Dalla Redazione
Il 13 ottobre gli Stati membri dell’Ue sono stati chiamati a votare sul rinnovo dell‘uso del glifosato per altri 10 anni, ma la decisione è rimandata perché non è stata raggiunta nessuna maggioranza qualificata, né a favore né contro la proroga. Ora – fa sapere l’Ansa – la palla passerà al Comitato d’Appello UE, chiamato a discutere intorno a metà novembre e a decidere sulla possibilità di continuare a impiegare o meno questa controversa sostanza sul suolo europeo, al momento autorizzata fino al prossimo 15 dicembre.
“Il voto favorevole dell’Italia è paradossale. Nel nostro Paese si protesta contro le importazioni di frumento dal Canada perché contiene residui di glifosato, ma al tempo stesso il governo vota sì al rinnovo per irrorare i nostri campi con questo pericoloso pesticida”, dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. “Chiediamo al governo italiano di ripensarci e di impedire un’ulteriore autorizzazione del glifosato nell’UE, come aveva già fatto in occasione del precedente rinnovo, nel 2017. Vietare l’impiego del glifosato agevolerebbe la transizione europea verso alternative più sostenibili rispetto agli erbicidi di sintesi, ad esempio integrando le pratiche agricole fisiche, meccaniche, biologiche ed ecologiche con la vasta conoscenza ormai a disposizione sulle piante coltivate e sulle infestanti. La dipendenza dell’Europa e dell’agricoltura italiana da un erbicida dannoso per l’ambiente e probabilmente cancerogeno come il glifosato è un controsenso: questa sostanza semplicemente non ha un ruolo nella transizione verso un’agricoltura moderna ed ecologica”.
Il glifosato è l’erbicida più utilizzato a livello mondiale ed europeo, e in Italia è una delle principali cause di contaminazione delle acque. Mentre rimane ancora incerto se sia cancerogeno per le persone, gli impatti negativi per l’ambiente sono ormai documentati da tempo, fa sapere Greenpeace.
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