di Massimiliano Lollis
Crisp, l’app per il grocery local e stagionale fondata ad Amsterdam nel 2018, chiude un round di finanziamenti da 35 milioni di euro: una liquidità che consentirà alla start-up di consolidare il suo business e proseguire una crescita che la stessa azienda dichiara sia costantemente al 30%. Il servizio offerto dalla app – che si definisce supermercato online per il grocery freschissimo – prevede la consegna della spesa a domicilio sette giorni su sette, nei Paesi Bassi e in Belgio, con un assortimento composto da prodotti di provenienza locale e stagionale provenienti da oltre 900 piccoli agricoltori e fornitori.
Alla base del successo della app – che sul proprio sito dichiara di voler rendere di nuovo “sano” il sistema alimentare – ci sono un team giovanissimo e numeroso cappeggiato da Tom Peeters, Michiel Roodenburg ed Eric Klaassen, ma anche un software proprietario dedicato e un sistema operativo costruito appositamente sulle caratteristiche dei prodotti locali e stagionali.
Ed è proprio attorno ai concetti di “locale” e “stagionale” che ruota la filosofia del brand, condensata in pochi paragrafi (in lingua olandese) sul sito web dedicato: l’obiettivo (molto ambizioso e forse un pò utopistico) di rifondare il sistema alimentare europeo su nuove basi e ridurre, allo stesso tempo, le emissioni tramite l’accorciamento della supply chain.
“È logico – si legge -, meno chilometri significano anche meno emissioni di Co2. Ma ci sono molte altre ragioni per puntare sul cibo locale. Ad esempio, il prodotto locale è sempre più fresco e quindi molto più gustoso. Inoltre, rimanendo nelle vicinanze, possiamo stringere la mano a produttori e coltivatori, evitando costosi intermediari. Inoltre, sappiamo esattamente da dove provengono i prodotti che finiranno sulla vostra tavola”.
A chi si chieda cosa c’entrino con il local le banane che campeggiano in bella mostra in homepage, tra gustosa frutta e verdura olandese, l’azienda risponde prontamente nelle sue pagine corporate: “Per quanto ci piaccia il local – si legge – le banane non crescono certo nel Limburgo (una delle dodici province dei Paesi Bassi, ndr). Per questo motivo, come app di grocery, ci troviamo regolarmente di fronte a scelte difficili. Che fare quando il frutto più venduto, la banana, cresce solamente intorno all’equatore? È vero, nel nostro negozio troverete banane, ma solo le migliori: biologiche, del commercio equo e solidale e con un premio extra per i contadini della cooperativa ecuadoriana con cui collaboriamo. Non proprio da dietro l’angolo – riconosce – ma grazie alla nostra filiera più corta, è la scelta migliore che siamo orgogliosi di offrirvi”.
Nel gruppo di investitori che hanno creduto alla solidità del progetto figurano alcuni dei migliori operatori del mercato come Adriaan Mol (Mollie, Messagebird), John Caspers (Adyen), Sanne Manders (Flexport), Thomas Plantenga (Vinted), nonché professionisti del retail come Sander van der Laan (Ahold, Action, Douglas) e società del calibro di Bookmakers Investments, Timeless Investments e Strikwerda Investments. Anche Keen Ventures e Target Global hanno preso parte al round.
A distanza di quasi cinque anni dal lancio, la start-up pare avere ottime prospettive di crescita. A dimostrarlo, a detta di Tom Peeters, cofondatore e ceo di Crisp, sono i buoni margini e uno zoccolo duro di clienti affezionati. “Un ordine tipico sulla nostra app – spiega – è un paniere settimanale di 30 prodotti per un valore medio di 85 euro, e il 90% degli ordini provengono da clienti abituali. I margini – continua Peeters – sono sostenuti da una continua razionalizzazione dei costi e dalla maggiore efficienza della nostra supply chain, resasi necessari a causa dell’elevata inflazione di cui non siamo certo immuni. Il risultato è che siamo sulla buona strada affinché il mercato dei Paesi Bassi sia per noi redditizio (superando il break-even, o punto di pareggio, ndr) prima dell’estate. Il Belgio, mercato in cui siamo entrati solamente un anno fa, lo sarà l’anno successivo”.
Per aumentare ulteriormente il suo impatto positivo, a partire da dicembre le operazioni della start-up saranno rese neutre dal punto di vista delle emissioni di Co2, il che ha permesso a Crisp di presentare la domanda di adesione alla certificazione B Corp rilasciata dall’ente no profit statunitense B Lab che certifica l’elevato livello di sostenibilità delle organizzazioni. “Costruire un sistema alimentare migliore – dichiara Peeters – è una delle maggiori sfide della nostra generazione. La certificazione B Corp ci aiuta a istituzionalizzare ulteriormente la sostenibilità nelle nostre attività”.
Che Crisp possa rivoluzionare il sistema alimentare olandese (ed europeo) è forse un obiettivo ancora lontano, ma l’azienda è ben conscia dei propri limiti e potenzialità: “Saremo onesti: siamo ben lontani – ammettono sempre sul sito web – dall’avere la soluzione “local” per tutti i prodotti del nostro negozio. Ma la maggior parte dei prodotti che vendiamo contribuisce a un sistema alimentare migliore. E naturalmente noi, ogni settimana, continueremo ad ampliare la nostra gamma di referenze local. Perché più persone scelgono Crisp, più saremo efficaci nel rendere grande il cibo local dei piccoli produttori e coltivatori”.
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