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                      Dolce Lucano: il finocchio premium conquista Gdo e consumatori. Le novità

                      Escalation in Gdo per Dolce Lucano, il finocchio del Metapontino da gustare crudo, come suggerisce il claim, lanciato a fine 2019 da O.P. Primo Sole. Nel 2020 della pandemia, il debutto sul mercato di questo prodotto di fascia premium è stato più che positivo, ci raccontano Rosangela e Francesca Appio, figlie del fondatore e amministratore unico di Primo Sole, Giuseppe Appio. Dolce Lucano in questa sua seconda campagna commerciale in corso consolida la sua presenza sui banchi di alcune principali insegne distributive nazionali e fidelizza i consumatori, grazie alla sua qualità costante e anche al packaging, eco-friendly e di impatto a scaffale. Novità il bauletto da due chili, una confezione parlante con info sul prodotto e ricette. Prossime novità? Si sta studiando l’ingresso in IV gamma e nella nicchia dei trasformati a base di finocchio

                      di Carlotta Benini

                      Dolce Lucano bauletto

                      Il nuovo bauletto da due chili di Dolce Lucano, il finocchio premium di O.P. Primo Sole

                      La qualità – del prodotto e della proposta commerciale nel suo complesso – premia sempre, specie se accompagnata da innovazione e sostenibilità. È questa la “ricetta” del successo di Dolce Lucano, il finocchio top di gamma di O.P. Primo Sole, che dai campi del Metapontino è andato alla conquista dei banchi della Gdo, ottenendo, in poco più di un anno dal suo debutto commerciale (leggi qui), uno spazio sempre più ampio. Il posizionamento di questo finocchio è premium, i tratti sono distintivi, grazie anche al packaging eco-friendly e di impatto a scaffale, dalla forte valenza comunicativa. Ce ne parlano Rosangela e Francesca Appio rispettivamente responsabile commerciale e responsabile amministrativa e della comunicazione della O.P. con sede a Montescaglioso (Matera), fondata dal padre Giuseppe Appio.

                      A poco più di un anno dal debutto in Gdo di Dolce Lucano, qual è il bilancio?
                      Rosangela Appio: Dal punto di vista commerciale, il bilancio è senz’altro positivo. La prima campagna, terminata a maggio 2020, ha visto un boom di vendite durante il lockdown di aprile e marzo, quando in Gdo c’è stata una vera e propria corsa al confezionato, visto come più sicuro e rassicurante, ma anche pratico e veloce da portare via dal punto vendita. La seconda campagna commerciale, partita a ottobre 2020 e ancora in corso, vede un consolidamento di questa tendenza ma anche una fidelizzazione dei clienti, che hanno conosciuto e apprezzato il nostro prodotto e che continuano a richiederlo. La quota di mercato che abbiamo conquistato si è quindi confermata e la nostra presenza in Gdo nell’ultimo anno si è consolidata.

                      Dolce Lucano sorelle Appio

                      Da sinistra Rosangela e Francesca Appio di O.P. Primo Sole con le confezioni di Dolce Lucano

                      Ad oggi dove siete presenti?
                      Rosangela Appio: Dolce Lucano è distribuito in alcune principali insegne della Gdo nazionale, specie in area 1 e 2 Nielsen, che hanno scommesso sul finocchio premium. La novità di fine anno è stata l’ingresso un una piccola catena del Centro-Nord, in un’area dove prima non eravamo presenti: i feedback sono stati subito positivi, a conferma di come le logiche di brand e comunicazione funzionino, accompagnate in primis dalla qualità del prodotto.

                      Quella attualmente in corso è un’annata particolare per il finocchio: il prodotto a livello nazionale è di qualità eccellente, le rese superiori alla media. Questo causa una sovrabbondanza di offerta, con prezzi conseguentemente bassi: in questo contesto come si colloca Dolce Lucano?
                      Francesca Appio: In questo clima generale il nostro prodotto si è ancora una volta distinto per le sue caratteristiche uniche. È un finocchio croccante, particolarmente dolce e anche grazie al contenuto superiore di anetolo, ideale da consumare crudo, come suggerisce anche il claim sulle confezioni. È anche la tipologia di consumo che distingue il nostro prodotto: il finocchio sfuso è spesso visto come una commodity, Dolce Lucano invece, con le sue confezioni parlanti, eleganti e colorate, che riportano informazioni sull’origine del prodotto e ricette su come gustarlo al meglio crudo, è una proposta esclusiva. E non delude le aspettative: dopo averlo provato, il consumatore è spinto nuovamente all’acquisto e si fidelizza, ritrovando nel prodotto una qualità costante. È grazie a tutte queste caratteristiche che abbiamo mantenuto salda la nostra quota di mercato, senza registrare una flessione di prezzo, anche in un momento come quello attuale in cui le performance dello sfuso sono più basse della media. Questo è il più grande risultato che potessimo ottenere, specie nel primo anno di lancio del prodotto, ancor più se pensiamo al momento storico che stiamo attraversando.

                      Dolce Lucano finocchio

                      Sul fondo del bauletto sono presenti ricette per gustare crudo il finocchio Dolce Lucano

                      A proposito di confezioni parlanti, avete di recente lanciato un nuovo packaging: di cosa si tratta?
                      Francesca Appio: Dolce Lucano è un progetto giovane e improntato sulla novità, il nostro obiettivo è quello di mantenere alta l’attenzione introducendo per ogni campagna un elemento che generi curiosità. Così a fine anno abbiamo lanciato il bauletto da due chili, un packaging eco-friendly in cartone ondulato contenente da cinque a sei pezzi, che riporta sul fondo alcune curiosità sul finocchio metapontino e sulle sue origini antichissime e delle ricette (sono quattro quelle attualmente in rotazione, ndr) che ne valorizzano il consumo a crudo. La confezione è accattivante nella grafica e nei colori ed è amica dell’ambiente, così come lo sono i vassoi in cartoncino già lanciati in precedenza, con cui è confezionato il prodotto nel suo formato da due pezzi.

                      Cartone per un prodotto umido come il finocchio: come siete riusciti a coniugare questi due aspetti?
                      Francesca Appio: Siamo riusciti in questa sfida grazie a Ghelfi Ondulati, con la quale abbiamo fatto – e stiamo continuando a fare – numerosi test per migliorare progressivamente le performance del packaging anche in condizioni di stress (es. linea di lavorazione bagnata, umidità in cella). Grazie alle sue tecnologie di stampa digitale Ghelfi ci ha permesso anche di riportare sul fondo dei bauletti le informazioni sul prodotto e le ricette.

                      Attualmente su cosa state lavorando?
                      Francesca Appio: Sul fronte delle ricette abbiamo dato il là alla collaborazione con una foodblogger che ogni due settimane proporrà nuove idee sulle pagine social di Dolce Lucano. Siamo sempre alla ricerca della novità e concentriamo la nostra attività da un lato sullo studio dei consumatori, dei loro gusti e dei nuovi trend, dall’altro sullo studio della fattibilità dei progetti che possano andare incontro a questi trend.

                      Prossime novità?
                      Rosangela Appio: Stiamo studiando come trattare al meglio il finocchio (un prodotto soggetto a ossidazione e disidratazione dopo il taglio, ndr) per fare ingresso nella IV gamma e nella nicchia dei trasformati a base di finocchio. Speriamo di poter lanciare presto delle novità in questo senso.

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