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                      Le pesche Ondine? “Le ho portate io in Romagna”: il racconto di Anna Maria Minguzzi

                      Una chiacchierata con Anna Maria Minguzzi, imprenditrice agricola e consulente agronoma con 40 anni di carriera alle spalle, pioniera nell’introduzione della mela Pink Lady e della susina Metis in Romagna, nell’omonima azienda agricola di famiglia, e fautrice dell’approdo delle innovative pesche e nettarine Ondine sul mercato italiano. Anche se in pochi lo sanno. Minguzzi ci parla anche della campagna estiva ai nastri di partenza, nella grande incertezza di un’annata fortemente compromessa dal maltempo. La sua azienda ad Alfonsine (Ra) è stata risparmiata dall’alluvione, ma ha registrato forti perdite produttive sulle drupacee a causa delle gelate primaverili

                      di Carlotta Benini

                      Minguzzi Ondine

                      Test con le prime Ondine nell’azienda agricola Minguzzi

                      Le Ondine, le pesche e nettarine piatte arrivate lo scorso anno nei supermercati italiani con l’intenzione di rivoluzionare il mercato delle drupacee come una proposta snack sana, gustosa e di qualità premium? Non tutti lo sanno, ma le ha portate lei per prima in Italia, nella sua Romagna, dove questa famiglia varietale costituita in Francia ha trovato i terreni più vocati: stiamo parlando di Anna Maria Minguzzi, co-titolare delle aziende agricole Minguzzi Giancarlo e Anna Maria e Liverani Rosanna di Alfonsine (Ravenna) e Romana Fruges, con terreni a Solarolo (Ra), specializzate nella coltivazione di drupacee oltre che di mele, pere e kiwi. Imprenditrice agricola con 40 anni di esperienza alle spalle, Anna Maria Minguzzi è stata una delle prime donne agronome attive nel settore. Dal 1983, anno in cui fondò uno studio di consulenza a Cles in Val di Non, al ritorno in Romagna nel 1986 per seguire le aziende frutticole di famiglia a seguito della scomparsa prematura del padre, fino alla fondazione, nel 2004, insieme al fratello Giancarlo Minguzzi (presidente di Fruitimprese Emilia Romagna) della Op Minguzzi Spa Consortile, di cui è socia, ha trascorso la sua intera carriera inseguendo l’innovazione nel settore ortofrutticolo, nell’ambito dello sviluppo sia produttivo che varietale. E con un occhio di riguardo alla sostenibilità: la sua azienda ha iniziato ad usare tecniche di lotta integrata senza uso di pesticidi già oltre 35 anni fa ed è stata la prima azienda agricola in Emilia Romagna e la seconda in Italia a ottenere la certificazione Global Gap.

                      Sulla scia dell’innovazione, ecco allora i primi impianti di Pink Lady già nel lontano nel 1998 e i primi test con Metis nel 2011, solo per citare due brand di successo. O, ancora, il progetto della nettarina a polpa rossa Gilda, sviluppata da Granfrutta Zani, con cui l’azienda agricola Minguzzi collabora da sempre. È stato così anche per le Ondine: una visione pionieristica, la passione per la ricerca e l’innovazione e un progetto che, tuttavia, alla fine non ha potuto sviluppare nelle proprie aziende agricole per la mancanza di un accordo finale fra la propria OP di appartenenza e il proprietario del brand. Oggi infatti sul mercato italiano ha l’esclusiva di questa innovativa famiglia di pesche e nettarine piatte un ristretto gruppo di operatori autorizzati composto da Mazzoni, Agrintesa-Alegra, Naturitalia e Greenyard Fresh Italy.

                      Minguzzi Ondine

                      Anna Maria Minguzzi (a destra) insieme a Laurence Maillard e al breeder spagnolo Sergi Font

                      Anna Maria, ci racconta come nasce il progetto Ondine?
                      Per lavoro ho sempre viaggiato molto, sono curiosa e da sempre interessata all’innovazione e alla ricerca varietale, per individuare prodotti di eccellenza da inserire in azienda, ma anche nel tessuto ortofrutticolo locale. Da esperta di drupacee, sono sempre stata dell’idea che il vero business della tabacchiera (la cosiddetta pesca piatta, ndr) fosse la nettarina, per le sue peculiari caratteristiche organolettiche e per la comodità di poterla consumare senza sbucciarla. Una decina di anni fa ho quindi iniziato a fare sperimentazioni in azienda con alcune varietà di un breeder estero, che tuttavia non raggiungevano la qualità attesa. Finché, nel 2016, ho conosciuto Laurence Maillard (moglie di Arsène Maillard, pioniere del breeding varietale, scomparso un anno e mezzo fa, ndr): sono stata quindi in Francia, in visita ad Agro Sélections Fruits, la loro società, dove conservavano un patrimonio considerevole di queste pesche e nettarine piatte, di una qualità che, sapevo, avrebbe incontrato i gusti del consumatore.

                      Così le ha testate nella sua azienda, ad Alfonsine?
                      Inizialmente la famiglia Maillard mi ha consegnato il suo patrimonio varietale di pesche e nettarine e pesche piatte, poi in un secondo momento anche quello di nettarine piatte, che in quel momento contava su ben 11 varietà innovative. Le ho testate nei miei frutteti sperimentali, le ho tenute controllate, ne ho valutato la qualità, i periodi di raccolta e scelto quelle che a mio avviso potevano essere sviluppate al meglio nel nostro territorio. Quindi ho stretto i primi accordi con Agro Sélections Fruits e organizzato un incontro con tutte le Op del territorio, proponendo il progetto di creare un brand che coinvolgesse principalmente i produttori dell’Emilia Romagna.

                      È nato il club di prodotto anche in Italia, ma la Op Minguzzi non ne fa parte, come mai?
                      L’opportunità di sviluppare le Ondine si è presentata circa quattro anni fa, ma i numeri che ci venivano richiesti per far parte del club erano troppo alti ed eravamo appena reduci dall’importante investimento fatto sulle susine del brand Metis. In quel momento è stata una scommessa troppo grande da affrontare. Inoltre nel frattempo Agro Sélections Fruits aveva ceduto il suo patrimonio genetico al Gruppo Frutaria, con il quale non è stato trovato un accordo finale. La palla quindi è passata alle altre Op del territorio, che oggi sono protagoniste del progetto.

                      Le susine Metis: Safari, Oxy e Sunny

                      Parlando di drupacee, che prospettive ci sono per la campagna estiva? La vostra azienda è stata colpita dall’alluvione?
                      Sì, entrambe le aziende, sia quelle di Alfonsine che quella di Solarolo, sono state coinvolte dall’alluvione, ma questa non pare avere creato danni importanti alle produzioni, se non i maggiori costi che dovremo sostenere per il ripristino della viabilità aziendale. Purtroppo peggiore è stato il danno subito  dalle gelate primaverili, che hanno fortemente compromesso la produzione. In tutto il nostro areale produttivo emiliano romagnolo, che va dal mare, nella provincia ravennate, fino all’imolese, stimiamo una perdita di volumi fino all’80% per le albicocche, di almeno il 60% per pesche e nettarine e del 50% circa per le susine.

                      La campagna delle drupacee è partita con quali prospettive?
                      La campagna di pesche e nettarine si è aperta con il prodotto precoce della Puglia, dove la mia OP di appartenenza ha qualche socio. Tuttavia anche in questa regione si è abbattuto il maltempo, con piogge abbondanti, e la qualità del prodotto spesso ne ha risentito. Le pesche e nettarine dell’Emilia Romagna saranno sui banchi dalla prossima settimana, ma parliamo davvero di quantitativi esigui. Anche per le albicocche è partita la raccolta nelle aziende di Solarolo (RA), dove c’è l’unica produzione che si è salvata. Situazione complessa anche per le susine, sulle Angeleno abbiamo perso l’80% della produzione.

                      E le susine Metis?
                      Su queste varietà a club, sui cui sono stati fatti i maggiori investimenti, siamo riusciti a salvare il 60-70% del raccolto, grazie anche ai dispositivi antibrina, installati in primavera grazie alla campagna di finanziamenti promossa dalla Regione Emilia Romagna. La raccolta delle prime varietà di Metis inizierà a luglio, quando arriveranno sui banchi della Gdo, italiana ed estera.

                      A proposito di distribuzione, dove è presente il vostro prodotto Metis?
                      Il 70% della nostra produzione è destinato al mercato estero, siamo presenti in alcune principali insegne della Gdo europea e per il restante 30% nei supermercati italiani.

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