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                      Pomodori Gandini: la voglia di prodotti premium cresce, anche in tempo di crisi

                      Gandini_serre_esterna

                      Le serre illuminate artificialmente (Copyright: Fm)

                      Sos rincari, se le imprese agricole sono schiacciate dai costi più che triplicati, come stanno affrontando la situazione quelle che producono tutto l’anno in serre hi-tech, con un fabbisogno energetico superiore rispetto a una coltura tradizionale? Lo abbiamo chiesto a Mattia Gandini, responsabile commerciale della Orticoltura Gandini di Guidizzolo, associata a O.P Valleverde, pioniera del pomodoro top di gamma coltivato in idroponica. “Stiamo cercando di ottimizzare al meglio le risorse per garantire sempre un prodotto di qualità elevata e costante. Se siamo in grado di mantenere questa promessa, il consumatore premia”, rivela. E infatti le vendite continuano ad avere un trend positivo, a dispetto del momento. Segno che, mentre l’inflazione impenna e i consumi si stanno sempre più polarizzando, la voglia di prodotti premium resta alta

                      di Carlotta Benini

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                      Le serre illuminate artificialmente di Orticoltura Gandini (Copyright: Fm)

                      Con il continuo aumento dei costi energetici, che per le aziende ortofrutticole sono più che triplicati, fare un prodotto di qualità diventa sempre più difficile. In particolar modo se la qualità si fa in serre tecnologiche che utilizzano l’illuminazione artificiale e il riscaldamento per creare un ambiente protetto da avversità climatiche, patogeni e insetti, con un fabbisogno di energia quindi superiore rispetto a una coltura tradizionale. “Ogni giorno si cerca di ottimizzare il processo produttivo per sopperire a queste problematiche, pur sapendo che presto non sarà più sufficiente”: a parlare è Mattia Gandini (in foto), responsabile commerciale di Orticoltura Gandini, azienda di Guidizzolo (Mantova), associata a O.P Valleverde, pioniera della coltivazione idroponica fuori suolo di pomodori, prodotti con metodi rispettosi dell’ambiente e della food safety, come certifica anche il bollino Nichel Free.

                      Mattia Gandini pomodori Gandini

                      “Ci troviamo di fronte ad aumenti quotidiani dei costi produttivi su tutti i fronti – racconta Gandini -, dalle piantine al concime, dal packaging alla logistica, fino al gas metano, che è più che triplicato. Fortunatamente una parte delle nostre serre è riscaldata con cippato di legno e questa materia prima, di origine italiana, non ha subito rincari particolari. Attualmente quindi, oltre a utilizzare dove possibile questo combustibile, per tamponare la situazione stiamo posticipando parte dei trapianti, slittando il calendario produttivo primaverile di qualche settimana”.

                      Le energie rinnovabili sono un’altra soluzione, ma non nell’immediato. “A breve realizzeremo un impianto fotovoltaico”, rivela il responsabile commerciale di Orticoltura Gandini a proposto dei prossimi investimenti.

                      Quelli di Gandini sono pomodori top di gamma, con un posizionamento premium sul mercato: la Gdo fino ad oggi si è mostrata collaborativa nel recepire l’aumento dei listini, ci racconta il responsabile commerciale dell’azienda. E il consumatore? Come si sta comportando di fronte all’impennata dell’inflazione, che costringe molti italiani a fare tagli anche nel carrello della spesa? “Per il nostro target di consumatori il prezzo non è il primo driver di scelta – sottolinea Mattia Gandini -. Quello che cerca chi acquista i pomodori Gandini è la qualità, estetica e organolettica, il gusto ritrovato, la freschezza e la shelf life del prodotto, e non da ultima la sua salubrità e sostenibilità”. “Stiamo concentrando i nostri sforzi per fronteggiare la difficile situazione attuale – aggiunge -, cercando di ottimizzare al meglio le risorse per garantire sempre un prodotto di qualità elevata e costante. Se siamo in grado di mantenere questa promessa, il consumatore premia”.

                      “Infatti – rivela in conclusione – a dispetto della complessa situazione attuale, le vendite continuano ad avere un trend positivo e negli ultimi due anni hanno registrato un aumento del 30%. Questo è un segnale che ci fa capire come il prodotto premium si smarchi completamente dal mercato del pomodoro classico”.

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