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                      Crai ritira le mascherine dai supermercati: a 50 centesimi si vende sottocosto

                      mascherine chirurgiche

                      ph courtesy: unsplash

                      È notizia di oggi, 29 aprile, che il Gruppo Crai Secom SpA – al quale fanno capo le insegne Crai, Pellicano, Caddy’s, IperSoap, Pilato, Proshop, Risparmio Casa, Saponi e Profumi, Shuki e Smoll – ha annunciato di vedersi costretto a ritirare “temporaneamente” dalla vendita dai negozi del Gruppo le mascherine chirurgiche. Questo alla luce dell’ordinanza con la quale il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus ha imposto la vendita al consumo delle mascherine ad un prezzo “calmierato” non superiore a 0,50 centesimi.

                      Ci rendiamo conto che ciò può generare disservizio verso i clienti e ne siamo particolarmente spiacenti ma – si legge nel comunicato di Gruppo Crai Secom SpA -, nonostante tutto l’impegno e la disponibilità dimostrati dai negozi del Gruppo, particolarmente in questo periodo, verso tutti i consumatori che li frequentano, siamo nell’impossibilità di vendere le mascherine ad un prezzo inferiore al loro costo di acquisto. Confidiamo che il governo voglia risolvere al più presto tale situazione in modo da consentirci di riprendere la vendita delle mascherine in questione”.

                      Gruppo Crai Secom SpA non è però il solo in difficoltà per questa decisione del governo sul prezzo delle mascherine: anche FederDistribuzione, in comunicato congiunto con Ancd Conad, ha espresso un parere simile. Le aziende italiane del commercio infatti hanno comprato le mascherine chirurgiche ad un prezzo più alto di quello ora imposto per la vendita, così chiedono al governo “di poter avere lo stesso accordo dei farmacisti e di poter accedere a fornitori in grado di offrire prezzi d’acquisto coerenti e quindi assicurando la copertura dei costi sostenuti oltre i 50 centesimi” inoltre, richiedonodi poter accedere agli stessi fornitori con le medesime condizioni per le prossime forniture così da poter mettere a disposizione dei clienti le mascherine chirurgiche al prezzo definito dall’ordinanza del Commissario Straordinario per la gestione dell’emergenza Covid-19, altrimenti le aziende della distribuzione moderna non saranno in grado di fornire questo prodotto ai clienti alle condizioni richieste”.

                      Il problema delle mascherine chirurgiche è esploso dopo la diretta di domenica sera del premier Conte che, tra gli altri provvedimenti, ha annunciato un prezzo calmierato per le mascherine chirurgiche a 0,50 euro ciascuna, e con il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri che ha reso noto di aver stretto un accordo con cinque società che metteranno sul mercato 660 milioni di mascherine chirurgiche al prezzo medio di 38 centesimi. Immediatamente sono arrivate proteste parte dei farmacisti, anche loro infatti hanno acquistato il prodotto a un prezzo maggiore, e delle aziende della moda, che hanno riconvertito le loro produzioni per far fronte all’emergenza e mantenere posti di lavoro e che con il prezzo calmierato non coprono i costi di produzione. Nel frattempo, il ministro dell’economia Gualtieri ha reso noto che per tutto il 2020 sarà eliminata l’Iva sulle mascherine.

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