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                      Food delivery: più di 200 colonie batteriche negli zaini dei rider

                      Sono più di 200 le colonie batteriche trovate in un box di Glovo utilizzato per il trasporto alimentare: per molto meno un ristorante verrebbe chiuso. È con questa inchiesta, dal titolo “Batteri a domicilio”, che si apre il numero di luglio del Gambero Rosso, che ha messo in luce quella che la testata stessa definisce un “buco nel sistema” nella filiera del delivery: ovvero la mancanza di igiene all’interno dei contenitori che i rider utilizzano per riporre il cibo durante il trasporto

                      Dalla Redazione

                      È un’inchiesta del Gambero Rosso a mettere in luce quella che la testata stessa definisce un “buco nel sistema” nella filiera del delivery: ovvero la mancanza di igiene all’interno dei contenitori che i rider utilizzano per riporre il cibo durante il trasporto.

                      Nello specifico, il Gambero Rosso intervista Laura Panzironi, responsabile del Laboratorio SiLa specializzato in analisi microbiologiche alimentari, la quale ha esaminato una delle sacche per il trasporto alimentare di Glovo, che ha fatto sapere come sul fondo e sulle pareti laterali del box termico siano state trovate più di 200 colonie di batteri: il “triplo” di quelle che si possono trovare “sul pavimento di un ristorante”, tant’è vero che nel caso di un controllo sanitario il locale “verrebbe sanzionato perché troppo sporco”, osserva la testata.

                      Come riporta il Gambero Rosso, il controllo del rispetto delle disposizioni “in materia di sicurezza alimentare” è affidato alle Asl (ai Servizi veterinari e di igiene degli alimenti), ai Nas (il nucleo anti-sofisticazione del comando dei Carabinieri) e all’Icqrf (l’Ispettorato centrale repressione frodi). Questo almeno sulla carta – sottolinea la testata – perché poi nella realtà dei fatti nessuno si occupa sistematicamente del controllo igienico sanitario degli alimenti nella fase del loro trasporto.

                      Quella dello stato di conservazione degli alimenti è una grande questione: secondo le procedure HACCP, gli alimenti deperibili cotti da consumarsi caldi devono essere trasportati da 60°C a 65°C, mentre gli alimenti deperibili da consumarsi freddi devono stare a una temperatura non superiore ai 10°C. A questo si aggiunge che, “per rispettare la catena del freddo, gli alimenti dovrebbero essere trasportati su veicoli muniti di contenitori con attestazione ATP (Accord Transport Perissable) che esistono in commercio, anche se per le loro dimensioni possono essere trasportati da moto o autocarri, ma non da scooter o biciclette. Qui subentra qualche contrasto tra sostenibilità e sicurezza – chiosa il Gambero Rosso: da un lato le aziende sottolineano di essere green grazie all’utilizzo delle biciclette, dall’altro queste non sono adatte a supportare gli strumenti più idonei a rispettare protocolli di sicurezza come la catena del freddo. Un discorso simile può essere fatto per i contenitori in cartone, che sono più sostenibili ma allo stesso tempo più soggetti a contaminazione perché meno ermetici” sottolinea il Gambero Rosso.

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