L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      L'INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL TRADE ORTOFRUTTICOLO
                      L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA

                      Gdo, fatturati a +6,7% nel 2022, dopati dall’inflazione, ma margini in calo

                      Fatturati in crescita con l’inflazione, ma margini in calo per la metà delle imprese: questa la fotografia del retail italiano nel 2022 secondo l’ultimo osservatorio di Mediobanca, che aggrega i dati economici e finanziari di 130 aziende nazionali e 31 maggiori player internazionali. MD è campione di crescita delle vendite tra il 2017 e il 2021 mentre nell’ultimo anno sono Agorà ed Eurospin a realizzare le migliori performance (+7,7% in entrambi i casi). I discount incalzano dunque i supermercati e se le previsioni sono in crescita per il 2023, pesa fortemente sul retail l’incognita inflazione

                      Dalla Redazione

                      Gdo Mediobanca

                      Fatturati in crescita nel retail italiano nel 2022, con l’inflazione che spinge le vendite nella Gdo alimentare del +6,7%, ma solo metà delle imprese mantiene margini positivi. Il tutto in un contesto dove discount e private label sono i baluardi delle varie insegne contro il caro prezzi. Questa la fotografia che emerge dalla nuova edizione dell’osservatorio di Mediobanca sulla Gdo italiana e internazionale a prevalenza alimentare, che aggrega i dati economici e finanziari di 130 aziende nazionali e 31 maggiori player internazionali per il periodo 2017-2021. Per l’Italia la copertura è stimata pari al 97,6% del mercato.

                      I dati preliminari dei grandi retailer internazionali quotati indicano vendite nel 2022 in aumento del 7,8% ma con un calo dei margini industriali del 6,2%. Per la Gdo italiana è attesa invece una crescita dei ricavi nel 2022 del 6,7%, appunto, con l’ebit margin in calo all’1,4% dal 2,4% del 2021, come riporta ReQuadro. L’inflazione però minaccia la tenuta della domanda, in calo del 6% a gennaio 2023, erodendo il potere di acquisto dei consumatori nonostante per il 2023 si preveda un ulteriore incremento dei ricavi del 2,8%.

                      La ricerca di maggiori opportunità di risparmio da parte dei consumatori spinge, in particolare, i prodotti a marchio del distributore (Mdd) che raggiungono nel 2022 vendite pari a 12,8 miliardi di euro (+9,4% sul 2021) e il canale dei discount proiettati oltre il 22% del mercato (17,4% nel 2017).

                      In calo la pressione promozionale, dal 28,3% del 2019 al 22,4% di settembre 2022 quale primo argine di difesa della Gdo all’incertezza sui costi e ai problemi di approvvigionamento.

                      Prosegue la crescita del canale online (+10,5% sul 2021) ma comunque fermo intorno al 3% del fatturato complessivo.

                      Le performance delle varie insegne: MD campione di vendite

                      Secondo l’analisi di Mediobanca, MD è campione di crescita delle vendite tra il 2017 e il 2021: +9,7% medio annuo, seguita da Lidl Italia (+8%) e Agorà (+7,6%). Seguono il discount Eurospin (+6,9%), Conad (+6,7%) e Selex (+5,2%). Nell’ultimo anno sono Agorà ed Eurospin a realizzare le migliori performance (+7,7% in entrambi i casi), davanti a Lidl Italia (+6,7%) e Finiper Canova (Iper-Unes) (+6,6%). A ridosso delle prime posizioni troviamo MD in progresso del 5,6% e Conad (+5,5%). In termini di redditività del capitale investito (Roi) primeggia Eurospin con il 18,2%, seguita da MD (15,1%) e Lidl (11,3%). Eurospin si afferma regina di utili cumulati tra il 2017 e il 2021: 1.286 milioni, superando Esselunga (1.195 milioni). A poca distanza VéGé a 1.078 milioni e Selex (1.056 milioni).

                      In negativo invece le performance di Carrefour, che ha cumulato perdite per 766 milioni, Coop per 410 milioni e Penny Market per 43 milioni.

                      25 le aziende con fatturato sopra i 500 milioni

                      Le aziende della distribuzione organizzata con fatturato superiore a 500 milioni sono 25, dal gruppo Unicomm con 2.413 milioni, alla Migross con 509 milioni. Il Gruppo Arena presenta l’indice di redditività del capitale investito (Roi) migliore nel 2021, pari al 23,4%, seguita da altri tredici gruppi con indici in doppia cifra. Il maggiore incremento di fatturato nel 2021 è stato realizzato da Abbi Holding (+34,1%), che distanzia i Supermercati Tosano Cerea, in crescita del 14,9%, la Mega Holding (Megamark), del 12,2%, e la Retail Evolution Holding (Iperal) dell’11,2%. In aggregato i venticinque operatori fatturano 26,7 miliardi, sono cresciuti nel 2021 del 4,1% e segnano un Roi medio del 7,6%.

                      Il confronto con i top retailer internazionali

                      Nel 2021 i maggiori retailer internazionali hanno registrato un fatturato che oscilla tra i 501,3 miliardi della statunitense WalMart e i 20,9 miliardi di euro della portoghese Jeronimo Martins. Tali operatori fatturano il 17% del loro giro d’affari in punti vendita all’estero: la maggiore proiezione internazionale è dell’olandese Ahold Delhaize (78,3%), seguita dalla Jeronimo Martins che vende soprattutto in Polonia (76,2%), dalla giapponese Seven & i (60,4% principalmente nel Nord America) e dalle francesi Carrefour (51,6%), Casino (47,3%) ed Elo-Auchan (46,9%). Il panel internazionale esprime un Roi medio nel 2021 pari al 10%, in aumento rispetto al 9,4% del 2020.
                      La classifica per Roi comprensiva dei retailer internazionali e di quelli italiani vede sul podio la statunitense Target (30,1%), seguita dall’italiana Eurospin (18,2%) e dall’altra statunitense WalMart (17,8%). Superiori alla media del panel internazionale per Roi nel 2021 anche altri due discount italiani, MD (15,1%) e Lidl Italia che, con un Roi dell’11,3%, supera quello della casa madre tedesca Lidl Stiftung (9,2%). Quanto a vendite per metro quadro sul proprio mercato domestico il primato spetta alla britannica J Sainsbury (15.500 euro) incalzata da Esselunga a 15.300 euro. Seguono la canadese Empire (12.000 euro), l’altra britannica Wm Morrison 11.900 euro) e le due australiane Woolworths (11.500 euro) e Coles (11.400 euro).

                      Attenzione alla sostenibilità e alle tematiche Esg

                      Nel 57,6% delle società non cooperative della Gdo italiana, le deleghe operative sono concentrate nelle mani di un solo soggetto. I componenti dei Cda a maggiore longevità (matures) rappresentano il 23,4% delle posizioni con deleghe operative, i Baby Boomers sono la fascia generazionale più rappresentata (39,1%), gli appartenenti alla Gen X e i Millennials rivestono rispettivamente il 23,4% e il 14,1% delle cariche. Quanto alla composizione dei board per genere, le donne occupano il 22,8% delle cariche, quota che sale al 29% nei Cda delle società cooperative.
                      Le imprese della Gdo trattano diffusamente il tema della sostenibilità in sezioni dedicate dei propri siti internet. La presenza di report dedicati interessa il 51,5% delle società: più diffusi tra gli operatori della distribuzione organizzata (54,2%), meno tra i discount (40%), sporadici nella grande distribuzione (14,3% degli operatori). Con riferimento ai temi oggetto di misurazione analitica, per quanto riguarda le risorse umane, a fronte di forza lavoro femminile complessiva del 62,4%, le quote rosa calano al 23,9% tra i manager. Sui temi ambientali, l’impegno profuso per ridurre l’impatto ambientale ha portato a risultati soddisfacenti: dal 2019 l’intensità energetica è calata del 15% e quella carbonica del 14,4%. In riduzione anche la produzione di rifiuti (-3,7%) che raggiungono il 68,3% nella componente avviata a recupero.

                      Copyright: Fruitbook Magazine