Dalla Redazione
Ormai è un assunto noto: per salvaguardare il pianeta bisogna ridurre l’utilizzo di plastica, e quindi evitare di produrre sempre più packaging. Con queste premesse è nato Notpla: materiale 100% biodegradabile e flessibile per il packaging, anche alimentare, realizzato a partire dall’alga bruna. Crescendo fino a 1 metro al giorno, l’alga bruna non è in contrasto con le colture alimentari, non ha bisogno di acqua dolce o fertilizzanti, e contribuisce attivamente a disacidificare gli oceani.
Notpla è anche il nome della start up che produce questo materiale composto da alga bruna, una delle risorse più rinnovabili in natura e componenti vegetali 100% biodegradabili. “La maggior parte delle persone – riferisce il sito di Notpla – non sa che il 50% degli imballaggi di plastica viene usato una volta e gettato via. Notpla si biodegrada naturalmente in 4-6 settimane. Niente micro-plastiche rilasciate nell’ambiente, niente veleni nelle falde acquifere e niente sprechi. A differenza del PLA, è compostabile in casa e non contamina il riciclaggio del PET”. Aveva fatto scalpore, ad esempio, lo studio del WWF Your Plastic Diet che stimava che in media la gente potrebbe ingerire circa 5 grammi di plastica ogni settimana, che è l’equivalente del peso di una carta di credito. Si tratta di circa 21 grammi al mese, poco più di 250 grammi all’anno.
Da questo materiale è nato Ooho: una sorta di membrana, o pellicola, altamente flessibile e adatta anche all’uso alimentare. Ooho può essere utilizzato per creare sacchetti monodose o capsule che possono contenere salse, finger food, acqua, succhi di frutta o estratti, caffè freddi o cocktail. Infatti, questo curioso packaging può essere letteralmente mangiato, o inghiottito, essere messo in bocca e lasciato “esplodere”. Già sperimentato in occasione di eventi, festival e alcune manifestazioni sportive come la maratone, Ooho potrebbe essere molto efficace per eliminare quella distesa di bicchieri di plastica e bottigliette che solitamente restano a terra dopo manifestazioni sportive o concerti.
Rodrigo Garcia Gonzalez e Pierre Paslier, studenti e ricercatori dell’Imperial College di Londra, sono gli inventori di questo innovativo materiale. Nel 2013 hanno fondato lo Skipping Rock Lab, laboratorio dove hanno dato vita a Ooho, e in poco tempo il progetto è diventato virale. I due creativi si sono poi uniti a Climate KIC, l’ente europeo che contribuisce, investe, offre strumenti di supporto all’innovazione ecosostenibile. Ooho nel tempo è stato sviluppato e ampliato, grazie a campagne di raccolta fondi e nuove partnership che hanno permesso all’impresa di espandersi e migliorare, tanto che e oggi Notpla “il packaging che scompare” è una realtà che collabora con numerose aziende. Di recente, ad esempio, ha siglato un accordo con Just Eat UK per realizzare le confezioni delle salse take-away.
Non solo bustine monodose. Notpla sta lavorando anche ad altre tipologie e formati di packaging, come le buste a rete per il trasporto di frutta e verdura, ad esempio, ma anche involucri e pacchetti per alimenti in polvere e alimenti secchi, grazie ai film termosaldabili e solubili in acqua o meno, a seconda dell’applicazione richiesta dall’azienda o ancora bustine per prodotti non alimentari come viti, chiodi o ferramenta, o ancora le classiche box per i cibi d’asporto, una soluzione più sostenibile alle classiche box d’asporto in plastica o in carta rivestita da un film in plastica. Realizzati in Notpla, questi nuovi packaging si biodegradano non appena vengono a contatto con il terreno, l’umidità o i batteri e scompaiono in poche settimane.
Nel 2021 infine, come si legge sul loro sito, sarà possibile noleggiare o comprare la macchina, ora in fase di sviluppo, per la produzione locale di Ooho per buste da 20-150 ml, a seconda del prodotto o alimento che si vuole contenere. Con il noleggio della macchina venderanno anche le cartucce di materiali a co-packer.
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