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                      Grandine, dal Veneto all’Emilia Romagna devastati frutteti e orticole

                      Nel ponte del 25 aprile violente grandinate si sono abbattute a macchia di leopardo sulla Penisola, danneggiando in particolare alcune zone del Veneto e dell’Emilia Romagna dove i frutticini erano in fase di formazione. Si fa la conta dei danni per susine, ciliegie, albicocche, pesche, ma anche per mele, pere e kiwi già in fase avanzata di vegetazione. Una nuova batosta per la frutticoltura, dopo le gelate notturne delle scorse settimane. Danni anche alle orticole

                      Dalla Redazione

                      Coldiretti grandine

                      Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova (foto: sito Coldiretti)

                      Il ponte del 25 aprile è stato all’insegna del maltempo per gli italiani e ancora una volta eventi atmosferici violenti si sono abbattuti a macchia di leopardo sulla Penisola, causando ingenti danni all’agricoltura. Dall’Umbria alla Romagna fino al Veneto chicchi di grandine grandi come noci hanno colpito i giorni scorsi le coltivazioni di frutta e verdura, ma si registrano anche allagamenti nei campi appena seminati. “La caduta della grandine nelle campagne – sottolinea la Coldiretti – è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni, mandando in fumo un intero anno di lavoro. Colpisce i frutticini proprio nei primi giorni di formazione in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione”.

                      In Emilia Romagna sono stati colpiti in particolare i territori del ravennate e del ferrarese, dove la grandine si è abbattuta sui frutteti per tre giorni consecutivi, distruggendo il raccolto dei frutteti nella zona tra Lido degli Estensi e Casal Borsetti. Colpite a macchia di leopardo anche le colline del faentino fra Marzeno, Brisighella e Casola Valsenio e i campi del forlivese: la conta dei danni alle coltivazioni è ancora in corso.

                      Maltempo e grandine anche in Veneto, con il vicentino e il padovano letteralmente imbiancati da un’impressionante grandinata che il 25 aprile ha provocato danni significativi a colture e infrastrutture. “Colpiti gli ortaggi di Lusia (Ro), le serre di verdura di Montagnana (Pd) e i frutteti veronesi (drupacee e kiwi in primis, ndr), con danni sulle piante da frutto in fiore, orticole a pieno campo e vigneti”, ha dichiarato il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, a seguito degli eventi estremi verificatisi, come riporta Il Resto del Carlino.

                      “La grandine è un evento climatico avverso che si ripete sempre con maggiore frequenza, ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi – precisa la Coldiretti -, che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni, con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis”. Lo scorso anno solo nelle aziende agricole assicurate i danni provocati dalla grandine hanno raggiunto la cifra record di oltre mezzo miliardo di euro secondo l’Asnacodi.

                      Nelle zone interessate dal maltempo sono in corso le verifiche dei danni da parte della Coldiretti che segnala peraltro l’aggravarsi delle perdite provocate dalla persistente siccità e dalle gelate notturne che hanno mandato in fumo nelle aziende interessate fino 70% di gemme e piccoli frutti sugli alberi di susine, ciliegie, albicocche, pesche ma anche su meli, peri, kiwi e vigneti già in fase avanzata di vegetazione.

                      Coldiretti sottolinea come peraltro la caduta delle precipitazioni nei giorni del ponte del 25 aprile non sia bastata a portare sollievo dalla siccità, come dimostra il livello del fiume Po che è salito di appena un centimetro in una giornata al Ponte della Becca dove rimane a -3,68 centimetri, ai minimi storici. “I forti temporali con precipitazioni violente, soprattutto se accompagnati da grandine – concliude Coldiretti – peggiorano la situazione anche con frane e smottamenti, poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento”.

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