Dalla Redazione
Il conflitto in Medio Oriente tra Hamas e Israele ha prodotto un effetto domino in tutta la zona, coinvolgendo anche il Mar Rosso. Le rotte marittime tra Oriente e Occidente attraverso il Canale di Suez non sono più sicure a causa dei ripetuti attacchi dei ribelli e le navi cargo hanno dovuto trovare rotte alternative, inevitabilmente più lunghe, con conseguenti aumenti vertiginosi del costo dei trasporti marittimi e tempi di percorrenza prolungati di almeno due settimane.
Secondo le stime della Coldiretti, le difficoltà alla navigazione provocate dagli attacchi degli Houthi dello Yemen contro le navi nel Mar Rosso mettono a rischio circa mezzo miliardo di esportazioni di frutta e verdura made in Italy dirette in Medio Oriente, India e Sudest asiatico.
“L’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette ad evitare il Canale di Suez, a causa dei ripetuti attacchi terroristici, hanno portato – sottolinea la Coldiretti – ad aumenti vertiginosi del costo dei trasporti marittimi e dei tempi di percorrenza”. Per portare l’ortofrutta nazionale in India attraverso lo stretto di Suez il tempo impiegato era infatti di circa 28 giorni. Ora, dovendo circumnavigare il continente africano, si arriva a più di 40 giorni con l’allungamento dei tempi che potrebbe creare problemi di conservazione del prodotto fresco, con il rischio di perdere fette importanti di mercato che sarebbero poi difficili da recuperare.
Un’analisi del Wci-World Container Index elaborata da Drewry illustra con un grafico gli effetti che la crisi nel Mar Rosso sta avendo sui prezzi delle merci che viaggiano su nave, nello specifico sul costo del trasporto per i container da 40 piedi, l’unità di misura principale. Da inizio dicembre, quando si sono intensificati gli attacchi Houthi, l’andamento dei noli marittimi dall’Asia verso l’Europa e il Mediterraneo si impenna: i prezzi sono quasi triplicati (da 1.373 a 5.213 dollari) da Shanghai a Genova e hanno fatto quasi altrettanto (da 1.171 a 4.406 dollari) per Rotterdam, come riporta il Corriere della Sera.
Secondo la Coldiretti, parlando del trasporto marittimo dei prodotti ortofruttiocoli, con le tensioni nel mar Rosso oggi si registra un aumento dei costi stimabile in 6/7 centesimi per ogni chilogrammo di merce trasportata, cosa “che incide sulla competitività delle esportazioni nazionali”.
In gioco c’è un mercato verso il quale l’Italia ha esportato oltre 217 milioni di chili di frutta, di cui oltre 182 milioni di chili mele, con principali destinazioni l’Arabia Saudita (oltre 66 milioni di chili di mele), l’India (oltre 51 milioni di chili di mele) e gli Emirati Arabi (oltre 15 milioni di chili di mele), secondo le elaborazioni di Coldiretti su dati Istat nel 2022.
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