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                      Gdo e rincari, Santambrogio (VéGé): “O aumentiamo i prezzi o chiudiamo”

                      “L’ultima impennata dei costi del gas è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, molte imprese industriali e del retail sono sull’orlo del precipizio: o si aumentano i prezzi o si rischia il fallimento”. È categorico Giorgio Santambrogio, Ad del Gruppo Vegè e vice presidente vicario di Federdistribuzione, sul futuro – nero – che si prospetta all’orizzonte. “Un supermercato che pagava 8 mila euro al mese arriva ora a pagarne 30 mila”, dichiara in un’intervista sul Sole 24 Ore. Non ci sono dunque più alternative se non quella di gravare sul consumatore finale: “Aumenteranno i prezzi di tutti i prodotti”

                      Dalla Redazione

                      Tertium non datur. O aumentiamo i prezzi o chiudiamo i battenti”. È sofferta ma categorica la considerazione dell’amministratore delegato del Gruppo VéGé Giorgio Santambrogio (in foto) di fronte all’ultima stangata del caro energia nelle bollette di luglio, che se sulle imprese agricole si ripercuote in modo a dir poco annientante (leggi qui), altrettanto pesantemente grava sulla Gdo. “Negli ultimi mesi tutta la distribuzione ha sofferto ed eroso i propri margini per contenere l’aumento dei prezzi, pur di non scaricare sulle famiglie i rincari. Ma oggi non riusciamo più a contenere nulla”, è l’allarme che lancia in un’intervista su Il Sole 24 Ore.

                      È arrivato lo tsunami, “siamo alla follia” chiosa il manager rilanciando la notizia sui social, e non esiste un’altra via d’uscita se non quella di far ricadere sul consumatore finale parte di questi rincari: Santambrogio parla anche in veste di vice presidente vicario di Federdistribuzione, l’associazione che rappresenta oltre 16 mila punti vendita della distribuzione moderna alimentare e non. “Sono drammaticamente e seriamente preoccupato per la sorte di molte insegne della distribuzione moderna, sia che si tratti di grandi supermercati che di piccoli negozi di quartiere e discount. Non ce la fanno più”, continua nella sua intervista sul Sole 24 Ore.

                      Sono nubi nere quelle che si prospettano all’orizzonte, per Santambrogio, secondo cui ci attende “un autunno rovente all’insegna dell’austerity, con un’impennata ulteriore dei prezzi dei prodotti alimentari e molti fallimenti per le catene di supermercati”.

                      I retailer non riescono dunque più a fronteggiare gli aumenti dei costi energetici? È esattamente quello che sta accadendo, stando alle parole dell’Ad di VéGé, che a sua volta cita il presidente del gruppo Giovanni Arena. “Qualche giorno fa – prosegue sul Sole 24 Ore – mi ha comunicato che sebbene avesse previsto di mettere a budget un raddoppio dei costi energetici per i propri negozi, ha scoperto che la realtà delle ultime due bollette gli ha trasferito un dato che ha superato di tre volte il costo preventivato. La bolletta di luglio è stata addirittura il doppio di quella di giugno. Un supermercato che pagava 8 mila euro al mese arriva ora a pagarne 30 mila”.

                      “Prima il costo dell’energia incideva per circa l’1,5% del fatturato. Nel primo semestre 2022 siamo al 3,2% e tendenzialmente si potrebbe arrivare ad un’insostenibile soglia del 5%. Questi sono margini che non esistono nei conti economici di nessuna delle imprese della Gdo. È giusto che lo sappiano i decisori pubblici. Ricordo che la distribuzione moderna rappresenta un sostegno occupazionale per almeno 410 mila famiglie”.

                      Energia, precisa l’Ad di VéGé, significa conservazione e mantenimento della catena del freddo, sicurezza alimentare, benessere dei clienti e dei collaboratori, orari di apertura prolungati: fattori su cui è difficile fare economia.

                      E quindi? Quindi saranno i consumatori, in definitiva, a pagare le conseguenze e ad essere probabilmente costretti a fare nuovi tagli nel carrello della spesa. “Aumenteranno i prezzi di tutti i prodotti: dalla pasta al pane, dal latte alla carne”, ammonisce Santambrogio, non c’è altra alternativa se non quella di chiudere i battenti.

                      “Occorre però evitare ripercussioni sociali drammatiche e la paralisi del sistema di imprese commerciali e industriali nel Paese”, conclude sul Sole 24 Ore l’Ad di VéGé. E quindi rilancia sui social con una stoccata alle istituzioni: “Molte imprese industriali e del retail sono sull’orlo del precipizio – dice -. E la politica (meglio: la campagna elettorale) parla di altri temi demagogici. Perché un partito non si impegna con progetti seri e credibili invece su questi temi?”. Occorrono, conclude Santambrogio, interventi massivi per superare questa drammatica fase e una politica governativa chiara ma soprattutto veloce riguardo la messa in rete degli impianti per le energie rinnovabili che la Gdo sta realizzando.

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