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                      Fico chiude in crisi di identità. Riaprirà come parco divertimenti?

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                      Fico Eatly World si prende una pausa e chiude fino alla primavera del 2021. Troppi i costi di mantenimento per superfici così ampie, in relazione ai visitatori. Così, mentre i locali sono chiusi e i dipendenti in cassa integrazione, i manager affermano che l’intera struttura verrà ripensata nell’ottica di un parco divertimenti diversificato in 7 aree tematiche per essere più chiaro anche agli occhi del visitatore, che sin dall’apertura ha visto questa struttura come un ibrido (poco riuscito) tra un ristorante, un centro commerciale e un parco divertimenti

                      Dalla Redazione

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                      FICO Eataly World

                      “Nel rispetto delle misure prese dal Governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria siamo costretti a chiudere FICO Eataly World, ma noi nutriamo una grande fiducia perché la natura ci ha insegnato che anche la peggiore tempesta prima o poi svanisce e lascia spazio al cielo sereno. Per questo vi diamo appuntamento a momenti migliori, a quando torneremo a divertirci, ad abbracciarci e a godere di momenti spensierati insieme”: questo il post comparso qualche giorno fa sulla pagina Facebook di Fico Eataly World che giustifica la chiusura del parco agroalimentare aperto solo tre anni fa nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo di Bologna.

                      Di fatto, sono troppe le incertezze dettate dal Covid-19: tra restrizioni e lockdown i costi della struttura sono insostenibili, così si è preferito chiudere. Il parco dei divertimenti del cibo firmato Oscar Farinetti si prende così una pausa fino alla primavera del 2021. Poi si vedrà, anche in base a come sarà la situazione Covid-19, ma non solo.

                      C’è da dire che già in tempi “di pace” la Disneyland del cibo made in Italy, o “sgradevole americanata” come è stato definito, non se la passava troppo bene:  il 2019 lo ha chiuso con perdite che si attestavano a 3,1 milioni con un valore della produzione in calo del 13,6%, da 38 a 33 milioni di euro. Un fallimento per un progetto che non è mai decollato. È stato definito anche “10 ettari di solitudine” (leggi qui).

                      Nel frattempo Fico verrà ripensato nell’ottica di un parco divertimenti diversificato in 7 aree tematiche (vino, salumi, latte….), almeno così ha fatto sapere ai sindacati Stefano Cigarini, il manager che da Coop Alleanza è passato a Fico per risollevarlo dopo le perdite del 2019. Di fatto, si parla di un piano quinquennale di rilancio in cui l’intera struttura verrà ripensata in modo tale da avere un’identità più definita di quell’ibrido poco chiaro agli scarsi visitatori che è invece oggi. Infine, si punterà sui congressi, che finora hanno funzionato bene, mentre al vaglio c’è anche un possibile biglietto da pagare per entrare.

                      Una chiusura che quindi porterà a un restyling degli spazi e degli obiettivi del progetto: nascerà un museo della gastronomia italiana, così come proseguirà la costruzione di un albergo. Anche i locali rimarranno, nonostante le difficoltà degli operatori. Come riporta La Repubblica, le disdette ad oggi sono sei, tra cui: Naturovo, Antica Ardenga, Camst e Parmigiano Reggiano. I cantieri verranno avviati nel primo trimestre del 2021. Entro fine anno il nuovo piano industriale verrà approvato dai manager, così come i finanziamenti necessari da parte dei soci (Coop e Eataly hanno già messo oltre 4 milioni per ripianare le perdite). Ad oggi, il mantenimento dei posti di lavoro sembra garantito grazie alla cassa integrazione.

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