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                      Pesticidi, sul Salvagente un dossier sull’esotico in Gdo: scoop o indagine faziosa?

                      Salvagente frutta tropicale
                      Una nuova indagine de Il Salvagente rivela la presenza di pesticidi vietati dalle norme UE su ananas, avocado e mango che importiamo nel nostro Paese e che si trovano sui banchi del supermercato. “Frutto proibito” è il titolo sensazionalistico del servizio, che dà le pagelle alla Gdo e cita anche i big dell’esotico. In modo impreciso e fazioso, a detta di un operatore del settore, che in una lettera che riceviamo e pubblichiamo solleva diversi dubbi sull’autorevolezza del dossier in questione

                      Dalla Redazione

                       

                      Pesticidi Salvagente esoticoÈ in edicola il nuovo numero de Il Salvagente, che in copertina richiama il dossier del mese, dedicato alla frutta tropicale che importiamo nel nostro paese e che i consumatori trovano comunemente sui banchi della Gdo. Frutta “proibita”, come la definisce la rivista, facendo riferimento ai pesticidi rilevati nei prodotti analizzati, alcuni dei quali sono vietati in Ue perché ritenuti dannosi per la salute. Un articolo dai toni indubbiamente sensazionalistici, come si evince già solo dal titolo in copertina, “Pirati dai Caraibi”, basato sui risultati dei test effettuati su 8 ananas, 6 avocado e 6 mango prelevati in alcuni punti vendita di sei catene distributive nazionali, sottoposti a un’analisi multiresiduale “in un laboratorio accreditato” per valutare la presenza e l’eventuale concentrazione di pesticidi nelle matrici vegetali.

                      Le insegne coinvolte dall’indagine sono Conad, Coop, Esselunga, Carrefour, Eurospin e Lidl; i colossi dell’import ed export di ortofrutta citati Orsero, Dole, Spreafico e Battaglio. Il Salvagente fa le sue pagelle e dà a ognuno un voto, attribuendo la “maglia nera” a un’insegna piuttosto che a un’altra. Le schede di valutazione sono disponibili nella rivista cartacea, scaricabile anche online. In sostanza, secondo il dossier del Salvagente, molti dei prodotti che compriamo al supermercato sono contaminati da pesticidi tossici e vietati dai regolamenti UE. Nello specifico sono cinque le molecole rintracciate nei diversi campioni analizzati che sono state messe al bando. Come è possibile, si chiede la rivista? Il motivo, spiega Il Salvagente, è che i prodotti “contaminati” provengono da Paesi extracomunitari, dove l’utilizzo di fitofarmaci da noi vietati è permesso. In altre parole, in UE non è possibile utilizzare alcuni pesticidi, ma è possibile importare prodotti agricoli coltivati con questi pesticidi, che tornano così in qualche modo nel nostro piatto.

                      Se per un lettore poco esperto il servizio del Salvagente può sembrare uno scoop, per chi è del settore la prima cosa che salta all’occhio è che, dei 20 campioni di frutti esotici analizzati prelevati nelle sei insegne della Gdo, nessuno è risultato non conforme ai limiti di legge europei.

                      Di cosa stiamo parlando, dunque?

                      Se lo chiede un operatore del settore, che in una lettera firmata, che riceviamo e pubblichiamo, solleva diverse questioni che fanno sorgere dei dubbi sull’autorevolezza dell’indagine del Salvagente.

                      “Qual è l’obiettivo dell’inchiesta? – si chiede l’autore della lettera -. Fare sensazionalismo o fare informazione corretta nei confronti del consumatore? Nel secondo caso, il servizio avrebbe dovuto chiamare in causa l’Unione Europea, che ha deciso giustamente di revocare le autorizzazioni per la registrazione (in Europa) di alcuni pesticidi considerati pericolosi per la sicurezza alimentare, ma allo stesso tempo non ha adeguato i rispettivi limiti di legge (vedi tabella sotto, ndr). Perché non li ha adeguati, abbassandoli alla soglia minima (dello 0,01 mg/kg, o anche meno)? La risposta è facile: perché altrimenti avrebbe creato problemi di importazione su alcune referenze”. Tradotto, addio a numerosi prodotti esotici di importazione presenti sui banchi del supermercato.

                      Quindi prosegue con la constatazione di base. “Su 20 campioni analizzati – scrive – nessuno è risultato non conforme ai limiti di legge europei. Nessuno! Gli operatori del settore alimentare hanno l’obbligo di immettere sul mercato prodotti sicuri, quindi che rispettino i limiti di legge. Questa indagine mostra che tutti i retailer coinvolti dai test hanno immesso sul mercato merce che rispettava i limiti. I voti e le classifiche non tengono in considerazione questo aspetto. Al contrario, la notizia, così come è confezionata, è faziosa. Significa voler mettere in cattiva luce la Gdo e i suoi fornitori per fare sensazionalismo”.

                      Ultima osservazione, un dettaglio non banale. “La sicurezza del consumatore va valutata anche analizzando la parte edibile del frutto (vedi EFSA Primo model per il calcolo della tossicità acuta e cronica sul consumatore) – fa notare l’operatore del settore che ci ha scritto -. I frutti presi in esame hanno tutti la buccia non edibile. Solitamente i pesticidi sono presenti sulla buccia del frutto, a meno che non abbiano attività sistemica, ovvero penetrino all’interno del frutto. Sarebbe stato dunque opportuno fare anche questa valutazione. Ovviamente non è stata fatta perché non avrebbe aiutato il taglio sensazionalistico dell’articolo”.

                      “O forse – conclude – non è stata fatta perché chi lo ha scritto è abituato a mangiare l’ananas con la buccia?”. Touché.

                      Fruitbook Magazine