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                      Freddo anomalo, rischio per i meleti in fiore? Parola a Thalheimer del Centro di Laimburg

                      Martin Thalheimer, responsabile irrigazione del Centro di Sperimentazione di Laimburg, ci parla dei possibili effetti che il brusco calo di temperature previsto nei prossimi giorni in tutto il Nordest potrebbe avere sui meleti in fiore del Trentino Alto Adige. “L’irrigazione antibrina rappresenta una valida soluzione contro il rischio di gelate primaverili”, rassicura

                      di Carlotta Benini

                      meleti VIP

                      Sistemi antibrina sui meleti: copyright VIP, foto Julia Lesina Debiasi

                      A maggio scorso avevamo contattato il Centro di Sperimentazione di Laimburg per chiedere un parere a Walter Guerra, responsabile del gruppo di lavoro di Pomologia, sugli effetti dell’improvvisa ondata di caldo tropicale che si era abbattuta sui meleti in fase di divisione cellulare (leggi qui). Oggi, a 11 mesi di distanza, il problema meteorologico che si prospetta è sostanzialmente l’inverso: siamo sempre in primavera ma si registrano temperature sotto la media stagionale, con minime anche sotto lo zero previste un po’ in tutto il Nordest nei prossimi giorni, in particolare tra martedì 4 e mercoledì 5 aprile, con il rischio di gelate.

                      Che effetto può avere sui meleti in fiore questa ondata di freddo anomalo? Nelle zone vocate del Trentino Alto Adige, dalla Val di Non alla Val Venosta e tutto il Südtirol, le prime gemme sono sbocciate e le piante si avvicinano alla piena fioritura: fase, questa, particolarmente delicata nello sviluppo vegetativo dei meleti. “Fortunatamente le previsioni per i prossimi giorni non sono così allarmanti – esordisce Martin Thalheimer (in foto), responsabile del Gruppo di lavoro Suolo, concimazione e irrigazione di Laimburg -. Sarebbe un problema se le temperature scendessero oltre i 4-5 gradi sotto zero, ma fino ai -1 gradi previsti i prossimi giorni gli impianti non dovrebbero subire alcun danno”.

                      Le aziende melicole del fondovalle – territorio più a rischio di gelate primaverili, mentre nelle zone collinari questi fenomeni tardivi sono più rari – sono infatti attrezzate con sistemi di irrigazione antibrina, efficaci contro gli improvvisi cali di temperatura che si possono verificare in primavera.

                      “Quando le temperature scendono sotto lo zero si attiva l’irrigazione sovra chioma – spiega Thalheimer -: l’acqua nebulizzata sui meleti, passando dalla fase liquida a quella solida, sprigiona una certa quantità di calore, che permette di stabilizzare la temperatura all’interno delle gemme e dei boccioli, facendo sì che non scenda al di sotto della soglia critica degli zero gradi, oltre i quali potrebbero congelare e quindi essere danneggiati”.

                      “Sembra paradossale, eppure è il principio fisico del calore latente di solidificazione”, continua il responsabile irrigazione del Centro di Sperimentazione di Laimburg. In sostanza l’acqua, congelandosi, cede energia all’ambiente (il calore latente di congelamento appunto, pari a 80 cal/grammo di acqua) impedendo l’ulteriore diminuzione della temperatura degli organi vegetali, che risultano quindi al riparo dalle più rigide condizioni dell’ambiente circostante.

                      “Quello dell’irrigazione antibrina è un metodo molto valido, che funziona nell’oltre 90% dei casi -conclude Thalheimer -. Certo, se la temperatura andasse oltre i 6 gradi sotto zero, allora potrebbero verificarsi dei danni da gelate, ma si tratterebbe di una circostanza anomala per il periodo primaverile”. “E non è certo quello che si prevede avvenga nei prossimi giorni”, rassicura.

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