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                      Kenya: accuse di violazione dei diritti umani in una piantagione di ananas

                      L’organismo nazionale per i diritti umani del Kenya ha avviato un’indagine in merito alle accuse su presunte uccisioni e aggressioni da parte delle guardie di sicurezza di una piantagione di ananas Del Monte a Thika, che rifornisce la maggior parte dei supermercati britannici. A mettere in luce le denunce è stata un’inchiesta congiunta del The Guardian e del Bureau of Investigative Journalism (TBIJ), pubblicata la scorsa settimana. Nel frattempo, Del Monte ha dichiarato di aver preso estremamente “sul serio” le accuse, di aver avviato un’indagine “completa e urgente” sulle denunce in atto, sottolineando che si è sempre impegnata a rispettare gli standard internazionali dei diritti umani

                      Dalla Redazione

                      Ananas

                      Copyright: Unsplash

                      È un’indagine condotta da The Guardian e dal Bureau of Investigative Journalism a portare alla luce alcune denunce riguardanti le accuse di presunte aggressioni, violenze, e a quanto pare anche tre omicidi, da parte delle guardie della piantagione di ananas di Del Monte a Thika nel corso degli ultimi quattro anni.

                      Di conseguenza, la Commissione per i diritti umani del Kenya sta ora indagando per far luce su queste denunce secondo le quali, appunto, le guardie di sicurezza di queste piantagioni avrebbero anche ucciso alcuni lavoratori e presunti ladri che si erano addentrati nella piantagione.

                      Nel frattempo, Del Monte ha dichiarato di aver preso “estremamente sul serio” le accuse, di aver avviato un’indagine “completa e urgente” sulle denunce in atto e ha dichiarato anche di essere impegnata a rispettare gli standard internazionali dei diritti umani.

                      La piantagione di ananas Del Monte a Thika si estende per almeno 40 chilometri quadrati, impiega direttamente 237 guardie di sicurezza e rifornisce la maggior parte dei supermercati britannici come Tesco, Sainsbury’s, Asda, Waitrose, Ocado e Morrisons. Saputa la notizia, Tesco ha dichiarato di aver sospeso gli ordini di tutti i prodotti provenienti dalla piantagione fino alla conclusione delle indagini.

                      Solitamente, fa sapere il The Guardian, le guardie della piantagione di Del Monte sono armate di mazze di legno chiamate “rungus”, il cui uso per la sicurezza è legale e comune in Kenya, ma le denunce indagate dal Guardian e dal TBIJ suggeriscono che il loro uso sia stato eccessivo, fino a causare la morte di alcuni lavoratori.

                      Come si legge nel reportage del The Guardian (qui l’articolo completo), sono tre le accuse di omicidio che ad oggi ricadono sulle guardie della piantagione: una riguarda un uomo di 52 anni morto per le ferite riportate una settimana dopo che quattro persone hanno affermato di averlo visto picchiare dalle guardie di Del Monte. Un altro caso riguarda un uomo di 22 anni che è stato trovato morto su una strada vicino alla piantagione: due uomini che erano andati con lui a rubare ananas quella notte hanno affermato di averlo visto per l’ultima volta picchiato dalle guardie di Del Monte nella piantagione. Cinque guardie di Del Monte sono state accusate anche per la morte di un uomo che sarebbe stato picchiato a morte nella fattoria nel 2019, secondo i documenti del tribunale – fa sapere il reportage del Guardian. Le cinque ex guardie, che sono state immediatamente licenziate da Del Monte dopo il loro arresto, sono in carcere in attesa di giudizio da quasi quattro anni, senza che sia stata ancora fissata una data.

                      Un portavoce di Fresh Del Monte ha dichiarato: “Accogliamo con favore l’interesse della Commissione nazionale del Kenya per i diritti umani e condividiamo la loro profonda preoccupazione per le accuse che sono state fatte e la convinzione che debbano essere indagate in modo rapido e completo. Questo è ciò che noi di Fresh Del Monte stiamo facendo insieme a una revisione indipendente da parte di una società di consulenza specializzata in diritti umani”.  L’azienda ha dichiarato anche di ritenere che alcune delle accuse che le sono state rivolte non siano state verificate e che probabilmente non siano corrette. In un precedente comunicato, un portavoce di Fresh Del Monte ha dichiarato che: “La condotta denunciata in questi casi è una chiara violazione dell’impegno di lunga data di Fresh Del Monte nei confronti dei diritti umani e delle politiche e procedure complete che abbiamo messo in atto per garantire che le nostre operazioni rispettino la dignità di tutti gli individui”. “Continuiamo a sostenere pienamente le indagini delle autorità keniote […]. Ci impegniamo a migliorare costantemente il nostro modo di operare per aderire ai più alti standard internazionali sui diritti umani in tutte le nostre attività”.

                      Sophie de Salis, consulente per le politiche di sostenibilità del British Retail Consortium, che rappresenta i supermercati del Regno Unito, ha dichiarato: “Accogliamo con favore l’indagine di Del Monte su queste terribili accuse per approfondire il contesto più ampio di questi crimini e l’impegno a migliorare costantemente le pratiche di lavoro. Proteggere il benessere dei lavoratori e rispettare le comunità nelle catene di approvvigionamento è fondamentale per le pratiche di approvvigionamento dei nostri membri e qualsiasi pratica al di sotto dei nostri elevati standard non è tollerata”.

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