L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      L'INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL TRADE ORTOFRUTTICOLO
                      L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      Alla luce del PPWR – Packaging and Packaging Waste Regulation – il documento che contiene le proposte dall’UE che mirano a regolamentare il mondo dell’imballaggio – Pro Food, Gruppo Produttori Imballaggi in Plastica per Alimenti Freschi, ha elaborato un Position Paper che riporta la propria visione del packaging alimentare nel contesto europeo, esprime le preoccupazioni per le conseguenze economiche, ambientali e sociali che molte delle misure previste potrebbero causare ed evidenzia le criticità e i rischi contenuti nella proposta

                      Dalla Redazione

                      Pro Food, Gruppo Produttori Imballaggi in Plastica per Alimenti Freschi, condivide alcuni punti presenti nel PPWRPackaging and Packaging Waste Regulation, come, ad esempio, l’obiettivo di migliorare la sostenibilità dei sistemi di confezionamento, distribuzione e consumo degli alimenti, però ritiene anche che l’eliminazione di alcuni imballaggi in plastica, come quelli per prodotti ortofrutticoli, potrebbero avere conseguenze negative, prima fra tutte l’aumento dello spreco alimentare, oltre che a compromettere la sicurezza del consumatore perché verrebbe meno la protezione nelle fasi di trasporto e di vendita.

                      Nello specifico infatti Pro Food condivide l’obiettivo del PPWR di migliorare la sostenibilità dei sistemi di confezionamento, distribuzione ed utilizzo degli alimenti, in cui il packaging gioca un ruolo fondamentale. Condivide anche l’impegno verso l’eliminazione degli sprechi, l’utilizzo di “over packaging” e la dispersione di rifiuti da imballaggio. Tuttavia, la proposta di Regolamento desta enormi preoccupazioni per le conseguenze economiche, etiche, sociali e ambientali che potrebbe avere sulla filiera produttiva e sulla filiera agroalimentare.

                      “Riteniamo – si legge sul Position Paper di Pro Food – che i deputati europei chiamati all’esame della proposta di Regolamento, debbano adottare un approccio olistico, basato su evidenze scientifiche e che tenga in considerazione il ruolo e le principali funzioni svolte dagli imballaggi in riferimento ai cibi e alle bevande a cui sono destinati: gli imballaggi seguono la vita del prodotto e da esso non possono venire slegati”.

                      ProFood sottolinea inoltre come il riutilizzo non deve penalizzare il riciclo, che funziona. Infatti, in Italia, nel 2021, più di 10,5 Mt di rifiuti da imballaggio sono state raccolte e avviate a riciclo su un totale di 14,3 Mt immesse al consumo, pari al 73,3%: sono così già stati raggiunti e superati gli obiettivi di riciclo del packaging post-consumo per il 2025 (65%) e per il 2030 (70%). Inoltre, recenti studi dimostrano che il passaggio a sistemi riutilizzabili ha un impatto negativo su costi, ambiente, sicurezza alimentare non considerati nella PPWR.

                      La proposta di PPWR prevede la messa al bando degli imballaggi per ortofrutta per confezioni inferiori a 1,5kg. Gli imballaggi alimentari servono – sottolinea Pro Food – a contenere, proteggere, conservare, commercializzare (traporto ed etichettatura) cibi e bevande, garantendone sicurezza alimentare ed igiene. Tutte le funzioni svolte dal packaging contribuiscono a contrastare il fenomeno del food waste. In questo scenario, le vaschette di plastica per l’ortofrutta rappresentano uno degli esempi più virtuosi; infatti, è bene ricordare che, dal punto di vista del riciclo, gli imballaggi in plastica per alimenti sono, già oggi, monomateriali e completamente riciclabili; dal punto di vista del contenuto di riciclato, laddove consentito dalle norme, tali imballaggi contengono già oggi una percentuale di riciclato medio pari ad oltre il 70%, quindi oltre gli obiettivi del PPWR. Non si comprende quindi questa discriminazione nei confronti dell’ortofrutta ed il voler eliminare un prodotto che rientra appieno nella definizione di ‘prodotto virtuoso’ inclusa nella proposta PPWR.

                      Ecco quindi che il Position Paper di Pro Food propone di:

                      Eliminare il divieto di intere categorie di prodotto. La proposta attuale non presenta alcuna prova scientifica incontrovertibile sulla presenza di una differenza rilevante in termini di sostenibilità tra l’utilizzo dei prodotti messi al bando e ipotetiche soluzioni alternative. Al contrario, esistono studi che evidenziano anche un minore impatto sulla salute umana dell’utilizzo di imballaggi alimentari in plastica monouso piuttosto di imballaggi riutilizzabili, sempre in plastica. Con questi ‘divieti’ la proposta di Regolamento si sovrappone, inoltre, alla recente “Direttiva SUP”, modificandone in modo restrittivo alcuni punti cruciali.

                      Rivedere alcune delle asserzioni alla base dell’Impact Assessment, in particolare; Art.3 “Definizioni” (in particolare 1-19-32-38); Art.6 “Imballaggi Riciclabili”;” Articolo 26 “Obiettivi di riutilizzo e ricarica”. Alcune proposte contenute nella proposta di Regolamento andrebbero riconsiderate soprattutto alla luce del fatto che sono basate su assunzioni e presupposti errati e fallaci contenuti nell’Impact Assessment. Riteniamo che nella proposta di Regolamento vi sia una grave carenza di analisi specifica dell’impatto ambientale delle alternative (eliminazione imballi o imballo alternativo), che potrebbe generare un effetto contrario e non voluto rispetto alle intenzioni della Commissione. Spesso, infatti, vengono introdotti sul mercato delle soluzioni alternative che non presentano alcun beneficio ambientale. Inoltre, la proposta non tiene conto delle enormi differenze esistenti tra gli Stati Membri e canali distributivi, fa sapere Pro Food.

                      Eliminare l’indeterminatezza del regolamento e l’eccessivo utilizzo di Atti Delegati. tale pratica genera incertezza sui tempi di adozione costringendo l’industria ad adeguarsi ad importanti innovazioni in breve tempo e senza meccanismi di concertazione. Inoltre, in alcuni passaggi rilevanti, il Regolamento contraddice la sua stessa natura di strumento legale immediatamente applicabile ed uniformante l’intero territorio della UE, dando spazio a possibili scelte specifiche nazionali. L’uso di atti delegati e l’apertura ad ulteriori atti normativi nazionali sul tema andrebbe eliminato, sottolinea Pro Food.

                      Incentivare lo sviluppo di maggiori e migliori attività di riciclo, ripartire più equamente il principio di Responsabilità Estesa del Produttore. Si tratta di una parte assente dalla attuale proposta, ma che dovrebbe conseguire dallo stesso “Contesto della proposta”: l’Art.7 “Contenuto minimo di riciclato nel packaging plastico” può accogliere almeno parte di questi temi.

                      Ripensare il concetto di “Contenuto di riciclato” e “Materia prima secondaria” coerentemente con la strategia per l’economia circolare dell’EU. La proposta non risponde pienamente all’obiettivo di realizzare un’economia circolare europea: il concetto di circolarità prevede, infatti, la massima valorizzazione della materia ottenuta dal riciclo, fino alla realizzazione di un prodotto o di una categoria di prodotti, totalmente o in parte tramite il riciclo del medesimo prodotto, o categoria di prodotti. Questo obiettivo è solo parzialmente esaudito dalla proposta attuale, che regolamenta solo i materiali plastici, e nello stesso tempo non stabilisce una definizione di “contenuto di riciclato” ma di “materia prima secondaria” e di “rifiuti di plastica post consumo”. Sarebbe, inoltre, coerente con gli obiettivi di un’economia circolare inserire nella proposta obiettivi di contenuto minimo di riciclato per tutti i tipi/materiali di imballaggi e non solo quelli in plastica.

                      Copyright: Fruitbook Magazine