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                      Nemo’s Garden: quando il basilico cresce sott’acqua (in mongolfiere marine)

                      C’è chi il basilico non riesce a farlo crescere nemmeno nel proprio giardino e chi invece lo fa crescere, sano e rigoglioso, sotto l’acqua del mar Ligure. Stiamo parlando di Nemo’s Garden: un progetto ambizioso, ecosostenibile e made in Italy, nato nel 2012 e ancor oggi in continua evoluzione. Oggi sono sei le “meduse artificiali” ancorate al fondale, ovvero delle cupole dentro le quali si coltiva e si studia la crescita non solo del basilico, ma anche di fragole, aloe e piante aromatiche. Un progetto dalle grandi potenzialità soprattutto per quelle zone con tanto mare e poco terreno agricolo a disposizione

                      Di Valentina Bonazza

                      Nemo's Garden

                      Dalla pagina Facebook di Nemo’s Garden

                      Basilico, erbe aromatiche e insalata made in Italy: a produrle è Nemo’s Garden e fin qua non sembra esserci nulla di strano se non fosse per il fatto che si tratta di un giardino subacqueo che sorge nelle acque al largo di Noli (provincia di Savona, Liguria). L’idea, tutta italiana, è di Sergio Gamberini, fondatore dell’azienda di attrezzature subacquee Ocean Reef Group, che, in vacanza con gli amici nel 2012, tra immersioni e chiacchierate sul giardinaggio, si è chiesto se fosse possibile ricreare anche sott’acqua le condizioni ideali per la crescita del basilico, erba aromatica simbolo della regione e ingrediente essenziale del famoso pesto alla genovese.

                      Come funziona Nemo’s Garden. Il “Giardino di Nemo” è un ambizioso progetto ecosostenibile costituito da “grosse meduse artificiali”, ovvero biosfere in materiale vinilico semitrasparente che permettono il filtraggio dei raggi solari. Di fatto sono delle cupole di circa 2 metri di diametro da 800 litri d’aria, anche se nel corso degli anni le cupole sono aumentate e diminuite fino ad arrivare nel 2015 a quattro biosfere da 800 litri, una biosfera da 2.000 litri, due biosfere da 50 litri e una biosfera rigida da 2.000 litri, ridotte a 3 biosfere per la stagione invernale.

                      Queste biosfere sono ancorate sul fondo del mare Ligure a circa 6 metri sotto il livello del mare e a circa 40 metri circa dalla riva. All’interno ogni cupola può ospitare su delle mensole dalle 65 alle quasi 100 piante che vengono coltivate secondo un sistema idroponico, anche se sono presenti coltivazioni comparative in substrato di fibra di cocco: niente terra però, sia per motivi di logistica e trasporto, sia per la possibile contaminazione dell’ambiente interno alle biosfere. All’interno si crea un microclima perfetto per la coltivazione, monitorato costantemente da terra grazie a un sistema audio/video, il tutto alimentato da energia eolica e solare.

                      Molti gli esperimenti per capire quali fossero le coltivazioni più adatte: negli anni all’interno delle biosfere di Nemo’s Garden si è coltivato basilico verde, basilico rosso, diversi tipi di insalate (rucola, lattuga, rouge), pomodori, zucchine, fagioli, piselli verdi, erbe (menta, origano, salvia, timo, coriandolo), fiori, aloe vera, funghi e molto altro. Non sempre però con successo: interessante però notare come i test chimici abbiano mostrato un’alta concentrazione di oli essenziali grazie all’ambiente pressurizzato, con condizioni di crescita più veloci (a condizione che l’umidità e la temperatura dell’aria siano tenute sotto controllo) e nessun effetto negativo dalla minore radiazione solare.

                      Si tratta anche di un sistema autosufficiente: sulla parete della cupola, infatti, si deposita l’acqua frutto dell’evaporazione e della condensa, così in questo modo la biosfera si autoalimenta. Inoltre, crescendo in “mongolfiere” sottomarine, non c’è il rischio che le piante vengano attaccate da insetti o parassiti, e per questo i pesticidi non vengono utilizzati.

                      Il primo test risale al settembre 2012. In quell’occasione il basilico era germogliato molto velocemente nelle cupole nelle acque di Noli, in soli tre giorni dalla semina, quando in condizioni normali impiega circa 5-7 giorni, e il sapore era pressoché identico a quello coltivato in maniera tradizionale. Quest’anno, dopo le violente tempeste che hanno fatto danni a queste “mongolfiere subacque” e il covid, che ha bloccato gli esperimenti e le attività di ricerca (ma non la natura perché le coltivazioni sono sopravvissute), la produzione è ripresa, e nelle scorse settimane si sono effettuati i primi raccolti, grazie a sub che raccolgono il bottino entrando dalla parte inferiore della calotta.

                      Un progetto forse futuristico e ancora sperimentale ma dal grande potenziale, che ha ricevuto con Expo Milano una buona spinta. Negli anni Nemo’s Garden è diventata la casa di numerosi progetti di ricerca e collaborazioni con Università e aziende: l’ultima in ordine di tempo è quella con il colosso Siemens per studiare e sviluppare una tecnologia finalizzata a rendere Nemo’s Garden una realtà ancor più sostenibile su scala industriale con l’obiettivo di proporre strumenti alternativi per la produzione di cibo sano. Infatti, una volta affinata la tecnica, queste strutture possono essere di grande aiuto per tutte quelle zone ricche di mare ma povere di terra da coltivare che si trovano nella fascia tropicale ed equatoriale. In questo modo si potranno produrre ortaggi di qualità, senza uso di pesticidi, a pochi km di distanza da dove si consumano.

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