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                      Lenticchia di Altamura Igp: dai semi antichi verso il brevetto di una nuova varietà

                      Siglato l’accordo tra il Consorzio di tutela e valorizzazione della Lenticchia di Altamura Igp e ISEA, realtà italiana leader in tema di ricerca genetica, in particolare nel settore delle leguminose. Questa partnership ha l’obiettivo di avviare un programma di selezione e di ibridazione di semi antichi di lenticchia di Altamura, a disposizione del Consorzio di tutela, al fine di ottenere una nuova linea varietale stabile e brevettabile

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Lenticchia di Altamura IgpIl 10 giugno scorso presso l’Azienda Agricola F.lli Quarto –  Tenute Zagarella di Matera è stato stipulato un accordo tra il Consorzio di Tutela e Valorizzazione della Lenticchia di Altamura IGP e ISEA, importante realtà italiana in tema di ricerca genetica, in particolare nel settore delle leguminose. Dal primo giorno dalla sua costituzione il Consorzio ha raccolto ecotipi antichi di Lenticchia di Altamura chiedendo e trovando collaborazione in diversi istituti di ricerca. Dall’IBBR – CNR di Bari ha ottenuto semi appartenenti agli ecotipi n. 5 – 6 e 10 conservati sin dagli anni ‘60 e ‘70. Lo scorso anno il Consorzio è riuscito ad ottenere dallo United States Department of Agriculture (USDA) ben cento piccoli semi di Lenticchia di Altamura che il 2 luglio del 1964 la Federazione Italiana dei Consorzi Agrari aveva inviato in America. Questo materiale, seminato in campo lo scorso anno è stato raccolto dal Consorzio e consegnato all’ISEA perché si possa avviare un programma di selezione e di ibridazione con il fine di ottenere una linea varietale stabile e brevettabile.

                       

                      lenticchia di Altamura ISEA

                      Da sinistra Antonio Nisi ed Eugenio Tassinari

                      Dando per scontato l’adattabilità della nuova varietà che si intende raggiungere, vista l’origine dei semi impiegati, i caratteri genetici su cui si baseranno le scelte sono: la resistenza alle patologie e l’altezza della pianta. Secondo Antonio Nisi, presidente del Consorzio di Tutela e Valorizzazione della Lenticchia di Altamura IGP, “quest’ultimo carattere è fondamentale per lo sviluppo della coltivazione di lenticchia, in quanto dagli anni ’60 ad oggi la vera differenza nelle pratiche colturali è la raccolta, passata da manuale a meccanizzata. L’impiego di mietitrebbie necessita evidentemente che le piante, e in particolare il primo palco, siano più alte”.

                       

                      “Per quanto eravamo a conoscenza della commercializzazione della sola lenticchia verde negli anni ‘30 – ’70 – commenta Gerardo Centoducati, direttore del consorzio -, il materiale ottenuto dal CNR aveva anche dei semi di lenticchia rossa al suo interno”.

                       

                      ISEA dispone di nuovissime camere fitotroniche, grazie alle quali sarà possibile ottenere ben quattro cicli colturali/anno e anticipare di moltissimo il raggiungimento dell’obiettivo di una nuova/antica varietà di Lenticchia di Altamura. Ciò grazie anche alla notevole esperienza e Know how sviluppato all’interno della società. “È solo grazie all’unione di tanti agricoltori in un Consorzio – sottolinea Eugenio Tassinari, amministratore delegato di ISEA – che è stato possibile, per un importante territorio tra la Puglia e la Basilicata, dimostrare l’enorme potenziale e stringere accordi con una realtà come la nostra, in grado di fare ricerca e selezione genetica, e di offrire innovazione in questo settore”.

                       

                      lenticchia di Altamura Igp

                      Il Consorzio di Tutela e Valorizzazione della Lenticchia di Altamura IGP è nato il 27 gennaio 2017 ed è oggi costituito da circa 200 agricoltori. Grazie al lavoro di affiancamento alle aziende, il consorzio ha raggiunto obiettivi importanti. La superficie certificata di Lenticchia di Altamura IGP nella passata stagione ha superato 2.000 ettari (leggi qui l’articolo dedicato). Gli obiettivi del Consorzio: miglioramento della qualità, tutela dell’ambiente, incremento produttivo e promozione della conoscenza del prodotto in Italia e all’estero.

                       

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