La situazione dopo le gelate del Cile è catastrofica. “Ad essere state maggiormente colpite sono state le colture di drupacee e kiwi, con una riduzione nella produzione di susine e albicocche tra il 60 e il 65%. Alcuni coltivatori di albicocche hanno perso dal 70 all’80% della produzione. Alcune varietà di ciliegie non hanno prodotto alcun frutto e in alcune aree le perdite sono enormi”, ha dichiarato Andres Ramirez, direttore degli acquisti di Capespan.
Nel dettaglio:
Per quanto riguarda le ciliegie, se inizialmente era stato previsto un raccolto di 97.000 ton, le forti gelate del mese di settembre 2013 nelle principali regioni di produzione (vedi articolo correlato) hanno causato la perdita del 35% della produzione. La resa attuale risulterà quindi in linea con l’anno scorso, vale a dire 63.000 tonnellate. La varietà principale della nazione è la ciliegia Bing, seguita dalla Sweet Heart e dalla Sanita. A seguire Lapin, Van, Stella e Summit.
Situazione critica anche per i mirtilli, in alcune zone infatti le perdite sulla produzione del frutto raggiungono l’80%. Per il mirtillo, le regioni più colpite sono state la IV e la VI.
Gravemente colpite anche le uve, sia da vino che da tavola. L’uva Flame è la varietà che si segnala come la più danneggiata, insieme ad alcuni campi coltivati a Thompson senza semi. E’ stato riportato che dei 105 milioni di cartoni prodotti di norma, la percentuale di perdita risulterà del 15%. Si è registrato un danno minore per le varietà più tardive, ma in ogni caso, la situazione differisce a seconda della zona.
Anche le noci sono state molto danneggiate, almeno in alcune aree delle zone di produzione e pure le mandorle: -50%.
Pesche nettarine e susine hanno registrato una diminuzione del 40%.
LE REAZIONI
Luis Mayol, ministro dell’agricoltura in Cile, ha riferito che il gelo non ha avuto un effetto immediato sui prezzi, ma ne avrà probabilmente su certi prodotti nei prossimi mesi. Il ministro ha anche aggiunto che il Governo ha messe in atto delle misure per aiutare il settore: i produttori delle regioni dalla III alla VII potranno ricevere delle compensazioni per il reimpianto, a cui si aggiungerà un sistema di incentivi per attrarre nuovi lavoratori – in particolare donne – per lavorare nelle piantagioni danneggiate.
FEDEFRUTA ha dichiarato che la perdita avrà un impatto anche nell’occupazione, dal momento che per la primavera e l’estate i produttori avranno bisogno di meno forza lavoro rispetto al solito. Di conseguenza stimano che la perdita totale per l’economia del settore potrebbe raggiungere anche i 820 milioni di dollari.