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                      GDO, arriva il balzo decisivo. Le vendite crescono del 2,61% e il Sud vola al top

                      Nella settimana dal 14 al 20 marzo, secondo i dati Nielsen, arrivano i primi, veri segnali positivi sul fronte della grande distribuzione. Le vendite sono cresciute del 2,61%. Con un poderoso balzo del 7,85% il Sud passa dall’ultima alla prima posizione nella classifica da inizio anno

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      carrelli

                      Nella settimana dal 14 al 20 marzo il fatturato della GDO italiana segna +2,61%

                      Dopo alcune letture incerte da inizio anno ad oggi, la Gdo Italiana può finalmente tirare un sospiro di sollievo. Nella settimana dal 14 al 20 marzo, secondo i dati Nielsen riportati su Repubblica Economia & Finanza, si è infatti registrata la prima vera indicazione positiva del 2016. Il fatturato della grande distribuzione ha messo a segno il primo balzo decisivo (+2,61%), a cui si  aggiunge un vero e proprio exploit del Sud, che vede un aumento delle vendite al +7,85%.

                       

                      Il rosso dal 1 gennaio non è stato annullato, ma si è notevolmente ridotto (-0,33%), con tutte e quattro le macro-aree in cui Nielsen ha suddiviso il territorio nazionale che mostrano perdite molto contenute. Si va dal -0,40% del Centro al -0,22% del Sud, che fino a sette giorni prima era il fanalino di coda.

                       

                      Nel periodo in esame Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria hanno guadagnato l’1,64% e dall’inizio dell’anno lasciano sul terreno lo 0,34%; Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Sardegna hanno invece messo a segno un progresso del 3,25%. Le performance più deboli risultano quelle di Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, che hanno registrato la crescita meno significativa (+0,29%). Queste regioni sono anche le uniche a mostrare una perdita nel progressivo di marzo (-0,04%) a conferma del fatto che non sono più così resistenti alla crisi come nei primi due mesi dell’anno. Ora il loro rosso per il 2016 è dello 0,32%.

                       

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