di Carlotta Benini
La campagna di pesche, nettarine e albicocche si è aperta con prospettive più ottimistiche rispetto alle stagioni passate per Apofruit Italia. Il colosso ortofrutticolo ha dato il là alla commercializzazione a metà maggio con la produzione della Basilicata, per poi arrivare sui banchi a fine maggio-primi di giugno con il prodotto della Puglia e quindi a metà giugno con quello dell’Emilia Romagna. “La campagna è iniziata con un po’ di ritardo rispetto al normale calendario commerciale, per via delle condizioni climatiche sfavorevoli”, esordisce Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit. A livello produttivo, la cooperativa registra quest’anno un calo generale dei volumi. Si parla di un -25% – 30% a seconda delle diverse specie: dato, questo, in linea con quanto stimato a livello nazionale ed europeo.
Zanelli, come sta andando la campagna delle albicocche?
Su questo comparto si stanno confermando le previsioni europee, che parlano di un calo significativo dei quantitativi rispetto al 2017: nel nostro caso i volumi si sono ridotti del 30% circa. Nella prima fase della campagna il clima è stato sfavorevole: le grandinate, i temporali improvvisi e le temperature più basse rispetto alla media stagionale hanno influenzando in maniera negativa oltre che le raccolte, anche la commercializzazione.
Minore disponibilità di prodotto, però, significa anche maggiore possibilità di collocarlo sul mercato con prezzi soddisfacenti, o no?
Dal punto di vista dei prezzi, infatti, il mercato è partito in modo più dinamico rispetto allo scorso anno. Questo anche se, nella prima fase, c’è stato qualche accavallamento fra le raccolte delle diverse varietà e delle diverse aree produttive.
E le pesche? Com’è la stagione commerciale?
Anche pesche e nettarine registrano un calo di volumi, del 25% circa. Questo, oltre che per mancanza di prodotto sulle piante, anche a causa delle grandinate che nei mesi scorsi si sono abbattute su diversi territori, danneggiando in parte la produzione. La situazione commerciale per pesche e nettarine è più vivace, quest’anno: c’è molta richiesta e le quotazioni sono significativamente diverse, in senso positivo, rispetto alla scorsa campagna. Questo anche se, specie nell’ultima settimana di giugno, si è iniziata a far sentire in maniera importante la pressione di aree produttive come la Grecia e la Spagna.
Dal punto di vista qualitativo, come si presenta quest’anno il prodotto?
Come già accennato poco fa, nella prima parte della campagna pioggia e grandine hanno condizionato il sapore e anche un po’ la tenuta del prodotto. Nelle ultime settimane il clima è stato favorevole, quindi sia il grado brix che la shelf life sono migliorati, dando risultati migliori anche sul mercato.
Che esordio commerciale hanno avuto pesche e nettarine di Romagna Igp, ultime ad arrivare sul mercato?
La richiesta e l’attenzione dal parte del consumatore per il prodotto Igp è aumentata costantemente negli ultimi anni. Il prodotto è arrivato quest’anno a conferimento con qualche piccolo problema di calibro e di grado brix, ma confidiamo che in luglio – complice il clima ideale e un mercato che vediamo già abbastanza positivo – avremo dei buoni riscontri. Anche per il consumatore, che potrà trovare sui banchi un prodotto di qualità ottimale.
E il prodotto biologico, invece, che performance ha?
Il trend di vendita è positivo anche nel 2018 e continuiamo a guadagnare quote di mercato. È un comparto, quello del bio in generale, che si conferma sempre più strategico per la nostra cooperativa, rappresentando oltre un terzo del fatturato complessivo del gruppo.
Come può la peschicoltura italiana tornare a essere competitiva e remunerativa per il frutticoltore?
Intanto sarebbe utile scalzare il pessimismo e avere una visione più propositiva. La prima necessità è quella di organizzare meglio la produzione, per fare in modo che i diversi attori presenti sul mercato gestiscano meglio le vendite e pianifichino per tempo l’attività con i clienti, piuttosto che affrontare il mercato dall’oggi al domani, come si sta facendo con le albicocche. È un prodotto, l’albicocca, sul quale è stato fatto negli ultimi anni un grande lavoro dal punto di vista dell’innovazione varietale. Si è investito tanto in produzione, senza tuttavia creare le condizioni per avere un mercato in grado di assorbirla tutta, questa produzione. Poi bisogna lavorare sulla valorizzazione del prodotto a marchio: altro aspetto fondamentale per rilanciare la frutta estiva.
Nel vostro caso, oltre che il biologico e l’Igp sopra citati, è strategico anche il marchio Solarelli.
Esatto. C’è un mercato che valorizza le produzioni di qualità e i calibri migliori e riconosce un valore aggiunto al prodotto che ha elevate caratteristiche organolettiche e gustative. Caratteristiche, queste, espresse al meglio nella nostra gamma premium.
Un ultimo commento sulle susine: che prospettive ci sono su questo comparto?
La campagna sta entrando nel vivo: anche in questo caso prevediamo un calo produttivo rilevante. Quello delle susine è oggi un comparto che ha necessità di rinnovarsi, in quanto i consumi sono diminuiti negli ultimi anni. Occorre andare alla ricerca di varietà innovative, in grado di riconquistare il consumatore.
Copyright: Fruitbook Magazine