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                      Inflazione in Italia scende al 5,7% nel 2023. In due anni prezzi a +14,3%

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                      L'energia spinge l'inflazione in Italia (copyright: Fm)

                      L’Istat ha pubblicato oggi le stime preliminari relative all’inflazione in Italia a dicembre 2023 e ai dodici mesi del 2023. Per il mese di dicembre l’inflazione scende a +0,6% rispetto al +0,7% di novembre 2023. Per l’anno solare invece si registra un +5,7%, in calo rispetto al +8,1% del 2022. In due anni i prezzi in Italia sono saliti mediamente quindi del 14,3%. “Questo andamento favorevole – scrive l’Istat – risente principalmente del venir meno delle tensioni sui prezzi dei beni energetici”. Basti pensare che il gas naturale è passato dai massimi di 9,3 dollari dell’agosto 2022 ai 2,3 dollari di dicembre 2023

                      Dalla Redazione

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                      L’energia ha raffreddato l’inflazione in Italia nel 2023 (copyright: Fm)

                      Secondo le stime preliminari pubblicate dall’Istat il 5 gennaio, nel 2023 in media i prezzi al consumo hanno registrato una crescita del 5,7%, in netto rallentamento dall’8,1% del 2022. In due anni il rialzo dei prezzi è stato quindi del 14,3%. Nel mese di dicembre l’inflazione è stata ancora in calo, scendendo al +0,6% annuo rispetto al +0,7% di novembre. Nello specifico, secondo i dati provvisori, nel mese di dicembre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, è aumentato dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua. “Questo andamento – scrive l’Istat – ha risentito principalmente del venir meno delle tensioni sui prezzi dei beni energetici regolamentati“. In particolare il gas quotava a dicembre 2023 a -75% rispetto ad agosto 2022.

                      Oltre ai beni energetici regolamentati (che passano da -34,9% a -41,7%), contribuiscono al rallentamento dell’inflazione anche i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +3,6%) e i beni alimentari lavorati (da +5,8% a +5,0%). Sostiene, invece, la dinamica inflattiva l’attenuarsi del calo dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -22,5% a -21,1%) e l’accelerazione di quelli dei beni alimentari non lavorati (da +5,6% a +7%). In generale, i prezzi nel comparto alimentare evidenziano un’accelerazione della crescita media annua (+9,8%, da +8,8% del 2022), nonostante l’attenuazione della loro dinamica tendenziale (da +5,4% a +5,3%), evidenziata nella seconda metà dell’anno, al pari dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,6% di novembre a +4,4%).

                      Si arresta la discesa dell’inflazione a dicembre invece nell’Eurozona. Secondo la stima flash di Eurostat, diffusa il 5 gennaio 2024, il mese scorso l’indice che misura l’andamento dei prezzi al consumo si è attestato al +2,9% rispetto al +2,4% di novembre e al +9,2% dello stesso mese del 2022. A incidere sull’andamento dell’inflazione soprattutto una riduzione dei prezzi dell’energia meno marcata: a dicembre la flessione è stata del 6,7% contro l’11,5 di novembre. L’aumento più forte è stato invece quello dei prezzi di alimentari, alcolici e tabacco (più 6,1% rispetto a dicembre 2022 contro il +6,9% che si era registrato a novembre 2023). Insomma, sia in Europa che in Italia il carrello della spesa alimentare continua a marcare prezzi in crescita significativa, nonostante iniziative come il trimestre anti-inflazione.

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