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                      Nuova piaga sull’agricoltura romagnola: le cavallette invadono il ravennate

                      Il primo agosto sciami di cavallette hanno invaso la Riviera romagnola e le campagne ravennati, portate dal Libeccio. Fortunatamente con il cambio del vento hanno abbandonato le spiagge, ma non le campagne. “Intere vallate del comune di Riolo Terme – avvisa Coldiretti – sono state letteralmente invase da voraci sciami di cavallette”, che creano danni perfino più ingenti della grandine, a foraggio ed erba medica, ma anche a cereali e ortaggi

                      Dalla Redazione

                      cavallette agricoltura

                       

                      Non c’è pace per l’agricoltura romagnola, che sembra essere colpita da cataclismi biblici: dopo le gelate primaverili, le alluvioni, le violente grandinate e le trombe d’aria, ora anche le cavallette si abbattono sui campi, infestando le colture e creando preoccupazione

                      Il primo di agosto, probabilmente per via delle temperature elevate registrare nel mese di luglio e a causa della scarsa piovosità che ha favorito la proliferazione massiva dell’insetto, sciami di locuste hanno invaso le campagne e le spiagge romagnole, portate dal Libeccio. I turisti al mare sono stati comprensibilmente infastiditi dall’episodio, ma per fortuna nell’arco di un giorno, con il cambio del vento, le cavallette hanno abbandonato la Riviera, restando tuttavia concentrate nelle campagne ravennati.

                      “Intere vallate del comune di Riolo Terme sono state letteralmente invase da voraci sciami di cavallette – è l’allarme di Coldiretti, come riporta Il Resto del Carlino  -. A farne le spese, come peraltro già avvenuto nell’estate 2022 sempre nel medesimo territorio, sono in particolare le coltivazioni di foraggio e soprattutto l’erba medica da seme”.

                      “Questa calamità, chiaramente legata agli sfasamenti climatici – commenta il direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini – sta mettendo in ginocchio gli agricoltori di un’intera vallata, ma forte è il rischio che, senza interventi mirati, l’invasione si estenda anche alle vallate vicine”. A oggi, infatti, l’unica speranza è riposta nei predatori naturali, come gli uccelli, che potrebbero aiutare a contenere le popolazioni di locuste che stanno devastando tutto quello che trovano sul loro cammino, oltre alla medica anche cereali e ortaggi”.

                      Coldiretti ha avviato un monitoraggio con censimento dei vari focolai per sollecitare l’intervento degli enti locali.

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