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                      Dopo le polemiche per l’appalto senza gara Farinetti rimane a Expo

                      A quasi cinque mesi dal via, Expo non smette di accendere questioni e problemi. La scorsa settimana a finire nell’occhio del ciclone è stato Oscar Farinetti, l’inventore di Eataly, per l’appalto da 20 ristoranti nell’area espositiva Expo, senza gara. E dopo le minacce di abbandono oggi, dal suo ristorante di New York il patron del Made in Italy culinario, fa sapere dalle pagine del Corriere della Sera che rimarrà

                       

                      Eataly

                      Italy is Eataly, questo il nome del progetto di Farinetti per Expo. Il presidio di Eataly si svilupperà su 8mila mq con venti ristoranti regionali, dalla Valle d’Aosta alla Sardegna, attraversando tutte le tradizioni gastronomiche della penisola, saranno impiegati centoventi chef per 2 milioni di pasti serviti e offrirà ai visitatori una spettacolare offerta di piatti tipici con materie prime Dop. Un intervento insomma che sarà mirato a esaltare la biodiversità della cucina e dei prodotti agroalimentari italiani. Tra i numerosi eventi saranno coinvolte anche le università con gli studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che racconteranno ai visitatori in varie lingue la storia dei prodotti tipici.
                      L’incrinarsi del progetto è partito qualche settimana fa quando Sel ha presentato un’interrogazione parlamentare in cui si chiede di sapere “quali siano stati i criteri che hanno portato all’assegnazione senza gara dei due padiglioni alla società “Eataly”. A difesa accordo era arrivato subito il giudizio di Giuseppe Sala, commissario per Expo che aveva spiegato così le sue decisioni “Possiamo non fare una gara quando c’è unicità. E dal nostro punto di vista Eataly è unico. Eataly è l’unico marchio del settore riconosciuto in tutto il mondo e lo abbiamo voluto per quello”. Nello stesso momento però lo stesso Raffaele Cantone, presidente dell’autorità nazionale anti-corruzione, aveva chiesto di vedere le carte per accertarsi che non vi fossero irregolarità.

                      Eataly

                       

                      La risposta di Eataly non si era fatta attendere, minacciando di mollare il progetto se le polemiche sarebbero continuate. A rabbia sbollita, dopo qualche giorno, Farinetti ritorna oggi sui suoi passi dichiarandosi parte del progetto Expo e spiegando le sue ragioni a il Corriere della Sera “Non contesto Expo. Lo sfogo era su quelli che criticano e basta. Averne di gente come Cantone, che fa i controlli e becca chi ruba. Ma tra Expo e Eataly è tutto alla luce del sole. Expo ha giudicato unica l’immagine internazionale di Eataly perché è, purtroppo, l’unica rete italiana di food retail e ristorazione sviluppatasi in tutto il mondo, essendo peraltro assai stimata ovunque. Per questo crediamo che Expo abbia giudicato di invitarci senza fare una gara».

                       

                       

                      Non solo, il patron di Eataly vuole mettere i puntini sulle i specificando che il rischio di perdita per la sua società c’è ed è forte “Expo ha imposto a Eataly di allestire il padiglione, avrà il 5% su tutti gli incassi lordi, organizzeremo a nostre spese un’infinità di eventi. Investiremo 7 milioni. Nei 20 ristoranti regionali ruoteranno ogni mese altrettanti ristoratori, della cui qualità Eataly si farà garante, e ai quali lascerà il 70% degli incassi”.