Positiva la campagna 2020 dell’aglio per l’OP mantovana Verde Intesa, che registra un aumento di produzione sia in termini quantitativi che qualitativi. L’aglio, dalla notevole reputazione medicamentosa, vede un crescente interesse da parte del mercato, così l’OP Verde Intesa punta su questa liliacea, con focus sulla qualità e sulla produzione biologica, con una particolare attenzione anche al packaging: è infatti disponibile anche in confezione a sacchetto da 250 g in bioplastica, completamente compostabile, che ne preserva il gusto e l’aroma

Dalla Redazione

Per la coltivazione dell’aglio il 2020 è un anno positivo. Lo dichiara il direttore tecnico di Verde Intesa, Paolo Segalla, che sottolinea come la produzione dell’OP mantovana sia in crescita, sia in termini quantitativo che qualitativi. Appartenente alla famiglia delle Liliacee, l’aglio è spesso bistrattato a causa del suo odore e sapore caratteristici, considerati sgradevoli per alcuni palati. Negli ultimi anni, però, questo ortaggio sta recuperando in termini di reputazione “medicamentosa”: grazie alle sue proprietà, infatti, è utile per il sistema immunitario, respiratorio, circolatorio e contro raffreddore e influenza. Usato in cucina, viene anche consumato a crudo, senza germe, perché uno spicchio d’aglio è serbatoio di principi attivi molto efficaci, come allicina, zolfo e vitamine del gruppo B. L’aglio è regolatore della colesterolemia, dei trigliceridi e del rapporto tra colesterolo LDL e HDL, oltre che un infallibile disinfettante per l’intestino.

Una garanzia è, ad esempio, l’aglio di Parma. Uno dei maggiori produttori di aglio di Verde Intesa è l’Agricola Cerasaro con sede a Torricella di Sissa (PR). L’aglio prodotto, così come anche lo scalogno e le cipolle, è venduto anche in confezione in plastica 100% compostabile, per essere sempre più eco-friendly. Nel Parmense, la campagna 2020 è stata positiva: nei 32 ettari destinati alla coltivazione dell’aglio sono stati raccolti oltre 2.700 quintali di prodotto, con una resa media di oltre 70 q/ha. Si semina a ottobre e si raccoglie a inizio luglio, viene raccolto a macchina, poi viene essiccato in appositi impianti di asciugatura. È un prodotto disponibile tutto l’anno. Nella pianura parmense la coltivazione dell’aglio viene realizzata da parecchi anni e costituisce un prodotto tradizionale e assai apprezzato dal mercato e dal consumatore.

“Coltiviamo l’aglio bianco per circa l’80% e l’aglio rosso per il rimanente 20% – sottolinea il produttore Stefano Cerasaro -. L’aglio bianco – prosegue – è della varietà Arno, di provenienza francese, simile all’aglio bianco piacentino, che si coltiva nell’Emilia occidentale e a quello polesano, che si coltiva nel comprensorio di  Rovigo. Noi produciamo aglio con certificazione bio e nei prossimi anni vogliamo aumentare l’ettaraggio a coltivazione naturale”.

Verde Intesa colloca l’aglio coltivato dai propri associati nei mercati generali e nella grande distribuzione. Il prodotto nazionale, di qualità decisamente superiore, deve però fare i conti con una concorrenza straniera, soprattutto cinese, sempre più aggressiva. “Dobbiamo puntare sulla qualità e aumentare la quota di prodotto biologico – sottolinea Paolo Segalla –  soltanto in questa maniera, riusciamo a collocare il prodotto sul mercato con tutte le garanzie possibili”.  Attualmente Verde Intesa commercializza l’aglio di alta qualità sul mercato nazionale, sia come prodotto fresco, sia come prodotto confezionato, ad esempio in creme.

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