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                      In ginocchio la fruit valley romagnola. “15 milioni di piante da estirpare”

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                      Oltre 5 mila aziende sommerse dall’acqua e oltre mille realtà agricole colpite da frane e smottamenti che rischiano letteralmente di sparire. 15 milioni di piante da frutto da estirpare tra pesche, nettarine, kiwi, albicocche, pere, susine, mele, kaki e ciliegi, per una stima che potrebbe salire a 40 milioni. Nelle campagne emiliano romagnole colpite dall’alluvione – un territorio che da solo vale 1,5 miliardi di produzione agricola – si prova a fare una prima stima dei danni, incalcolabili al momento, considerando che è anche impossibile fare sopralluoghi. Il raccolto della frutta sarà compromesso per i prossimi quattro o cinque anni

                      Dalla Redazione

                      alluvione Romagna

                      L’alluvione ha sommerso oltre 5 mila aziende agricole (foto: Facebook ANBI – Emilia Romagna)

                      Oltre 5 mila aziende agricole finite sott’acqua e decine di migliaia di ettari allagati di vigne, kiwi, susine, pere, mele, ortaggi, cereali e strutture di lavorazione dei prodotti agricoli. È letteralmente in ginocchio la Romagna agricola colpita dall’alluvione. Quella fruit valley che all’alba dell’ultima edizione di Macfrut accoglieva in visita il presidente Mattarella per mostrare orgogliosa i suoi frutti migliori, oggi in parte è stata spazzata via dalle esondazioni di fiumi e torrenti, mentre dal cielo solo in 36 ore scendeva la pioggia che normalmente cade in sei mesi.

                      Confagricoltura Emilia Romagna inizia a scrivere i numeri del disastro nel cratere colpito dall’alluvione. Stiamo parlando di almeno 10 milioni di piante da frutto da estirpare – in particolare peschi e kiwi i più sensibili al ristagno idrico ma anche albicocchi -, lungo l’arteria sommersa d’acqua che lega Bologna a Rimini, fino a sfiorare in parte il territorio ferrarese; non sono incluse le colture arboree distrutte dalle frane o trascinate a valle dalla furia del fango, nelle aree collinari e pedemontane. Ma il peggio deve essere ancora calcolato perché, nelle prossime settimane, rischia l’espianto un numero quattro-cinque volte maggiore: oltre 40 milioni circa di alberi da frutto delle specie più resistenti e robuste tra cui melo, pero, susino, ciliegio, olivo e vite.

                      Danni incalcolabili nelle campagne

                      “Si è aperta una voragine socio-economica e ambientale”, commenta Confagricoltura Emilia Romagna, che parla di danni fino a 6 mila euro a ettaro per i seminativi (grano, orzo, mais, soia, girasole, erba medica, orticole e colture da seme) e 32 mila euro a ettaro per frutteti, vigneti e oliveti, inclusi raccolti persi e costo dei reimpianti. Il calcolo non comprende però le ripercussioni su scorte, strutture, macchinari e neanche le anticipazioni di liquidità finalizzate a far ripartire l’attività. Le operazioni colturali, segnala inoltre la confederazione agricola, sono sospese, in un momento cruciale dell’annata agraria, pure i trattamenti, andando così ad aumentare il rischio di fitopatie future. Particolarmente critica la situazione nella dorsale appennina, dove i movimenti franosi non sono assestati. Si segnalano frutteti e vigneti trascinati a valle dagli smottamenti ma irraggiungibili, poderi distrutti, allevamenti isolati. È impossibile fare sopralluoghi.

                      “L’alluvione ha devastato oltre 5 mila aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese con una produzione lorda vendibile della Romagna pari a circa 1,5 miliardi di euro all’anno, che si moltiplica lungo la filiera grazie a un indotto di avanguardia, privato e cooperativo, nella trasformazione e distribuzione alimentare che è stato fortemente compromesso”, sottolinea invece Coldiretti Emilia Romagna, che parla di oltre mille le aziende agricole che rischiano di scomparire con i terreni segnati da frane e smottamenti. Ma a preoccupare sono anche i danni alle infrastrutture, con strade interrotte e ponti abbattuti, con difficoltà a garantire acqua e cibo agli animali isolati per le interruzioni nel sistema viario.

                      Il raccolto della frutta sarà compromesso per i prossimi quattro o cinque anni, “perché l’acqua rimasta nei frutteti ha ‘soffocato’ le radici degli alberi fino a farle marcire con la necessità di espiantare e poi reimpiantare intere piantagioni”: secondo Coldiretti la stima dei danni è ancora più alta, si parla di almeno 15 milioni di piante tra pesche, nettarine, kiwi, albicocche, pere, susine, mele, kaki e ciliegi danneggiati Ma molto critica è anche la situazione per gli allevamenti. E poi sono anche migliaia di ettari coltivati a cereali, bietole, girasole, erba medica e ortaggi completamente coperti dal fango. Sott’acqua anche ulivi e vigne, che sono stati anche travolti dalle frane nelle aree collinari.

                      Nelle aree colpite, secondo la Coldiretti regionale, sono a rischio nell’intera filiera almeno 50 mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione.

                      Gli appelli e le gare di solidarietà

                      “La priorità – dichiara Confagricoltura Emilia Romagna – è intervenire celermente, assistere gli agricoltori isolati, alleggerire il lavoro di chi sta cercando disperatamente di limitare il danno nei magazzini e negli stabilimenti di lavorazione, nelle stalle, nelle serre e nei vivai. Serve ogni tipo di aiuto: generi alimentari dove scarseggiano, viveri nei paesi irraggiungibili perché le strade sono sbarrate o sventrate dagli smottamenti; mangimi e foraggi per il bestiame; escavatori e idropulitrici per le varie operazioni di pulizia e ripristino”. Le sedi di Confagricoltura, non solo quelle regionali, sono pronte a inviare volontari, tecnici e agronomi, ma anche mezzi di trasporto, attrezzature, viveri e mangimi. Sarà a Ravenna il centro operativo per la macchina dei soccorsi, con l’obiettivo di non fare mai mancare il supporto ad agricoltori e imprese.

                      “Serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire al più presto con strumenti di intervento straordinari per garantire il salvataggio e la continuità delle filiere agricole del territorio colpito”, afferma Coldiretti Emilia Romagna, che è impegnata in una capillare azione di solidarietà con una raccolta fondi con l’intento di alleviare le sofferenze di chi si trova ad attraversare un momento difficilissimo. Parte dunque l’iniziativa di solidarietà “Salviamo le nostre campagne” grazie alla quale sarà possibile sostenere le aziende agricole colpite con un versamento sull’IBAN IT 55 U 02008 02480 000106765286, intestato a Federazione Regionale Coldiretti Emilia Romagna con causale “Alluvione Emilia-Romagna 2023”.

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