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                      Esselunga: Caprotti va in pensione

                      Il saluto ironico ai dipendenti: non pensate di liberarvi di me. A Pioltello applausi, lucciconi e commozioneIl saluto ironico ai dipendenti: non pensate di liberarvi di me. A Pioltello applausi, lucciconi e commozione

                      caprotti va in pensione

                      «Penso di avere il diritto di prendermela con un po’ più di calma…ma non sperate di liberarvi così facilmente di me». A 88 anni, 62 dei quali dedicati al lavoro, Bernardo Caprotti lascia la guida della sua creatura, l’ Esselunga. Niente più poteri, deleghe, nè incarichi ma questo «non significa affatto che, a Dio piacendo, io non possa continuare», avverte il patron della catena italiana della grande distribuzione in una lettera di auguri inviata ai dirigenti della prima linea.« Penso di avere il diritto di prendermela con un po’ più di calma…ma non sperate di liberarvi così facilmente di me».

                      E’ il 23 dicembre, l’anti Vigilia di Natale e tutti dipendenti della sede centrale di Limito di Pioltello (Milano) si sono raccolti nell’atrio. A luci spente hanno aspettato, come si fa per le feste a sorpresa, l’ingresso del presidente e lo hanno quindi accolto con un applauso.

                      “Ho dato le dimissioni” ha annunciato Caprotti e invece di lasciarsi andare alla malinconia, ancora una volta ha preferito i toni dell’umorismo: “ma quello in pensione sono io, voi tornate al lavoro!”. “Penso di avere il diritto di prendermela con un po’ più di calma” spiega Caprotti in una lettera d’auguri, inviata prima di Natale ai suoi dipendenti, con la quale prova a far chiarezza citando “voci preoccupate” sul futuro dell’azienda.

                      Esselunga è oggi una delle principali catene italiane del settore della grande distribuzione, con 144 superstore e supermarket in Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Liguria, oltre 20.000 dipendenti, un fatturato di 6,8 miliardi di euro e un utile nel 2012 di 238 milioni di euro. E non c’è da stupirsi che le ipotesi sul destino dell’impero siano andate di pari passo in questi ultimi anni con la battaglia legale con i figli.

                      Ufficialmente Caprotti ha passato le consegne nel 2011 quando Vincenzo Mariconda è stato nominato presidente mentre Carlo Salza è l’ad già dal 2008. “Qui c’è gente fortissima – scrive – una organizzazione rigorosa e straordinariamente sciolta. E la predisposizione di un futuro che mi lascia tranquillo”. “Vedo un futuro di eccellenza e di continuo progresso con una ragionevole espansione” rassicura e forse pensa alle prossime aperture, per esempio quelle programmate a Roma che dovrebbero arrivare a traguardo.

                      “Questa è una cosa di cui mi sono preoccupato per sessantadue anni e che è ben chiara e sentita da chi ci sarà” conclude. E c’è chi è pronto a scommettere che presto lo si vedrà di nuovo tra i cantieri o fra i banconi degli stores, per parlare con la gente e non smettere, come ama dire, di “essere il primo servitore” di Esselunga.