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                      Porto di Gioia Tauro, tra le banane 1 tonnellata di cocaina purissima

                      Maxisequestro al porto di Gioia Tauro dove una complessa attività tra fiamme gialle e dogana coordinata della Procura della Repubblica di Reggio Calabria è riuscita a rintracciare più di una tonnellata di cocaina purissima nascosta in un container tra le casse di banane provenienti dall’Ecuador. La cocaina sequestrata avrebbe potuto essere tagliata dai trafficanti di droga fino a 4 volte prima di essere immessa sul mercato, fruttando un introito alla criminalità organizzata di circa 225 milioni di euro

                      Dalla Redazione

                      cocaina banane

                      Più di una tonnellata di cocaina purissima nascosta in un container tra le casse di banane provenienti dall’Ecuador è stata rintracciata dalle fiamme gialle e e dai funzionari antifrode dell’agenzia delle Dogane. Il maxisequestro è avvenuto al porto di Gioia Tauro e ha visto un complesso lavoro di indagini tra i militari del comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della procura della Repubblica di Reggio Calabria – direzione distrettuale antimafia.

                      Attraverso una complessa ed articolata attività di analisi su oltre 2.100 container provenienti dal continente sudamericano, i funzionari doganali e i militari della Guardia di Finanza, con l’ausilio di sofisticati scanner in dotazione all’agenzia delle dogane e dei monopoli, sono riusciti ad individuare il container sospetto e la cocaina abilmente occultata in un container carico di banane proveniente dall’Ecuador.

                      Si tratta di cocaina di qualità purissima che avrebbe potuto essere tagliata dai trafficanti di droga fino a 4 volte prima di essere immessa sul mercato, fruttando un introito alla criminalità organizzata di circa 225 milioni di euro. Le modalità di occultamento della droga da parte delle associazioni criminali sono sempre differenti e in evoluzione e il porto di Gioia Tauro sta ritornando da qualche anno uno degli snodi principali del traffico di stupefacenti, come ha più volte sottolineato il capo della procura antimafia di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri.

                      Come riporta anche Repubblica, secondo un allarme lanciato da Europol ad inizio anno, la produzione e traffico di cocaina non hanno subito grossi contraccolpi durante la pandemia, anzi. Se da un lato sono in aumento i sequestri di droga in America Latina nei porti da cui gli stupefacenti partono, dalla Colombia, il Paese tuttora considerato il maggiore produttore mondiale di “bianca”, nonostante la superficie utilizzata per le coltivazioni di coca si sia ridotta del 9% la fabbricazione di cocaina è aumentata dell’1,5%. Un segnale che rivela l’evoluzione e il miglioramento delle tecniche di produzione e raffinazione, che avrebbero permesso di “esportare” parte della filiera produttiva anche in Paesi limitrofi. A tutto ciò si aggiunge l’aumento del grado di purezza della cocaina che entra in Europa, che oggi oscilla fra il 53 e il 69%, moltiplicando in maniera esponenziale il margine di profitto della ‘Ndrangheta, che continua a mantenere il monopolio dei traffici internazionali.

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