Romagna, tipico frutto zuccherino a polpa morbida, da mangiare al cucchiaio, e il Rojo Brillante dolce e a polpa soda, comunemente conosciuto anche come caco mela.

                      “Quella che stiamo affrontando è un’annata tra le più difficili di sempre per i cachi di Romagna – esordisce Enrico Bucchi, direttore commerciale Italia di Alegra e Valfrutta Fresco (in foto) -, con una produzione dimezzata dalle avversità climatiche che nei mesi scorsi si sono susseguite flagellando questi territori”. Prima le gelate primaverili, poi le alluvioni, la grandine, perfino le trombe d’aria, non da ultimo il caldo anomalo di ottobre, con una proliferazione di insetti infestanti come la mosca della frutta che ha causato marciumi nei loti: sta di fatto che la campagna commerciale si è aperta con quantitativi decisamente deficitari.

                       

                      “Per il caco tipo o Loto di Romagna, tipicità importantissima del nostro territorio, che nell’areale fra Forlì e Faenza vede l’espressione massima degli ettari, registriamo un calo produttivo di 2 mila tonnellate, vale a dire -50% rispetto al nostro potenziale – continua Bucchi -. Anche i volumi del caco Rojo Brillante a polpa soda risultano tendenzialmente dimezzati, con 1.500-1.800 tonnellate in meno rispetto a un’annata normale”. “Se ci confrontiamo con il 2022, annata già di per sé non di piena produzione, registriamo un -40% complessivo”, aggiunge.

                      Il caldo autunnale quest’anno ha fatto slittare di una decina di giorni l’inizio della raccolta, che solitamente si apre i primi di ottobre con il Loto di Romagna e poi intorno al 20 del mese prosegue con il Rojo Brillante. Le temperature sopra la media in fase iniziale di stagione hanno influito negativamente anche sulla colorazione dei frutti, non ha raggiunto inizialmente un’intensità ottimale. “Ma la qualità gustativa è molto alta – puntualizza il direttore commerciale di Alegra-Valfrutta Fresco – fin dalle primissime lavorazioni”. Un altro fenomeno negativo che si è aggiunto alle calamità già descritte è stata la cascola dei frutti che si è verificata a fine agosto. “Un problema enorme – sottolinea Bucchi – che tuttavia, con le piante quest’anno molto scariche, ha fatto sì che i frutti che si sono salvati da tutte le avversità abbiano sviluppato un elevato tenore zuccherino e anche un calibro maggiore della norma”.

                      Il caco richiede una grande specializzazione sia per quanto riguarda i macchinari che il personale incaricato di seguire le varie fasi, dalla maturazione, al confezionamento, alla distribuzione. “Entrambe le varietà prodotte dai nostri soci subiscono dopo la raccolta un trattamento detannizzante, che avviene con etilene per il Loto di Romagna e con CO2 per il Rojo Brillante – spiega il direttore commerciale -. Entrambe le gestioni necessitano di celle di maturazione adeguate: il nostro Gruppo ha sviluppato un importante investimento un po’ di anni fa adottando una tecnologia spagnola dedicata a questo prodotto che oggi ci consente di trattare grandi volumi”.

                      Il prodotto confezionato viene poi distribuito in tutti i canali commerciali, con la Gdo che la fa da padrona. “Siamo presenti con i nostri cachi in tutte le principali catene nazionali e da qualche anno ci stiamo dedicando a un progetto di sviluppo e recupero dei mercati nord europei – racconta Bucchi -. La Svizzera rappresenta un mercato particolarmente strategico per il Loto di Romagna e anche in Francia stiamo facendo un lavoro sempre più importante”. I cachi di Alegra sono commercializzati in molte linee private label delle insegne partner, mentre il prodotto premium è distribuito sui banchi con il brand Valfrutta Fresco, “sinonimo di italianità, ma anche di tradizione e qualità”.

                      “Anche a livello commerciale la stagione in corso, per il suo carattere di eccezionalità, risulta più complicata da gestire – conclude -: in questo senso è fondamentale avere alle spalle una struttura organizzata come quella del nostro Gruppo ed è più che mai necessario fare programmazione con i clienti, al fine di elaborare le strategie di gestione e vendita migliori”.

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