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                      OP Rosaria dopo il Covid guarda al futuro con 15 nuovi ettari di arance

                      Il presidente di OP Rosaria Aurelio Pannitteri fa il punto della stagione agrumicola conclusa da circa un mese. L’organizzazione di produttori agrumicoli della piana di Catania con sede a Belpasso ha visto un anno di super-produzione, caratterizzata però da un difficile reperimento di manodopera e da ingenti spese per mettere in sicurezza tutti i lavoratori dell’azienda. Pannitteri parla anche dei progetti futuri: “A settembre metteremo a dimora nuove piante di arancio su 15 nuovi ettari di terreno. Inoltre, l’obiettivo è quello di aggregare altri produttori”

                      Dalla Redazione

                      A un mese circa dalla chiusura della campagna, Aurelio Pannitteri, presidente di OP Rosaria, l’organizzazione di produttori agrumicoli della piana di Catania con sede a Belpasso, traccia un bilancio della stagione: “È stata una campagna particolare, durata fino a metà giugno e caratterizzata da una super-produzione”.

                      A renderla anomala, oltre alla durata e alla produzione così importante, è stato il lavoro in tempo di pandemia, che ha naturalmente reso complesse le dinamiche interne all’azienda. “Le spese necessarie ad adottare tutte le misure volte a contrastare il contagio – spiega Pannitteri – sono state molto alte, ma fare la nostra parte era doveroso e le abbiamo sostenute volentieri”. Il presidente racconta le misure specifiche adottate all’interno della OP – dotazione di termoscanner e di erogatori di disinfettante, utilizzo di guanti monouso, installazione nei magazzini di pannelli di plexiglass tra una postazione e l’altra, predisposizione di due mense aggiuntive, per permettere ai dipendenti il distanziamento durante i pasti e sanificazione periodica del 100% degli ambienti chiusi – e di quanto siano state rispettate in modo rigoroso. “Abbiamo investito davvero tanto in sicurezza, ma quello che mi preme davvero è ringraziare i dipendenti per tutta l’attenzione che hanno messo nel seguire le regole!”.

                      Rosaria

                      Aurelio Pannitteri, presidente di OP Rosaria

                      Un’altra problematica con cui OP Rosaria ha dovuto fare i conti nella stagione conclusa è quella del reperimento della manodopera. Una questione spinosa, anche perché probabilmente correlata strettamente al reddito di cittadinanza. La OP supera i 1000 ettari di agrumeti e in piena campagna necessita del lavoro anche di 300 stagionali, difficili da reperire perché molti – questa è l’opinione di Pannitteri – “hanno preferito percepire il sussidio statale piuttosto che farsi assumere”.

                      Ma questo non è solo tempo di bilanci, bensì anche di progetti per i mesi a venire. Al riguardo Aurelio Pannitteri ha idee chiare: “A settembre metteremo a dimora nuove piante di arancio su 15 nuovi ettari di terreno. Inoltre, l’obiettivo è quello di aggregare altri produttori, per crescere ancora e ancora, fermo restando che i nostri associati devono seguire protocolli ben precisi e rispettare standard qualitativi molto elevati. La selezione d’ingresso è e sarà severa”.

                      OP Rosaria nasce nel 2008 per iniziativa di un gruppo di operatori della filiera agrumicola della piana di Catania. Opera su un territorio che varia dai 1.000 ai 1.500 ettari e ha come scopo la valorizzazione delle produzioni di agrumi della Sicilia orientale. Il suo marchio, Rosaria, decisamente tra i più noti a livello nazionale per quanto riguarda il mondo ortofrutticolo, è sinonimo di qualità, territorialità e unicità.

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