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                      Ekoplaza apre ad Amsterdam il primo reparto “plastic-free”. Modello per la Gdo?

                      Ha aperto oggi ad Amsterdam il primo reparto di supermercato “plastic-free” in Europa: una corsia, quasi 700 prodotti biologici e nessuna plastica nel packaging dei prodotti, solo materiali compostabili o riciclabili. L’iniziativa è stata lanciata dalla catena di supermercati bio Ekoplaza in collaborazione con l’associazione inglese A Plastic Planet. Il modello di “reparto senza plastica” – promette Ekoplaza – verrà esteso a tutti i 74 punti vendita sparsi nel Paese entro la fine del 2018. “In un’epoca in cui possiamo avere cibi senza glutine, senza grassi e senza lattosio – si chiedono gli attivisti – perché non possiamo acquistare alimenti senza confezioni in plastica?” La parola passa ora alla Gdo…

                       

                      di Massimiliano Lollis

                       

                      Il nuovo reparto “plastic-free” di Ekoplaza ad Amsterdam (Foto: Ewout Huibers/PA)

                      Acquistare (e vendere) prodotti senza plastica ora è possibile. A dimostrarlo è la catena di supermercati di prodotti bio Ekoplaza, che oggi ha inaugurato ad Amsterdam il primo reparto di supermercato “plastic-free” d’Europa: 680 referenze bio confezionate con materiali riciclabili e compostabili, rigorosamente senza plastica. La catena ha fatto sapere che l’iniziativa – nata dalla collaborazione con l’associazione ambientalista inglese A Plastic Planet – verrà estesa entro la fine del 2018 a tutti i 74 negozi sparsi nel Paese.

                       

                      Secondo le due realtà coinvolte, ridurre l’utilizzo del packaging in plastica oggi è un imperativo. “Le confezioni in plastica che usiamo – si legge sul sito web di Ekoplaza – ci servono solo per pochi giorni, ma il loro devastante impatto sul nostro pianeta può durare centinaia di anni”. In effetti, basta leggere i dati pubblicati dall’associazione A Plastic Planet per farsi un’idea delle enormi dimensioni – spesso sottovalutate – del problema: a partire dai 6,3 miliardi di tonnellate di plastica prodotta dagli anni ’50 ad oggi, di cui solamente il 9% sarebbe stata riciclata.

                       

                      Ma un’altra percentuale definisce ancora meglio quello che può essere l’impatto del nostro comportamento di consumatori sulla problematica: se il 40% di tutta la plastica prodotta finora nel mondo è stata destinata al mondo degli imballaggi, ben la metà di questa percentuale riguarda quella destinata unicamente al confezionamento di alimenti e bevande.

                       

                      Un dettaglio del reparto plastic-free (Copyright: Ekoplaza)

                      “Questo – si legge sempre sul sito di Ekoplaza – è solo l’inizio del nostro movimento senza plastica”. Un movimento che pare stia raccogliendo i primi frutti: è anche grazie a iniziative come queste e alla pressione di gruppi ambientalisti come A Plastic Planet se la politica se ne sta accorgendo. Almeno in Regno Unito, dove la premier Theresa May ha annunciato un piano per abbattere l’utilizzo non necessario di plastica entro il 2042, mentre a Londra il sindaco Sadiq Khan ha recentemente annunciato un piano da 750 mila sterline per creare nuove fontane pubbliche nella capitale. L’obiettivo è ambizioso: un futuro in cui si utilizzino solo bottiglie riutilizzabili o in vetro per abbattere l’utilizzo delle bottiglie in plastica usa e getta.

                       

                      “In un’epoca in cui possiamo avere cibi senza glutine, senza grassi e senza lattosio – si chiedono gli attivisti – perché non possiamo acquistare alimenti senza plastica?” La parola passa ora alla Gdo. Se l’esperienza di Ekoplaza può fare ben poco per ridurre in modo significativo l’inquinamento della plastica nell’ambiente, iniziative come questa possono agire da stimolo e modello per le maggiori realtà della Gdo.

                       

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