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                      Finocchio, campagna al giro di boa per Paolillo, che punta su qualità e innovazione

                      È un finocchio “Buono in ogni momento”, come recita il claim sulle confezioni, che mantiene alta la sua promessa di qualità, italianità, origine controllata, sostenibilità anche quando il contesto di mercato non è dei migliori. Dopo un novembre di quotazioni non soddisfacenti, ora la campagna del finocchio Paolillo entra nel vivo con la raccolta nel foggiano: il prodotto è eccellente, ci racconta il sales manager Ciro Paolillo, l’export è partito, seppur in ritardo, e sul mercato si prospettano condizioni migliori. L’innovazione fa la differenza, sempre, e l’azienda salernitana è pioniera in questo senso: Mariapia Paolillo, responsabile amministrativa, ci racconta il successo del progetto Foen dei cosmetici al finocchio e un nuovo studio sulla valorizzazione degli scarti

                      di Carlotta Benini

                      Finocchio Paolillo

                      Finocchio 100% italiano e di alta qualità, da filiera controllata, sostenibile in tutte le fasi del processo produttivo, dal campo al confezionamento. Ecco i tre plus di Paolillo raccontati nel nuovo packaging, che mette in evidenza l’impegno green dell’azienda di Eboli (Sa) specialista di questo ortaggio, che oggi è presente sul mercato per 12 mesi all’anno con un prodotto top di gamma, destinato ai mercati all’ingrosso e alla Gdo italiana, con un 10% di export.

                      Non è un’annata semplice quella in corso per il finocchio made in Italy. Il comparto – già provato da rincari di ogni tipo (si stima un +30% di costi di produzione al chilo), per non parlare degli sconvolgimenti climatici che creano situazioni di mercato instabili e incerte – è reduce da un mese di novembre caratterizzato da una sovrapposizione di offerta, con conseguenti prezzi al consumo poco soddisfacenti. “Nelle scorse settimane c’è stato accavallamento fra le produzioni dei vari areali, da Avezzano a Foggia, passando per la Toscana – esordisce Ciro Paolillo, sales manager della Paolillo Srl -. Con un surplus di merce sul mercato i prezzi sono andati al ribasso, con quotazioni in questa fase non sufficienti a coprire i costi di produzione”. Anche l’export, che solitamente da inizio novembre è vivace, è partito a rilento, con una domanda da parte della Germania, principale mercato estero di riferimento, slittata di una ventina di giorni rispetto al calendario commerciale tradizionale.

                      Ora, passato novembre, resterà solo la Puglia come zona di produzione, la speranza quindi è che, con un mercato meno saturo, si inizino a spuntare prezzi migliori. “In questo momento stiamo raccogliendo nell’areale di Foggia, il finocchio è Michelangelo, varietà messa a punto da Hm.Clause – prosegue Paolillo -. Fra dieci giorni inizieremo a raccogliere la varietà Tiziano, sempre nel foggiano, poi a gennaio ci si sposta in Campania, nella piana del Sele, e quindi fine gennaio in Calabria, sempre con la stessa varietà in raccolta”. “Attualmente il prodotto è di qualità eccezionale – aggiunge -: proprio per questo l’auspicio è che la campagna prosegua con una svolta in positivo”.

                      Finocchio Paolillo

                      Bello, rotondo, bianco e turgido, di grosso calibro (dai 400 ai 550 grammi): questo è il prodotto che richiede oggi il mercato e che risponde all’identikit del finocchio Paolillo. Un finocchio Buono in ogni momento, come recita il claim che spicca sulle nuove confezioni brandizzate e anche sul bollino che – novità – da qualche mese contrassegna il prodotto sfuso destinato ai mercati all’ingrosso e, tramite questi, anche ai dettaglianti. “Si tratta di un’operazione, quella della bollinatura, volta a valorizzare il prodotto di qualità superiore destinato al mercato interno, al contempo fidelizzando il cliente che nel brand Paolillo riconosce una garanzia di qualità, salubrità, origine controllata, sostenibilità”, spiega il sales manager.

                      Un finocchio buono in ogni momento, di cui non si spreca niente. Una recente ricerca effettuata dall’Università degli Studi di Salerno, coordinata dalla dottoressa Maria Assunta Crescenzi, dimostra infatti che tutte le parti del finocchio Paolillo, anche il gambo e le foglie, sono ricche di proprietà benefiche e sono quindi preziose sia per l’alimentazione che per l’applicazione nella cosmesi o nell’industria nutraceutica. “Lo studio – spiega Mariapia Paolillo, responsabile amministrativa dell’azienda di famiglia – è stato presentato a giugno scorso a Siracusa durante l’evento Massa 2022 dedicato alla spettrometria di massa. La dottoressa Crescenzi ha presentato i risultati delle analisi metaboliche effettuate sugli scarti di finocchio forniti dalla nostra azienda, confrontando diverse parti di scarto come bulbo e foglia ed effettuando anche un’analisi comparativa tra diverse varietà di diversa stagionalità. Lo studio ha mostrato che gli scarti di finocchio sono ricchi di composti bioattivi come glicosidi flavonoidici, acidi fenolici e ossilipine, dalle elevate proprietà antiossidanti e antinfiammatorie”.

                      A proposito di progetti universitari e di cosmetica, il 30 novembre Mariapia Paolillo sarà ospite della prima edizione del master internazionale “The Italian foods of the future” organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e ideato e tenuto dalla prof.ssa Marta Pietrobponi, incentrato sull’attività di ricerca e sull’innovazione tecnologica in campo agroalimentare. “Racconteremo la nascita del progetto Foen (l’esclusiva linea cosmetica al naturale a base di finocchio lanciata in modo pionieristico da Paolillo nel 2018, ndr) e come in tutti questi anni abbiamo investito nell’innovazione per valorizzare un ortaggio, il finocchio, che non finisce mai di stupire”.

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