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                      De Castro non si ricandida alle europee, l’ombra del conflitto di interessi

                      Paolo_De_Castro

                      Paolo De Castro

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                      Paolo De Castro, europarlamentare per tre mandati

                      Paolo De Castro, 66 anni, pugliese, professore ordinario di Economia e Politica Agraria all’Università degli Studi di Bologna, membro del Parlamento Europeo dal 2009, due volte ministro dell’Agricoltura e già vicepresidente vicario della Commissione Agricoltura nelle aule di Bruxelles, non si ricandiderà alle europee (in Italia si voterà l’8 e il 9 giugno 2024). Sulla fine della sua carriera politica in Europa si allunga l’ombra del conflitto di interessi messo in luce dal docufilm Food for Profit di Giulia Innocenzi, giornalista di Report / Rai3, e Pablo D’Ambrosi, regista e sceneggiatore. Docufilm sulla brutale violenza negli allevamenti intensivi che, peraltro, sta riscuotendo un notevole successo.

                      “Un grande in bocca al lupo a Stefano Bonaccini per la sua candidatura alle elezioni politiche europee 2024 – ha scritto Paolo De Castro in un post su X (ex Twitter) il 20 aprile 2024 -. Termina qui la mia avventura al Parlamento Europeo. È stato un onore combattere per la difesa della nostra agricoltura, del nostro agroalimentare, del nostro made in Italy. La mia attività di tutela di questo straordinario settore – continua Paolo De Castro – tuttavia non finirà con i miei tre mandati da europarlamentare; sono pronto ad impegnarmi in nuove sfide professionali al fianco del settore e a tutela degli interessi del sistema Italia”.

                      Food-for-Profit-locandina

                      La locandina del docufilm Food for Profit

                      C’è chi sostiene che dietro alla decisione di Paolo De Castro di non ricandidarsi alle europee ci sia l’ombra del conflitto di interessi messo in luce dal docufilm Food for Profit. Quanto abbia inciso non è dato saperlo, ma certamente ha inciso. Il 21 aprile Giulia Innocenzi, che si definisce “femminista, animalista e antiproibizionista”, sempre su X (ex Twitter), ha scritto: “E dopo Clara Aguilera anche Paolo de Castro non si ricandiderà alle europee! Quando vi dicono che nulla può cambiare ditegli che non è vero. Andiamo avanti a diffondere Food for Profit per far conoscere la realtà dell’industria della carne e le connivenze fra lobby e politica“.

                      Ma cosa si racconta nel docufilm Food for Profit, in merito a Paolo De Castro? È stata la stessa giornalista di Report / Rai3 a spiegarlo in diverse trasmissioni televisive e post sui social vari. “Il problema è questo: alcuni di questi eurodeputati sono pagati direttamente dalle lobby – ha detto a L’Aria che Tira, trasmissione di La7 condotta da David Parenzo -. Paolo De Castro prende più di 70 mila euro l’anno da soggetti esterni al Parlamento Europeo, ha degli incarichi lavorativi, uno di questi per 25 mila euro l’anno è con Filiera Italia, che è la fondazione che rappresenta l’agroalimentare italiano, dentro ci sono grandi aziende come McDonald’s, Cremonini, Amadori, Aia”.

                      Il problema è questo – sottolinea Giulia Innocenzi -: quando Paolo de Castro o uno come lui, non è l’unico, vota al Parlamento Europeo, per esempio sui sussidi pubblici agli allevamenti intensivi o su leggi e regolamenti che hanno a che fare con il settore primario, voterà in favore dell’interesse pubblico o nell’interesse delle industrie che lo pagano?“. Nel docufilm Food for Profit si parla anche dell’europarlamentare Clara Aguilera che pochi giorni fa ha annunciato – anche lei – di non ricandidarsi alle europee, dopo che i media spagnoli la hanno accusata per le sue dichiarazioni a telecamere nascoste: “Non mi interessa la felicità del coniglio o della gallina, io li mangio“.

                      LA REPLICA DI DE CASTRO: “INFORMAZIONI ERRATE, NESSUN CONFLITTO DI INTERESSI”

                      Dopo la pubblicazione del presente articolo abbiamo ricevuto una e.mail dalla portavoce dell’onorevole Paolo De Castro, che qui riproduciamo integralmente: “Gentile Direttore, leggiamo con disappunto, nell’articolo pubblicato oggi su fruitbookmagazine.it dal titolo “De Castro non si candida alle europee, l’ombra del conflitto di interessi”, supposizioni in merito alle ragioni che hanno portato alla scelta di non candidarsi alle prossime elezioni europee”.

                      “Ci corre l’obbligo di precisare – continua la nota – che si tratta di informazioni errate, in quanto non sussiste alcuna “ombra di conflitto di interesse”, come da Voi menzionato più volte, incluso nel titolo dell’articolo. L’onorevole De Castro non ha infatti mai percepito compensi da aziende private, di alcun settore”.

                      “In quanto professore universitario e compatibilmente con la sua carica parlamentare – conclude la nota – l’Onorevole è membro di comitati scientifici o fondazioni senza scopo di lucro, ed eventuali rimborsi legati all’attività scientifica di tali associazioni sono regolarmente dichiarati, approvati e pubblicati, a norma del Regolamento del Parlamento Europeo. Cordiali saluti”.

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