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                      Donnalia, entra nel vivo la stagione del melone retato

                      Un leggero calo dei volumi, dovuto al meteo poco favorevole nella fase iniziale di sviluppo dei frutti, non compromette le aspettative per la campagna 2024, partita con circa quindi giorni di anticipo. Vincenzo Di Pasquale, titolare di Donnalia, marchio dell’ortofrutta siciliana premium, parla di un prodotto a polpa rossa dolce, di ottima qualità e riconoscibile dai consumatori: “È così atteso – dice – perché fa da apripista alla frutta estiva”

                      di Maddalena De Franchis

                      Donnalia melone

                      Con lo stacco dei primi frutti all’inizio di aprile è cominciata, in Sicilia, la campagna del melone retato: una partenza in anticipo rispetto alla tempistica consueta, per effetto delle temperature più elevate – e dunque più favorevoli alla maturazione – registrate fra marzo e aprile. Dopo un raccolto 2023 contrassegnato da continui alti e bassi, le aspettative per quest’annata sono alte e prevale un cauto ottimismo: a fare il punto – dalle campagne di Licata (Ag), terra particolarmente vocata per questa coltura – è Vincenzo Di Pasquale, che a Delia (Cl) gestisce, assieme al fratello Angelo, la storica azienda Donnalia.

                      “Il nostro melone retato a polpa rossa, caratterizzato da una pianta robusta e molto produttiva, si presenta quest’anno con una buona consistenza interna e un grado brix compreso fra 15° e 18°: indicatore, quest’ultimo, di ottima qualità e dolcezza – spiega Di Pasquale -. I volumi, però, sono previsti in calo di circa il 20% rispetto al raccolto medio: colpa delle condizioni meteo non sempre propizie in fase di allegagione”.

                      A questo proposito occorre ricordare che, in Sicilia come nel resto d’Italia, siamo reduci da un’annata assai povera in termini di volumi, con un consuntivo nazionale a volume precipitato al di sotto delle 500 mila tonnellate: è il record negativo del decennio (Fonte: elaborazione Cso Italy). Il crollo è stato causato sia da un calo delle superfici dedicate, giunte a 16 mila ettari (contro le 18 mila di dieci anni fa), sia da una diminuzione delle rese produttive, dovuta alle tante avversità climatiche che non hanno dato tregua ai produttori italiani. L’auspicio, dunque, è che si faccia meglio dello scorso anno.

                      Donnalia melone

                      “Andremo avanti con la campagna fino alla fine di giugno – prosegue Di Pasquale -. Vendiamo il nostro prodotto per una quota dell’80% in Italia e per il 20% all’estero, principalmente in Francia e Germania. Sebbene il mercato sia composto sia dal canale tradizionale (grossisti e dettaglianti ortofrutticoli) che dalla Gdo, siamo consapevoli che il melone è valorizzato maggiormente attraverso il canale tradizionale, grazie ai tanti clienti storici e fruttivendoli abituati a consigliare il nostro prodotto al consumatore. I nostri meloni, ciascuno dei quali è bollinato, sono estremamente riconoscibili e attesi da quei consumatori più attenti al gusto superiore e alla qualità. Da parte nostra, ci impegniamo a non deluderli: per questo stacchiamo il frutto dalla pianta solo al momento giusto”. Ma qual è il famigerato “momento giusto”? “Occorre fare attenzione all’aspetto della venatura sulla buccia e alla cerchiatura attorno al picciolo, che lega il frutto alla pianta – replica Di Pasquale -. Noi ci affidiamo a raccoglitori sapienti, che sono con noi da sempre e sanno identificare il momento perfetto per la raccolta”.

                      Da Donnalia non temono la concorrenza dall’estero: Marocco e Penisola Iberica sono tra i principali esportatori, ma entrambi sono alle prese, attualmente, con problemi legati agli eventi atmosferici avversi. Non solo: chi lavora con il melone sa che soltanto l’alta qualità permette di fidelizzare la clientela. “Ormai, anche le insegne della Gdo più sensibili al tema dei prezzi esigono un frutto dalle caratteristiche organolettiche elevate – argomenta Di Pasquale -. Per qualità del frutto e lavorazione, il nostro prodotto ha decisamente una marcia in più rispetto ai concorrenti stranieri”.

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