di Eugenio Felice
“Per quanto riguarda la campagna italiana 2018-19 – ci spiega Alessandro Fornari, direttore Jingold – abbiamo commercializzato oltre 15 mila tonnellate di kiwi a marchio Jingold, con una crescita del 17% rispetto alla stagione precedente. Dal punto di vista dei volumi è stata la migliore di sempre ma è abbastanza normale perché ogni anno la tendenza è in aumento in virtù dell’entrata in produzione di nuovi impianti. Per quanto riguarda il valore, il prezzo medio del giallo (Jintao) prodotto in Italia è cresciuto rispetto alla stagione precedente di circa il 6%. Aspetti degni di nota sono la composizione dell’offerta, che ha visto cambiare il nostro mix varietale, muovendo i primi volumi di Jinyan e Oriental Red e l’incremento generale della domanda di kiwi giallo. I mercati principali come sempre l’Europa, l’Asia, le Americhe e si è registrata una buona crescita in Oceania”.
“Per quanto riguarda la campagna dell’Emisfero Sud – aggiunge Fornari – Cile in particolare ma anche Argentina con i primi impianti in produzione, abbiamo iniziato la commercializzazione dei primi volumi in Europa da un paio di settimane. Oltre a quest’area, gli altri mercati di destinazione sono in particolare l’Asia (Giappone, Cina e Corea in primis) e gli USA. Da segnalare il mercato giapponese, dove il kiwi cileno può andare ma quello italiano no. In generale la domanda è buona, a conferma di un consumo in espansione in diversi mercati, sebbene la produzione sia leggermente inferiore al potenziale, in linea con l’andamento della produzione cilena di kiwi di quest’anno. Anche il mercato italiano sta dando segnali positivi ed è in continuo incremento, sebbene la parte principale del prodotto importato in Europa è ancora destinata al mercato tedesco“.
Al mercato italiano saranno destinati i primi test del Jingold Plus, già ribattezzato il kiwi “ipervitaminico”, e una quota significativa del prossimo raccolto di Oriental Red. Venendo invece al “classico” kiwi verde Hayward, la situazione è sicuramente deludente, a maggior ragione considerando che i volumi raccolti erano piuttosto contenuti. L’Italia ha sofferto la competizione del prodotto neozelandese prima, presente sui principali mercati anche fino a tutto gennaio, e di quello greco poi. È ormai diventato urgente che la nostra industria trovi una strategia comune per competere, non è facile perché va ricercata una coerenza di settore: la leva da utilizzare è quella della qualità elevata, non quella del prezzo basso. È fondamentale che tutte le imprese si convincano di questo percorso, altrimenti la nostra origine viene associata ad un’offerta ambigua e non attraente per i clienti e disorienta i consumatori che finiscono per scegliere altro”.
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