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                      Coldiretti al Brennero: stop alla concorrenza sleale del cibo importato

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                      Pomodoro San Marzano prodotto in Olanda

                      Coldiretti parla di oltre 10 mila agricoltori arrivati al Brennero per la mobilitazione di due giorni – l’8 e 9 aprile – guidata dal presidente Ettore Prandini e sostenuta dal mondo politico e dell’associazionismo (ad es. Legambiente, Federbio e Slowfood). Cento camion controllati. La mobilitazione è stata finalizzata a difendere l’agroalimentare italiano in vista delle prossime elezioni europee. Due in particolare le proposte avanzate: etichetta di origine su tutti i prodotti alimentari (l’ortofrutta fresca la usa già) e divieto di importare cibo trattato con sostanze chimiche non ammesse in Europa e senza il rispetto dei lavoratori e dell’ambiente (principio di reciprocità)

                      di Eugenio Felice

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                      Oltre 10 mila gli algricoltori Coldiretti accorsi al Brennero

                      Nel giro degli ultimi dieci anni le importazioni di cibo straniero sono aumentate del 60% raggiungendo il valore record di 65 miliardi di euro. Prodotti spesso provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori. A denunciarlo è la Coldiretti sulla base di dati Istat in occasione della mobilitazione dell’8 e 9 aprile che ha richiamato oltre diecimila agricoltori al Brennero guidati dal presidente Ettore Prandini per chiedere più trasparenza sull’origine e un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard garantendo il principio di reciprocità delle regole. L’invasione non ha risparmiato alcun settore. Nel 2023, ad esempio, hanno attraversato le frontiere oltre 5 miliardi di chili di prodotti ortofrutticoli con un aumento del 14% rispetto all’anno precedente.

                      Nella due giorni sono stati quasi un centinaio i tir e le autobotti aperti con il supporto delle forze dell’ordine, dalla Guardia di Finanza ai carabinieri dei Nas, dalla polizia ai vigili del fuoco. Ma cosa è stato trovato di irregolare? A leggere il comunicato stampa di Coldiretti dell’8 aprile poco o niente. Si parla di cosce di maiale danesi dirette a Modena che “rischiano” di diventare prosciutti italiani, frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia, preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e attesi a Verona dove sono presenti numerose industrie dolciarie. È stato trovato anche un tir carico di grano senza tracciabilità. Si parla poi nel comunicato di Coldiretti di uva indiana spedita a Novara. Quindi? Non si capisce il problema, anche i sassi sanno che in aprile non è disponibile l’uva italiana e quella presente sui banchi di vendita è di importazione. Ma per Prandini “troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini”.

                      Coldiretti-Pomodoro-San-Marzano-olandese-09.04.24

                      Pomodoro San Marzano prodotto in Olanda

                      Il secondo giorno di controlli è stato trovato qualche caso curioso, tanto che Coldiretti parla in un comunicato stampa di una vera e propria sfilata di “tir degli orrori”. Ci sono ad esempio i pomodori San Marzano provenienti dall’Olanda e diretti a Verona. Una beffa – denuncia Coldiretti – per tutti i produttori nazionali di pomodoro che si vedono pagare il prodotto pochi centesimi. Ma c’è anche la ricotta fresca che arriva dal Nord Europa per essere commercializzata a Latina e il pane di Altamura dalla Repubblica Ceca destinato ad Altamura, la località della Puglia celebre per il suo pane Dop. Persino arance dalla Gran Bretagna (forse provenienti dalle Canarie) spedite a Ferrara. E ci sono anche circa duecentomila quintali di latte austriaco e belga – continua Coldiretti – destinato praticamente su tutto il territorio nazionale. E ancora, pesce fresco olandese per il Ferrarese, terra del Delta del Po, e anguille vive per Chioggia.

                      Con la mobilitazione al Brennero è partita una grande raccolta di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare che porti a estendere l’indicazione dell’origine in etichetta su tutti i prodotti in commercio nell’Unione Europea. Una cosa che riguarda in particolare i cibi processati, non l’ortofrutta fresca dove vige già l’obbligo di indicazione dell’origine sia nella confezione, se presente, sia nei cartellini sui banchi di vendita. L’obiettivo è arrivare a un milione di sottoscrizioni per spingere l’Europa a cambiare verso sul fronte della trasparenza su quanto portiamo in tavola, con l’impegno trasversale della politica e del mondo delle associazioni. La seconda richiesta – questa sì riguarda anche il mondo dell’ortofrutta – è di imporre un netto stop alle importazioni sleali di cibo prodotto secondo modalità vietate in Italia e in Europa, dall’uso di sostanze vietate allo sfruttamento del lavoro e dell’ambiente.

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