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                      “È la Spagna a decidere i prezzi delle pesche italiane”. La lettera di un agricoltore

                      “I prezzi di pesche e nettarine sono determinati dalla Spagna”. A sostenerlo è Massimo Scozzoli, agricoltore di Forlì, che in una lettera inviata a Fruitbook Magazine espone il suo pensiero su quanto siano influenti da un lato le produzioni di pesche e nettarine spagnole, che prima di altre si affacciano sul mercato europeo e che a livello quantitativo sono decisamente maggiori; dall’altro le direttive delle grandi insegne della GDO tedesca – e non solo – che, nonostante parlino di biodiversità, in realtà vogliono prodotti uniformi. Di seguito la lettera integrale

                      Dalla Redazione

                      pesche

                      “È palese che il prezzo di pesche e nettarine venga influenzato maggiormente dall’offerta spagnola (per quanto riguarda i prezzi dedicati al consumo europeo e nazionale) in quanto è noto che le produzioni spagnole sono quantitativamente superiori alle produzioni degli altri Paesi del bacino del Mediterraneo, Italia inclusa”: inizia così la riflessione che ci ha inviato Massimo Scozzoli, agricoltore di Forlì, in merito ai prezzi di pesche e nettarine italiane.

                      “Sulla qualità se ne può discutere quanto si vuole, ma non sulle quantità: è un dato di fatto che siano maggiori le produzioni spagnole. A questo si aggiunge che il mercato principale di riferimento, la Germania, è un mercato che a parole, perlomeno a detta dei politici che risiedono nella comunità Europea, vuole la biodiversità – sottolinea Massimo Scozzoli -, ma nei fatti vuole invece la totale omogeneità dei prodotti che acquista, specialmente per le grosse catene distributive presenti in Germania e anche in tutti gli altri Paesi europei ed extraeuropei”.

                      A riguardo, racconta Massimo Scozzoli: “Mi pare di ricordare un’intervista fatta tempo fa al responsabile freschi di una nota insegna della GDO tedesca che lamentava il fatto che per ottenere 20 bilici di nettarine tutte uguali bisognava per forza rivolgersi in Spagna, perché l’Italia quando propone 20 bilici di nettarine, queste non sono sono omogenee di colore, con buona pace della biodiversità varietale”.

                      Massimo-Scozzoli-agricoltore

                      Massimo Scozzoli, agricoltore di Forlì

                      “Comunque, fatte queste piccole premesse, non bisogna dimenticare che la Spagna da sempre ritiene l’agricoltura asse principale per il PIL interno, mentre per altri Paesi, come l’Italia, questo concetto viene spesso dimenticato, quindi, nonostante che i costi di produzione tra l’Italia e la Spagna attualmente siano molto simili, i produttori esportatori spagnoli godono di agevolazioni da parte del loro stato e questo, ovviamente, ha ripercussioni negative per la formazione dei prezzi di pesche e nettarine anche all’interno del nostro Paese. Infatti, l’offerta spagnola è indistinta per Germania, Francia, Inghilterra, Paesi nordici e Italia, e spesso ci sono catene distributive italiane che per fare offerte con calibri medio-piccoli si rivolgono alla Spagna.

                      “Parrebbe anche ci siano commerciante italiani che comprano prodotti spagnoli e li commercializzano in Italia come prodotti italiani, e non sporadicamente – afferma Scozzoli, che prosegue -. È comunque mia opinione che, al di là di tutto questo, il fatto che la Spagna si affacci ai mercati per prima, con produzioni tra a metà/fine aprile e maggio, influisca nel decretare i prezzi. Infatti, in questo modo possono avere una visione delle produzioni globali a livello europeo e decidere il livello dei prezzi da tenere in base alla propria produttività. Visto appunto il fatto che hanno una maggior produttività nei loro areali e forse un miglior associazionismo, anche se a me a dire il vero risultano solo superfici decisamente più ampie, spesso molto concimate e alternate con un maggior uso di fitoregolatori – prosegue Scozzoli, che conclude -. Lo stesso discorso volendo lo possiamo fare anche per il kiwi, anche se in questo caso ci si deve spostare in Grecia, Paese che ultimamente sta venendo alla ribalta su tutti i mercati europei per le quantità sempre maggiori di kiwi prodotte grazie anche alle condizioni pedoclimatiche vantaggiose per l’actinidia. Anche se di anno in anno prolungano lo stoccaggio di merce nazionale nelle celle frigorifere e questo non è un bene: ma questa è tutta un’altra storia”.

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