L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
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                      Mercuri (Fedagri) sul premio Top Fresh Retailer: «La catena sta per spezzarsi»

                      Giorgio_Mercuri
                      Abbiamo chiesto a Giorgio Mercuri, dal 2013 presidente di Fedagri e dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, di fare un commento sull’indagine che Fm ha svolto sul rapporto tra fornitori di ortofrutta e catene distributive, che ha portato al premio Top Fresh Retailer. Parte di questa intervista è stata ripresa da CorrierEconomia nell’edizione dello scorso 2 febbraio

                       

                      Giorgio_MercuriQual è la criticità di fondo della filiera ortofrutticola?
                      C’è troppo squilibrio nella filiera tra un’offerta produttiva molto frammentata da un lato e una domanda molto concentrata, pur se in Italia la gdo non è agli stessi livelli di concentrazione di Germania o Regno Unito, dove operano pochissimi grandi colossi  distribuitivi. Tale squilibrio è spesso tutto a scapito delle aziende produttrici, considerate di solito l’anello debole. È evidente che i piccoli produttori ortofrutticoli, pur se in presenza di prodotti di indubbia qualità, non riescono a diventare fornitori delle catene distributive perché la grande distribuzione esige garanzia di continuità nelle forniture, oltre che grandi volumi. Cose che solo le grandi organizzazioni di produttori possono soddisfare. I piccoli produttori per poter fare massa critica e dialogare con la distribuzione hanno come strada direi obbligata quella di mettersi insieme, aggregandosi in cooperative o organizzazioni di produttori (Op). In aree come il Trentino Alto Aldige la cooperazione ha consentito di ottenere risultati che sono sotto gli occhi di tutti; in altre parti del Paese operano realtà dalle dimensioni inadeguate che non riescono a fare rete: per loro il mercato si fa sempre più ostile.

                       

                      Mercuri, come giudica la gdo?
                      Fa ancora troppo leva sull’aspetto prezzo e sulle leve promozionali o sulla scontistica, io credo che dovrebbe puntare anche sugli standard qualitativi: far pagare al consumatore il giusto prezzo per la frutta e verdura e non sempre il prezzo più basso. La gdo potrebbe puntare ad esempio in misura maggiore sulla comunicazione delle caratteristiche organolettiche della frutta e verdura. Se il consumatore viene reso consapevole delle qualità di ciò che compra, è disposto anche a pagarle ad un prezzo più alto.

                       

                      Ci sono altre cose da migliorare secondo lei nel rapporto?
                      Per migliorare il rapporto  c è  bisogno di ritornare a dialogare tra produzione e gdo. Oggi questo rapporto  non esiste più, oggi il dialogo si svolge solo tra commerciali, tutto si limita ad accettare un’offerta di prezzo e se il fornitore non accetta di vendere a un certo prezzo, la catena distributiva è pronta a cambiare fornitore e a cercarne un altro disponibile. I prezzi ormai vengono fatti su dati storici, su previsioni del tempo, su sensazioni di difficoltà del fornitore. Il risultato è una concorrenza spietata tra gruppi della gdo e una grande sofferenza della produzione. Una diversificazione di strategia  un rapporto  più  diretto con la produzione può  riequilibrare il settore senza penalizzare il consumatore.  E necessario  dare il giusto rilievo alla leva della promozione ma insieme anche ad altri innovativi momenti di valorizzazione della nostra  frutta e verdura. La catena  sta per spezzarsi, se la tiriamo ancora in questo modo presto il consumatore italiano dovrà abituarsi a mangiare prodotti che provengono da altri Paesi.