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                      Grandine, 52 violenti episodi in un giorno. Danni alle colture venete e alle pere ferraresi

                      Grandinate con chicchi grossi quanto una palla da tennis si sono abbattute sul Veneto nella serata del 19 luglio, devastando le coltivazioni in pieno campo, gli ortaggi, i frutteti e le vigne. E l’ondata di maltempo si è estesa anche a Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. “In un solo giorno nelle regioni del Nord Est si sono abbattute ben 52 violente grandinate”, rileva Coldiretti. Danni ingenti anche nel ferrarese, dove sono state fortemente colpite le pere e il pomodoro da industria

                      Dalla Redazione

                      Grandine con palle di ghiaccio di dimensioni straordinarie sono cadute ovunque dalla Riviera del Brenta a Bassano del Grappa, dalle Prealpi alla Pianura Trevigiana, dal Garda fino all’Alta Padovana. È successo nella serata del 19 luglio, quando un’ondata di maltempo si è abbattuta sul Veneto, non risparmiando alcuna provincia. Intere campagne sono state colpite, con danni a “coltivazioni in pieno campo, ortaggi, colture, frutteti, vigne ma anche serre, strutture agricole creando disagi ai cittadini nei centri storici ad abitazioni e auto, anche allestimenti di fiere e rassegne”, comunica Coldiretti Veneto.

                      Ora sono in corso le rilevazioni dei tecnici di Coldiretti Veneto per valutare i danni e le perdite. Oggi, il giorno dopo il disastro, sul web girano immagini impressionanti. Anche Luca Zaia sui social posta un video con le immagini delle gigantesche palle di ghiaccio cadute dal cielo. “La grandine caduta è stata assolutamente fuori dal comune – scrive il presidente della Regione Veneto -, con chicchi di ghiaccio che hanno raggiunto in alcuni casi diametri superiori ai 10 cm”.

                      Ma i danni da maltempo non si sono limitati al Veneto. “Nelle Regioni del Nord Est si sono abbattute in un solo giorno ben 52 violente grandinate – scrive Coldiretti nazionale nel report di oggi -, con vere e proprie palle di ghiaccio che hanno provocato danni incalcolabili nelle campagne dove sono state colpite le produzioni di grano ortaggi, frutta e vigneti ma anche serre e strutture agricole”. L’analisi della Coldiretti si basa sui dati Eswd (European sever weather database) in riferimento agli effetti dei violenti ed improvvisi temporali in Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, mentre il resto dell‘Italia continua a soffocare per il caldo da record.

                      “La grandine – sottolinea la Coldiretti – è l’evento climatico avverso più temuto dall’agricoltura in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni in campo. I chicchi colpiscono i frutti in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione”.

                      “L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”. “Un obiettivo che – continua Prandini – richiede un impegno delle istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no Ogm alla quale la Commissione Europea, anche grazie al nostro pressing, sta finalmente aprendo le porte”. “Stiamo già lavorando per migliorare la sostenibilità attraverso le tecnologie, che ad esempio consentono un risparmio di acqua anche del 30% rispetto al passato ma per l’adattamento climatico – conclude Prandini – è fondamentale aumentare gli investimenti nell’innovazione e nell’agricoltura di precisione, anche attraverso risorse Pnrr”.

                      Nel ferrarese fortemente colpite le pere

                      Pomodoro da industria, frutticole, mais e barbabietola da zucchero sono le colture più colpite dalla grandinata che si è abbattuta in alcuni areali del ferrarese nella notte tra il 19 e 20 luglio. Anche in questo caso chicchi di grandine di grandi dimensioni, caduti con una velocità e forza considerevoli, non hanno lasciato scampo alla frutta pronta per la raccolta, come racconta il produttore Claudio Zambardi di Santa Maria Codifiume: “Proprio questa mattina dovevamo iniziare la raccolta delle varietà di pere estive, in particolare William e Carmen che era davvero di altissima qualità con calibri oltre gli 85, e ora ci ritroviamo con un danno del 100%. Anche l’Abate sarà certamente compromessa e se andrà bene riusciremo a conferire qualcosa come scarto. Sicuramente l’assicurazione riconoscerà il danno, che però non verrà completamente risarcito e comunque rimane l’amarezza per il raccolto di un anno andato in fumo in pochi minuti e l’enorme, quasi insormontabile, difficoltà a fare il nostro lavoro in queste condizioni. Oltre alle pere abbiamo subito danni anche agli astoni del nostro vivaio, molti dei quali non più recuperabili e per i quali non ho stipulato l’assicurazione perché il risarcimento arriva sostanzialmente solo se si l’astone si spezza, condizione troppo restrittiva a fronte di un costo assicurativo importante

                      Da Santa Maria Codifiume alle Valli del Mezzano la grandine ha compromesso anche il pomodoro da industria. Una situazione di danni generalizzati da clima che preoccupa Cia-Agricoltori Italiani Ferrara. “Sono consapevole che noi agricoltori spesso denunciamo, a ragione, condizioni produttive e di mercato difficili, ma voglio lanciare una provocazione a chi minimizza le nostre problematiche – chiosa il presidente Stefano Calderoni -: provate per un anno a coltivare al nostro posto in queste condizioni, con il clima avverso che cancella intere produzioni. Forse, se chi prende le decisioni, si mettesse nei nostri panni, avrebbe un atteggiamento diverso verso il settore agricolo. Non abbiamo più nemmeno la forza di assicurarci perché con i redditi vicini allo zero non è sostenibile. Per questo credo che chi produce cibo dovrebbe avere tutele e garanzie infinitamente maggiori di quelle attuali e soprattutto ‘strutturali’ come sono ormai i cambiamenti climatici e i danni che provocano alle aziende agricole”.

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