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                      La tutela dell’ambiente entra in Costituzione. E bando al greenwashing

                      La tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali, “anche nell’interesse delle future generazioni”, diventa un principio Fondamentale della Repubblica Italiana. La Camera ha infatti definitivamente approvato la proposta di legge che modifica in tal senso due articoli della Carta, il 9 e il 41, prevedendo anche che le imprese non possano operare “in modo tale da recare danno alla salute e all’ambiente”. Se dunque le aziende da oggi devono per legge operare in modo sostenibile, devono anche essere trasparenti e veritiere nel comunicarlo, pena il rischio di essere coinvolte in una causa giuridica. L’emanazione in Italia della prima sentenza per greenwashing, avvenuta a novembre scorso, apre infatti la strada a una rivoluzione etica nella comunicazione ambientale

                      di Carlotta Benini

                      Da oggi la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità entra di diritto tra i principi fondamentali della nostra Repubblica. L’Aula della Camera ha infatti definitivamente approvato la proposta di legge costituzionale che modifica in tal senso due articoli della Carta, il 9 – che ora prevede che la Repubblica tuteli, oltre al patrimonio paesaggistico, storico e artistico, anche l’ambiente, la biodiversità, gli ecosistemi e gli animali – e l’articolo 41, che stabilisce che la salute e l’ambiente siano paradigmi da tutelare da parte dell’economia, al pari della sicurezza, della libertà e della dignità umana. Lo stesso articolo modificato sancisce anche che le istituzioni, attraverso le leggi, i programmi e i controlli, possano orientare l’iniziativa economica pubblica e privata non solo verso fini sociali ma anche verso quelli ambientali.

                      Il Senato l’aveva già approvata con la maggioranza dei due terzi lo scorso 3 novembre, di conseguenza oggi la proposta di legge entra subito in vigore e non è sottoponibile a referendum.

                      La tutela del Pianeta diventa quindi un principio fondamentale della nostra Costituzione, “anche nell’interesse delle future generazioni”, sottolinea presidente della Camera Roberto Fico, come riporta Il Sole 24 Ore e così da oggi si stabilisce per legge che l’iniziativa economica privata non possa svolgersi, tra le altre cose, “in modo tale da recare danno alla salute e all’ambiente”. Secondo Fico “si tratta di un passaggio storico. Un segnale chiaro del Parlamento che dovrà essere un faro per il presente e il futuro del nostro Paese”.

                      “È una giornata storica per il Paese, che sceglie la via della sostenibilità e della resilienza nell’interesse delle future generazioni” si legge sull’account Twitter di Palazzo Chigi.

                      “Penso che sia una giornata epocale – commenta il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani -. È giusto che la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi diventi un valore fondante della nostra Repubblica, è un passaggio imprescindibile per un Paese come l’Italia che sta affrontando la propria transizione ecologica. Per le azioni che facciamo oggi e per le conseguenze che ci saranno in futuro sulle prossime generazioni, questa conquista è fondamentale e ci permette di avere regole ben definite per proteggere il nostro pianeta”.

                      Se la nuova legge stabilisce esplicitamente che le aziende debbano operare nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità, fare leva sulla sostenibilità come strategia di comunicazione e di marketing deve corrispondere a un impegno reale e scientificamente provato da parte delle aziende stesse. Pena il rischio di essere coinvolti in una causa giuridica. A novembre scorso, infatti, in Italia è stata emanata la prima sentenza per greenwashing, che ha condannato un’azienda per pubblicità ingannevole di un prodotto definito in modo improprio naturale e amico dell’ambiente. È successo il 25 novembre scorso, quando il Tribunale di Gorizia ha accolto il ricorso presentato dalla società Alcantara nei confronti dell’azienda Miko, che commercializza il materiale Dinamica, microfibra dall’aspetto simile al camoscio impiegata nel settore dell’arredamento, della moda e soprattutto delle automobili.

                      Si tratta di un primo, grande passo verso un cambiamento che aumenterà cause e sentenze, ma che porterà anche un nuovo approccio alla comunicazione ambientale. “Prima, per condannare spot che millantavano virtù sostenibili in realtà fumose, si parlava di ‘pratiche commerciali scorrette’ – spiega a Wired l’avvocato Sara Valaguzza, esperta di tematiche ambientali e docente di diritto dell’ambiente all’Università degli Studi di Milano -: oggi il tema è il green, adesso si è capito che sul tema della sostenibilità si gioca una sensibilità crescente dei consumatori. Quindi chi giudica fa attenzione al merito della questione: c’è una nuova e grande attenzione dei tribunali italiani e stranieri a non farsi ingabbiare dalla forma”.

                      L’indicazione del Tribunale di Gorizia diventa così una regola che sarà d’esempio d’ora in avanti in casi simili in Italia. “Ora dovrai essere circostanziato in un green claim: dovrai giustificare perché sei sostenibile, fornendo prove e informazioni tecniche sulla metodologia di produzione realmente rispettosa dell’ambiente”, conclude l’avvocato Valaguzza.

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