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                      Ortofrutta in Gdo? Avanzini (Conad): “Siamo all’alba di una rivoluzione del reparto F&V”

                      I dati nazionali sui consumi di frutta e verdura parlano di trend negativi? “La sfida è quella di rendere più fruibile la nostra offerta, tenendo conto delle mutate esigenze dei consumatori: le famiglie, i millennial, ma anche i clienti più anziani”. Il reparto ortofrutta, infatti, “è all’alba di una trasformazione dell’offerta” secondo Francesco Avanzini. Il direttore generale di Conad, che abbiamo incontrato a Bologna in occasione di Marca, ci ha parlato delle sfide per il reparto frutta e verdura del domani e del ruolo della private label nell’offerta di Conad, freschi in primis

                       

                      di Carlotta Benini

                       

                      Conad ortofrutta

                      L’ortofrutta ha un’incidenza dal 13 al 15% sul fatturato di Conad (credits: Conad)

                      Quello appena trascorso è stato un anno di luci e ombre per l’ortofrutta nella grande distribuzione. A sottolinearlo è Francesco Avanzini, direttore generale di Conad, che è stato uno dei protagonisti della prima giornata di Marca, la fiera internazionale dedicata alla private label che si è tenuta a BolognaFiere il 16 e 17 gennaio scorsi. Conad è un’insegna che punta molto sulla private label, che attualmente rappresenta un terzo dell’offerta commerciale del gruppo e un quarto del giro di affari. In un anno difficile come il 2018, la marca Conad conferma il suo trend positivo, con una quota nel Largo Consumo Confezionato che si attesta al 29,7%, 9,5 punti percentuali al di sopra della media italiana (fonte: Iri). Il fatturato della MDD Conad si attesta a 3,5 miliardi di euro, in crescita del 7% per cento rispetto al 2017 a conferma del dinamismo a cui è improntata.

                       

                      Oggi sono oltre 3.600 i prodotti private label in assortimento (di cui 1.400 lanciati o rilanciati lo scorso anno) che fanno capo ai brand Conad, Verso Natura, Sapori&Dintorni e a nuove linee che rispondono a più moderne esigenze di consumo come Conad Alimentum, Conad PiacerSi, Conad Essentiae, Conad Baby. “I vari brand e le linee di prodotto Conad confermano di essere una leva fondamentale per la costruzione della fedeltà all’insegna e un principale fattore per contribuire alla crescita del fatturato del gruppo”, esordisce Francesco Avanzini, che abbiamo incontrato a Marca per commentare i dati sulla private label veicolati in occasione della due giorni bolognese.

                       

                      Francesco Avanzini (credits: Conad)

                      Ci siamo concentrati sull’ortofrutta. “Il 2018 (come detto sopra, ndr) è stato un anno complesso, che si è confrontato a sua volta con un 2017 altrettanto difficile. – rivela il direttore generale di Conad – Il reparto ortofrutta è all’alba di una trasformazione dell’offerta, che si baserà su soluzioni di consumo sempre più differenziate. I dati nazionali sui consumi di frutta e verdura parlano di trend negativi? La sfida è quella di rendere più fruibile la nostra offerta, tenendo conto delle mutate esigenze dei nostri clienti: le famiglie, i giovani e i millennial, ma anche gli anziani. Target diversi per un’offerta commerciale che deve essere quanto più varia e improntata sulla qualità”. Prodotti ad alto contenuto di servizio, ortofrutticoli confezionati e pronti al consumo, referenze innovative: “il futuro del reparto ortofrutta in Gdo andrà in questa direzione”, secondo il direttore degenerale di Conad.

                       

                      Attualmente l’incidenza dell’ortofrutta sul fatturato complessivo di Conad (che nel 2018 si attesta a 13,4 miliardi di euro, leggi qui) è tra il 13% e il 15%, con differenze di performance a seconda dei luoghi geografici e dei format.   “Le referenze ortofrutticole a marchio Conad sono centinaia, fra prodotto confezionato e prodotto tracciato per un discorso di filiera”, continua Avanzini. Origine, tracciabilità, valorizzazione del localismo, quando c’è una valenza riconosciuta di tipicità: sono questi i valori che definiscono l’offerta di frutta e verdura a marchio Conad. Offerta che – cosa che vale per l’intera private label – pone sempre al centro l’italianità: sono di provenienza nazionale il 90% dell’ortofrutta, le filiere del latte e dei derivati, quella del pomodoro e dei principali vegetali confezionati, i prodotti Sapori&Dintorni. Così come i produttori dei brand Conad, anch’essi italiani per oltre il 90 per cento.

                       

                      La sicurezza è un altro valore cardine. Ogni anno, per garantire la qualità della propria offerta e una selezione attenta dei propri fornitori, Conad effettua oltre un milione di analisi di laboratorio per 2.700 ispezioni: nel 2018 sono stati investiti oltre 4,5 milioni di euro sulla food safety. Le analisi e le ispezioni sulla sicurezza alimentare, frutto di un sistema di Controllo Qualità Conad certificato nel 2018, si aggiungono ai controlli che le autorità competenti svolgono nel corso dell’anno sui prodotti a scaffale di ogni punto di vendita.

                       

                      Conad Siena

                      La marca del distributore rappresenta un terzo dell’offerta commerciale di Conad (credits: Conad)

                      C’è poi la sostenibilità ambientale, una tematica che oggi sta sempre più a cuore ai consumatori, molto attenti in particolare alla questione della lotta alla plastica, sensibilizzati dalla relativa campagna europea che prevede una progressiva e massiccia riduzione di questo materiale nei prodotti monouso. “Quello della riduzione della plastica è un trema che stiamo affrontando con priorità, – spiega Francesco Avanzini – dove possibile sostituendo il packaging secondario (le confezioni) e quello primario (le casse) con soluzioni eco-sostenibili”. “Se parliamo di imballaggi – continua il direttore generale di Conad – la questione non è demonizzare un materiale piuttosto che un altro, ma piuttosto promuovere un’economia circolare. Con Cpr System (di cui è presidente, ndr) sul reparto ortofrutta stiamo facendo un importante lavoro in questo senso. Quello dell’imballaggio riutilizzabile è un ciclo virtuoso, che garantisce massime performance in termini di sostenibilità ambientale rispetto alla cassa a perdere”. “Per quanto riguarda i cestini per ortofrutta, – conclude – saranno privilegiate tutte quelle soluzioni che prevedono l’utilizzo di materiali riciclabili e riciclati come l’R-Pet”.

                       

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