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                      Export in Cina, dopo i kiwi protocollo sugli agrumi. Martina: “Non è finita qui”

                      Cina
                      Il Ministero delle Politiche Alimentari e Forestali ha reso noto il 28 gennaio che sono stati firmati a Pechino, dal ministro delle Salute Beatrice Lorenzin per contro del Mipaaf, due accordi con l’amministrazione generale per il controllo della qualità, l’ispezione e la quarantena della Repubblica Popolare Cinese. In particolare è stato siglato un protocollo sui requisiti fitosanitari per l’esportazione di agrumi italiani in Cina

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Porto Shanghai

                      Il porto di Shanghai, il primo al mondo per il traffico container

                      L’accordo consentirà l’apertura di questo mercato per i nostri agrumi e un memorandum d’intesa in materia di qualità dell’olio di oliva, che struttura la cooperazione tra il Mipaaf e Aqsiq nei controlli di qualità e comprende anche un accordo per la formazione di tecnici cinesi.  “Il sistema di controlli in campo agroalimentare – ha commentato il ministro Martina – rappresenta una storia di successo per il nostro Paese e gli accordi firmati oggi a Pechino confermano la grande attenzione con cui Paesi e mercati strategici come quello cinese guardano al nostro modello”.

                       

                      “L’esperienza di Expo Milano 2015 – ha aggiunto Martina – ci ha permesso di far conoscere le nostre aziende e rafforzare la partenership con il Paese asiatico. Siamo al lavoro per favorire le esportazioni dei prodotti ortofrutticoli italiani eliminando le barriere fitosanitarie. Gli accordi siglati oggi sono un passo in avanti importante ma dobbiamo continuare su questa strada per favorire l’export italiano in Cina e avviare relazioni strategiche su alcuni temi chiave come l’innovazione e la tecnologia”.

                       

                      Un risultato più politico che di mercato: le arance, soprattutto quelle rosse, difficilmente possono sopportare un mese di nave per arrivare ai porti cinesi, come sanno i produttori siciliani. Il protocollo in essere con il Giappone, ad esempio, non ha dato alcun risultato per il prodotto fresco. Molto più interessante sarebbe l’apertura del mercato cinese alle mele italiane ma ancora più importante sarebbe poter tornare a varcare in modo lecito la frontiera russa. Positivo però il segnale mandato da un ministero che finora ha fatto pochissimo per agevolare l’ortofrutta italiana all’estero.

                       

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