L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      L'INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL TRADE ORTOFRUTTICOLO
                      L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA

                      Opo Veneto in liquidazione coatta. La ripartenza con Veneto Ortofrutta e AgriVeneto

                      Opo Veneto, realtà cooperativa di Zero Branco con quasi 500 soci in tutto il Veneto, è stata messa in liquidazione coatta dal ministero per un debito di oltre 20 milioni di euro verso fornitori, banche e dipendenti. Ma la ripartenza delle produzioni agricole ha già preso forma grazie alla neonata cooperativa Veneto Ortofrutta, che in sette mesi ha generato un volume d’affari di 2,9 milioni di euro, ad AgriVeneto e al suo marchio Radico e al sostegno del consorzio agrario di Treviso e Belluno e di Coldiretti

                      Dalla Redazione

                      A metà agosto un decreto del ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha messo formalmente la parola fine alla parabola dell’Organizzazione Produttori Ortofrutticoli Veneto – in sigla Opo Veneto – colosso cooperativo con sede a Zero Branco che raggruppava 485 aziende agricole produttrici in Veneto, in particolare tra Treviso, Venezia (Chioggia e Sottomarina capofila) e Rovigo. Un colosso nato con lo scopo di raccogliere e distribuire i prodotti ortofrutticoli della regione: da qui il suo secondo nome di parata “Orto Veneto”.

                      Il debito del consorzio supera i 20 milioni di euro: secondo quanto riportato dalla Tribuna di Treviso, si parla per l’esattezza di 14 milioni di debiti con le banche e 8 milioni con i fornitori.

                      Il ministero, nell’ordinare la liquidazione, ha evidenziato anche un “mancato pagamento di mensilità stipendiali e tredicesima mensilità” e un “omesso versamento di contributi previdenziali” (i debiti in questo caso ammontano circa a 235 mila euro complessivi).

                      I numeri di Opo Veneto erano in caduta libera già da diversi anni. Nel 2019, prima dello scoppio della pandemia, la OP contava 538 realtà associate, con ben 401 soci produttori diretti. Nel 2021 il numero dei soci era calato a 485, di cui 359 produttori diretti. Una levata di tende di fronte a un quadro economico già critico, tanto che l’organizzazione era stata costretta a fine 2021 a chiedere una capitalizzazione per far fronte alla crisi. Capitalizzazione da 1,6 milioni poi fermatasi a 1,2 per la mancata adesione di chi avrebbe dovuto credere nel progetto (i soci stessi), mettendo di fatto ko la società, come riporta sempre La Tribuna di Treviso.

                      Il radicchio, prodotto di punta, non è bastato a risollevare le sorti di Opo Veneto. Un’azienda, guidata dal presidente Adriano Daminato, già assessore a Loria, che pensava in grande, forse troppo. Oltre ai prodotti, negli ultimi anni l’OP aveva affrontato importanti investimenti sulle strutture, a partire dai capannoni di Zero Branco, Chioggia, Lusia e così via. “Il punto è che è mancato il controllo di gestione”, sottolineano secondo le indiscrezioni alcuni addetti ai lavori, come riporta Il Gazzettino.

                      La ripartenza

                      Il consorzio Opo Veneto è finito in liquidazione coatta, ma la ripartenza per le produzioni agricole del territorio ha già preso forma grazie alla nuova coop Veneto Ortofrutta – che in sette mesi ha generato un volume d’affari di 2,9 milioni di euro – e ad AgriVeneto con il suo marchio Radico, nonché al sostegno del consorzio agrario di Treviso e Belluno e di Coldiretti.

                      Nei dettagli, “AgriVeneto Srl, società partecipata al 30% dal consorzio agrario, al 60% da una cooperativa del centro-sud e al 10% da una società umbra, ha preso in affitto 300 mq proprio all’interno del capannone di Opo Veneto Sant’Alberto di Zero Branco e con il marchio Radico ha dato avvio alla nuova avventura del cash&carry dei produttori agricoli aperto non solo alla grande distribuzione (Coop e Conad), e al mondo dei ristoranti, ma anche ai privati – si legge sul Gazzettino -. I prodotti arrivano dalla neonata cooperativa Veneto Ortofrutta, guidata da Mauro Brognera, già vicepresidente Opo Veneto, con Cda interamente composto da imprenditori orticoli del territorio, che ha rimesso assieme 30 soci e ha assorbito cinque dipendenti ex Opo”.

                      Ora si punta sul radicchio di Treviso tardivo, precoce, di Chioggia e Variegato. Solo nell’ultimo periodo sono stati conferiti 11 mila quintali di prodotti, compresi 3.200 di tardivo. A questi si aggiungono altri prodotti del territorio e altre le produzioni di tutta la Penisola grazie alla collaborazione con le altre cooperative, senza dimenticare i prodotti di Campagna Amica della Coldiretti.

                      Copyright: Fruitbook Magazine