Dalla Redazione
Una “carovana” lunga due chilometri, dalla colonna della Vittoria, al centro di Tiergarten, fino alla porta di Brandeburgo: è composta da centinaia trattori, la polizia ne ha contati 680. È quanto è successo in questi giorni a Berlino, dove gli agricoltori sono in protesta contro la politica del governo federale che prevede un taglio dei sussidi per il settore. Una scena che si è ripetuta, amplificata, in decine di città in Germania, come riporta La Stampa: soltanto a Monaco sono arrivati i giorni scorsi oltre 5 mila trattori per protestare contro i tagli dei fondi per l’agricoltura.
E ieri i coltivatori hanno bloccato anche gli ingressi delle autostrade in Meclemburgo-Pomerania Occidentale, sostenuti da aziende di trasporto che protestavano contro l’aumento dei pedaggi per i camion. Proteste sono attese in più città e Land di tutta la Germania, spesso con blocchi stradali.
La mobilitazione, indetta dall’Unione degli agricoltori tedeschi (Dbv), si protrarrà fino al 15 gennaio e si temono imminenti problemi anche nell’approvvigionamento di beni alimentari in Germania e negli altri Paesi Ue.
Gli agricoltori “non ne possono più” è lo slogan della marcia dei trattori. “Se muoiono gli agricoltori, muore il paese”, “Senza di noi i piatti restano vuoti”, “Il governo deve dimettersi” sono altri cartelli sbandierati dai manifestanti.
Nel mirino della protesta c’è il cancelliere Olaf Scholz, o meglio il suo Governo, che ha deciso di ridurre i sussidi statali al settore. Scholz ha dovuto trovare un compromesso per colmare un gap di 17 miliardi di euro di spesa nel bilancio 2024, dopo che la Corte Costituzionale gli ha bocciato i conti pubblici. A metà dicembre ha quindi annunciato che avrebbe eliminato le sovvenzioni sul gasolio agricolo e messo fine alle agevolazioni fiscali sui macchinari agricoli.
Tutto ciò ha provocato un’alzata di scudi del settore agrario, che dopo lunghe trattative ha ottenuto ragione: il rialzo delle imposte avrebbe escluso i trattori, mentre le sovvenzioni al diesel sarebbero state ridotte nel tempo fino a sparire nel 2026, come riporta La Stampa. Per paradosso però gli animi non si sono calmati. Anzi. Le piccole associazioni si sono dette insoddisfatte. E giovedì scorso si è passati alle maniere forti, quando 300 agricoltori hanno impedito al ministro dell’Economia Habeck di sbarcare dal traghetto da cui tornava dalle vacanze.
Copyright: Fruitbook Magazine