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                      Ortofrutteto solidale: nel carcere di Solliciano 120 piante curate dai detenuti

                      Ortofrutteto solidale

                      Ph: pagina Facebook AzzeroCO2

                      Inaugurato nei giorni scorsi, presso la Casa Circondariale di Sollicciano a Firenze, l’ortofrutteto solidale con 120 piante. L’iniziativa, promossa dall’istituto penitenziario, è volta a rendere migliore la qualità della vita in carcere e a creare competenze utili al reinserimento. Nel frutteto sono state messe a dimora varie specie di piante da frutto, tra cui l’albicocco, il pero, il nocciolo, il melo e il pesco.

                      Dalla Redazione

                      Ortofrutteto solidale

                      Ph: pagina Facebook AzzeroCO2

                      Inaugurato martedì 16 aprile, l’OrtoFrutteto Solidale realizzato presso la Casa Circondariale “N.C.P. Sollicciano” di Firenze. Un progetto promosso da AzzeroCO2, società di consulenza che si occupa di strategie di sostenibilità aziendale, in collaborazione con Legambiente e con il sostegno di Estra.

                      L’iniziativa rientra tra le attività trattamentali promosse dall’istituto penitenziario, volte a far acquisire ai detenuti competenze utili ai fini del reinserimento nella società e a migliorare la qualità della loro vita all’interno del carcere.

                      Il progetto, oltre a produrre effetti positivi da un punto di vista ambientale, avrà importanti ricadute socio-educative. I detenuti impiegati nel giardinaggio sono stati infatti coinvolti nelle attività di messa a dimora di 120 piante da frutto sotto la guida del responsabile del verde del carcere. A loro è stata inoltre affidata la cura e manutenzione degli alberi, al fine di acquisire competenze che potranno impiegare in futuro, ma anche per sensibilizzarli sulle tematiche ambientali incentivando una maggiore attenzione alla sostenibilità. L’esperienza maturata con la cura del frutteto sarà quindi utile per supportare il reinserimento nella società dei detenuti al termine del percorso presso la struttura.

                      Nel frutteto sono state messe a dimora varie specie di piante da frutto, tra cui l’albicocco, il pero, il nocciolo, il melo e il pesco.

                      I frutti raccolti potranno essere consumati direttamente all’interno della struttura e tra le progettualità dell’Istituto potrebbe rientrare anche la realizzazione di marmellate da frutta da parte degli studenti che frequentano l’istituto di scuola superiore alberghiero all’interno della Casa Circondariale.

                      Come riportato da Intoscana, le parole di Antonella Tuoni, direttrice del carcere di Sollicciano: “Nel prevalente sentire comune il carcere è e deve essere un luogo di punizione. Credo viceversa che il carcere debba essere concepito come un luogo di vita di persone che devono scontare una limitazione della libertà personale e di operatori (poliziotti, funzionari giuridico pedagogici, personale amministrativo e operatori sanitari) che trascorrono in quel luogo almeno otto ore della loro giornata. È giusto pertanto che il carcere sia accogliente, a dispetto dell’immaginario collettivo che lo vorrebbe tetro e lugubre e che il cemento e le sbarre regrediscano progressivamente a vantaggio di un’immagine più ‘green”.

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