L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      L'INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL TRADE ORTOFRUTTICOLO
                      L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA

                      Oscar Farinetti ci riprova: sulle rovine di Fico a settembre apre Grand Tour Italia

                      Presentato ieri alla stampa il nuovo progetto bolognese del patron di Eataly: sarà inaugurato il 5 settembre il nuovo parco agroalimentare dedicato alla biodiversità italiana, con un allestimento differente e spazi inediti per la cultura e l’intrattenimento. Ma per qualcuno a cambiare è solo il nome del contenitore

                      di Maddalena De Franchis

                      Grand Tour Italia

                      Un’anteprima di come sarà Grand Tour Italia

                      I più scettici lo hanno già liquidato come “un déjà vu”, peraltro un po’ sbiadito, di Fico, nel quale cambierebbero solo il nome e l’allestimento, ma non le premesse di fondo. È stato presentato ieri alla stampa Grand Tour Italia, la versione rivista del parco agroalimentare Fico Eataly World di Bologna, chiuso dallo scorso febbraio. Il patron Oscar Farinetti, che ora detiene il 100% della società di gestione del nuovo progetto, ha annunciato che la data prevista per la riapertura è il 5 settembre (inizialmente si era parlato di aprile).

                      Le dichiarazioni di Farinetti

                      “In Fico c’era una narrazione della biodiversità italiana orizzontale – dall’agricoltura alla trasformazione, fino alla cucina e al piatto – in Gran Tour, invece, c’è una narrazione verticale della biodiversità attraverso le 20 regioni, partendo dalla Valle d’Aosta fino alla Sicilia, per vedere come i vari territori interpretano il cibo”, ha spiegato il creatore di Eataly. Che ha esordito con un mea culpa esplicito: “Ho sbagliato e adesso lo aggiustiamo – ha detto -. Non conosco un imprenditore che non abbia mai sbagliato. Qui sono stati commessi errori, tutti miei. È anche una questione di onore per me. Leonardo da Vinci diceva che sbagliava sei opere su dieci, anche per me è stato così. Questo rimane un incompiuto e cercheremo di completarlo, ce la metteremo tutta”.

                      “Ottimismo non è più la parola chiave”

                      “Preferiamo che la parola chiave, ora, sia fiducia – sottolinea Farinetti -. Qualcuno mostra ancora il video del 2017 in cui dicevo che sarebbero venuti sei milioni di visitatori, anche se quell’anno ne feci poi tre. Stavolta puntiamo ad avere un milione di visitatori, di cui 500 mila stranieri l’anno prossimo. Dobbiamo arrivare a 30 milioni di euro di fatturato nel 2025, poi prevediamo una crescita minima dal 3 al 5 per cento – ha auspicato -, l’investimento per rivisitarlo è stato importante, circa 15 milioni di euro, tutto dalla nostra società di famiglia”. Per quanto riguarda i lavoratori, c’è l’impegno a tenere i circa 100, tra diretti e legati a società partner attuali, e, successivamente, “a raddoppiare”, ha rassicurato il patron.

                      Il flop di Fico

                      Ma facciamo un passo indietro e torniamo per un attimo all’esperienza di Fico, rivelatasi poi fallimentare su tutti i fronti. Salutato nel 2017 come la “Disneyland del cibo made in Italy”, Fico nacque sull’onda dell’entusiasmo per il progetto che vedeva Bologna come “city of food” per eccellenza. A proporre l’idea a Farinetti fu Andrea Segrè (all’epoca presidente del Centro Agroalimentare di Bologna Caab), su mandato del comune di Bologna, cioè dell’allora sindaco Virginio Merola. Il comune, aveva precisato Merola, non ci avrebbe rimesso un centesimo, seppur cedendo i diritti d’uso dell’area.

                      Le cose iniziarono ad andare male da subito, tra conti in rosso, corridoi desolatamente vuoti, esercenti che chiudevano i battenti l’uno dopo l’altro, una navetta costantemente vuota. A niente sono serviti, negli anni, il nuovo amministratore delegato, l’introduzione di un biglietto di ingresso, i ripetuti cambi di strategia, gli eventi a tema e le visite programmate dai tour operator. “Tra le cose che non mi sono venute propriamente bene, diciamo che Fico è una di queste”, ammise infine Farinetti lo scorso autunno, annunciandone la chiusura alla fine del 2023 e l’arrivo del nuovo Grand Tour Italia.

                      Oscar Farinetti, patron di Eataly

                      Cosa cambierà

                      “Grand Tour Italia sarà molto di più di una semplice destinazione turistica – ha dichiarato il patron -. Non sarà, dunque, solo un’occasione per fare shopping di prelibatezze nostrane, ma anche per visitare aree didattiche, tra corsi di cultura gastronomica, lezioni di cucina ed educazione alimentare, coordinati dalla Scuola Holden di Torino per il settore storia e cultura, da Coldiretti per l’agricoltura e da Slow Food per la biodiversità enogastronomica”.

                      Non solo: nel nuovo parco troverà spazio anche l’intrattenimento, con le mostre fotografiche di Earth Foundation – la fondazione culturale del gruppo Eataly – e la libreria ‘I Capolavori’, con 1.200 titoli tra saggi e libri per ragazzi, sia in consultazione che in vendita (anche di seconda mano). Per i più piccoli ci sarà, infine, Luna Farm (l’unica area che resta attiva dell’ex Fico), il parco divertimenti che vuole imitare ‘la fattoria del contadino Gianni’, con 6.500 metri quadri pieni di giostre, giochi e videogiochi. Si dichiara invece ‘in sintonia con la Motor Valley emiliana’ il Grand Tour Karting, un circuito di go-kart di oltre 500 metri, con kart elettrici a zero emissioni.

                      Copyright: Fruitbook Magazine